Il report dell’Iss: “Terza dose efficace al 92%. Da Omicron più rischio di reinfezioni”

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La mortalità tra coloro che non sono vaccinati è 15 volte superiore a quella di chi ha ricevuto il booster. Sono usciti i dati settimanali dell’Istituto superiore di sanità che rendono conto, tra l’altro, dell’efficacia vaccinale. I numeri confermano la terza dose dia un’alta protezione dalle formi gravi di malattia e riescano invece con un po’ meno efficacia a evitare l’infezione.

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Il tasso di ricoveri in terapia intensiva per i non vaccinati over 12 risulta di circa 13 volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e 4 volte più alto sui vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni. Riguardo all’ospedalizzazione in generale, il tasso è 8 volte più alto nei non vaccinati sui vaccinati con booster.

Terza dose efficace al 92%

Per quato riguarda la prevenzione da casi di malattia severa, “l’efficacia dei vaccini anti-Covid è pari al 73% nei vaccinati con ciclo completo da meno di 90 giorni, 76% nei vaccinati con ciclo completo da 91 e 120 giorni, e 76% nei vaccinati che hanno completato il ciclo vaccinale da oltre 120 giorni. Sale al 92% nei soggetti vaccinati con dose aggiuntiva/booster”, spiegano dall’Istituto.

Il 26% dei positivi hanno meno di 20 anni

Cala per la terza settimana la percentuale di casi segnalati in età scolare, che sono il 26% del totale. Se si osservano solo le persone da 0 a 19 anni, nell’ ultima settimana il 15% dei casi è stato nei bambini sotto i 5 anni, il 39% nella fascia 5-11 anni, il 46% in quella 12-19 anni. A livello generale, sul fronte dell’incidenza, nella fascia 10-19 anni si registra il più alto tasso a 14 giorni, 1.695 per 100mila abitanti, mentre tra 70-79 anni il valore più basso, 556 casi per 100mila abitanti. E’ in aumento l’incidenza a 14 giorni nelle fasce 10-19, 20-29, 50-59, 60-69 e 70-79 anni.

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Le reinfezioni

E’ stabile la percentuale di rischio di reinfezione. Nell’ultima settimana è stata pari al 3,2% dei casi segnalati (la scorsa era 3,3%). “L’analisi del rischio di reinfezione a partire dal 6 dicembre 2021, quando ha iniziato a diffondersi la variante Omicron, evidenzia un aumento del rischio relativo aggiustato di reinfezione”. Rischiano in particolare i soggetti con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni rispetto a chi ha avuto la prima diagnosi fra i 90 e i 210 giorni precedenti.

Rischiano di più i soggetti non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni rispetto ai vaccinati con almeno una dose entro i 120 giorni; le femmine rispetto ai maschi, verosimilmente per la maggior presenza di donne in ambito scolastico dove viene effettuata una intensa attività di screening e per funzione di caregiver in ambito famigliare; le fasce di età più giovani rispetto alle persone con prima diagnosi in età compresa fra i 50-59 anni. “Verosimilmente il maggior rischio di reinfezione nelle fasce di età più giovani è attribuibile a comportamenti ed esposizioni a maggior rischio, rispetto alle fasce d’età superiore ai 60 anni”, spiegano dall’Istituto.

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