Il marito della maestra che ebbe un figlio con l’alunno: “Lo crescerò come se fosse mio”

Pubblicità
Pubblicità

Era agitata, confusa, preoccupata per i bambini. Il suo pensiero era per loro più che per se stessa”: parla così, intervistato dalla Nazione, il marito dell’operatrice socio-sanitaria di Prato condannata a 6 anni e 5 mesi, dopo aver violentato l’alunno, che all’epoca dei fatti aveva meno di 14 anni, a cui faceva ripetizioni di inglese e con il quale ha avuto un figlio. Una vicenda che ha sollevato clamore mediatico e che ha distrutto l’uomo che ora si dovrà occupare dei due figli: il primo di 15 anni avuto dalla moglie e il secondo, che adesso ne ha 5, avuto da quella relazione extraconiugale. L’insegnante si è costituita presso il carcere di Sollicciano, a Firenze, dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato la condanna: “Mamma deve riparare a un errore e sarà assente per un po’ di tempo, ma sarà sempre con voi”, così ha salutato i due figli prima di andare in carcere, riporta La Nazione.

Nell’intervista, il marito ha detto che i due bambini “non stanno bene. Il grande ha vissuto tutta la vicenda, iniziata quando aveva dieci anni, mentre il piccolo è seguito da tempo da uno psicologo infantile”. Nonostante le accuse fossero solide e ci si potesse aspettare la condanna “non si è mai preparati a una cosa del genere. Speravamo ancora”. In questi cinque anni, il marito è rimasto sempre accanto della moglie con la quale sta insieme da quando sono ragazzi: “Ho fatto anche io i miei errori. Poi ci siamo parlati, abbiamo chiarito e abbiamo deciso di restare uniti, ci amiamo. Non c’è differenza tra i due figli”.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, tutto era iniziato durante alcune ripetizioni di inglese che lei si era offerta di dare al giovane in vista dell’esame di terza media. Avance, approcci sempre più insistiti, fino a quando tra i due era nata una relazione da cui era nato un bambino. Alla fine, spaventato da problemi troppo grandi per la sua età, l’adolescente aveva confessato tutto alla madre. Le conversazioni chat avevano infine mostrato un crescendo di ricatti e pressioni psicologiche seguite alla gravidanza. La relazione sarebbe andata avanti per quasi due anni grazie a “pervicacia e astuzia” della donna, che avrebbe raccontato maltrattamenti in realtà inesistenti subiti dal marito per legare ancor più a sé la vittima.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *