Il Texas brucia: secondo più grande incendio della sua storia

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New York – Una spruzzata di neve ha coperto nelle ultime ore una distesa di terre bruciate, carcasse di animali incenerite dal fuoco e case crollate. Per i vigili del fuoco di Panhandle, Texas, il freddo è stata la prima notizia positiva dopo giorni di apocalisse. Quello che da lunedì sta devastando lo Stato del sud degli Usa è considerato il più grande incendio che abbia mai colpito l’area: 500 mila ettari di terra bruciati.

Tre i morti finora. Milioni di animali, tra tori, vitelli, mucche e manzi, a rischio. I classici immensi ranch texani distrutti. Un impianto per l’assemblaggio di armamenti nucleari si trova nella zona. Al momento è fuori pericolo, ma la situazione viene monitorata con attenzione anche dal Pentagono. Il bilancio dei danni è tutt’altro che chiaro. E la fine dell’emergenza è lontana.

In un’area grande 57 mila ettari, più del Delaware, solo la metà è sotto controllo. A Smokehouse Creek le fiamme hanno attaccato una zona di 4.400 chilometri quadrati, più grande del Rhode Island, e solo il tre per cento del fronte è stato domato. Qui due persone sono morte. Piogge di cenere cadono in una vasta distesa di terre e villaggi. A Stinnett, una comunità di 1600 abitanti, qualcuno ha voluto appendere una bandiera americana fuori da quello che resta di una casa devastata dal fuoco. Una donna di 83 anni è stata trovata senza vita. Due pompieri sono rimasti feriti. Dylan Phillips, 24 anni, racconta l’agenzia Ap, confessa di non riconoscere più il suo paese. I cartelli stradali si sono liquefatti, così come le macchine e i camion che ogni giorno animavano la strada principale. “E’ stato brutale – spiega – le strade al buio, non c’era altro che fiamme e braci”.

A Smokehouse Creek l’incendio, che nei giorni scorsi era scoppiato come una bomba, è stato rallentato dalla neve e dai venti, uniti al calo delle temperature. Qui è il fronte più grande che ha colpito la zona rurale del Texas e che ha finito per raggiungere anche il vicino Oklahoma. “Sì, la neve aiuta – ammette il vigile del fuoco Lee Jones – stiamo controllando tutte le zone dove le case sono distrutte”. L’ultimo grande incendio che i texani ricordano è quello del 2006, quando a bruciare era stata la zona est di Amarillo: diciotto anni fa il fronte era largo più di tremila chilometri quadrati, mentre adesso supera i quattromila.

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in visita al confine con il Messico, ha dichiarato di aver ordinato alle agenzie federali di “fare tutto il possibile” per aiutare le comunità colpite dal disastro. “Quando il disastro colpisce – ha aggiunto – non c’è Stato democratico o repubblicano da cui veniamo, ma comunità e famiglie che cercano aiuto. E noi siamo al fianco di tutti quelli colpiti dagli incendi e continueremo a farlo fino a quando non si saranno risollevati”. Il governatore Greg Abbott, repubblicano, ha emesso una dichiarazione d’emergenza per sessanta contee. Più di 160 chilometri di linea elettrica dovranno essere ricostruiti da zero.

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