La nuova tattica militare della Russia: bombardare le ferrovie e i rifornimenti di armi agli ucraini

Pubblicità
Pubblicità

LONDRA – L’offensiva russa nel Donbass procede a rilento. Cresce a dismisura, invece, il bombardamento russo dell’Ucraina intera. Cosa sta succedendo? Indiscrezioni dei servizi segreti ed esperti militari dicono che, dopo la fallimentare prima fase dell’invasione, Mosca ha cambiato tattica nella guerra. Ecco alcune domande e risposte per capire quali sono gli obiettivi della campagna di Putin e dei suoi generali.

Come sta andando l’offensiva nel Donbass?

Le forze russe hanno compiuto “progressi minimi”, afferma una fonte occidentale. Un’altra li definisce addirittura “anemici”. L’avanzata promessa dal Cremlino tre settimane or sono, quando fu annunciata una “nuova fase dell’operazione militare”, in sostanza non va molto avanti. La Russia martella le posizioni ucraine con un bombardamento sempre più intenso, ma dopo i colpi di artiglieria non mette in moto i carri armati e la fanteria come prevederebbe la sua dottrina.

Perché?

Non si capisce se perché non può, nel timore di una resistenza ucraina ancora troppo forte, o perché non vuole avanzare: la lentezza dell’avanzata, in questo seconda ipotesi, sarebbe deliberata. Il generale Aleksandr Dvornikov, nuovo comandante in capo delle forze d’invasione russe, potrebbe avere deciso che gli conviene di aspettare, prendere tempo, per due ragioni: più migliorano le condizioni meteorologiche, più il terreno si presta all’avanzata dei carri armati; e la seconda ragione è che più si deteriorano i rifornimenti ucraini, meno tenace sarà la resistenza.

E i rifornimenti si stanno effettivamente deteriorando?

Ancora non lo sappiamo, ma questo è l’obiettivo apparente dei razzi russi che hanno colpito almeno 60 bersagli in tutta l’Ucraina soltanto nella giornata di ieri, non soltanto nell’area del Donbass, ma in tutto il Paese, fino a Leopoli. Nel mirino ci sono ferrovie, depositi di carburante e fabbriche militari. Se l’esercito ucraino rimane senza munizioni e senza benzina, non potrà resistere a lungo quando il generale Dvornikov ordinerà alle sue truppe corazzate un attacco di massa lungo la linea del fronte su tutto il Donbass.

Attacco al ponte che rifornisce il Donbass

I razzi russi non colpiscono anche gli aiuti militari occidentali?

Finora non si ha notizia di convogli di armi occidentali colpiti dai bombardamenti russi sulla rete ferroviaria o sulle strade dell’Ucraina. Fonti occidentali negano che sia avvenuto. Anche in questo caso non si può essere sicuri di come stanno le cose. Può darsi che i russi non ci abbiano provato, per non rischiare di uccidere militari occidentali e provocare una reazione della Nato. Può darsi che ci abbiano provato e non ci siano riusciti. Può darsi che ci abbiano provato, ci siano riusciti e nessuno abbia voluto finora renderlo noto. Certamente è una possibilità.

Cos’altro sta facendo la Russia?

Si è impossessata delle infrastrutture di internet ucraine, non solo nel Donbass ma pure in altre regioni, le ha ridirette verso operatori controllati da Mosca, rendendo così i big data dell’Ucraina vulnerabili alle intercettazioni e alla censura da parte del Cremlino. La cyberguerra è del resto uno dei campi in cui si combatte questo conflitto, un campo sempre più importante, da entrambe le parti: anche gli attacchi ucraini contro depositi di carburante all’interno della Russia potrebbero essere il risultato di operazioni cibernetiche, con o senza l’utilizzo di droni.

Come reagisce Kiev ai bombardamenti di ferrovie e rifornimenti?

Il governo del presidente Zelensky sa che la Russia ha cambiato tattica e cerca di correre ai ripari. Si dice che alcune fabbriche militari siano state spostate in località segrete. Nascondere i depositi di carburante è ovviamente più difficile. In ogni modo l’Ucraina può contare sull’aiuto dell’intelligence americana, non solo per individuare e uccidere i generali russi impegnati sul campo di battaglia, come ha rivelato il New York Times, ma anche per prevenire il tentativo russo di tagliare i rifornimenti al suo esercito. Beninteso, anche Mosca ha i satelliti spia. Questa guerra è come una partita a scacchi, in cui ciascuna delle due parti può vedere in anticipo o almeno in tempo reale le mosse dell’avversario.

Stando così le cose, che cosa ci si può aspettare?

Una lunga guerra di attrito. Putin non potrà cantare vittoria alla parata militare del 9 maggio per l’anniversario della fine della Seconda guerra mondiale, come sembra che intendesse fare. Resta da vedere se quel giorno annuncerà che la sua “operazione militare” è diventata una guerra, contro l’Ucraina e contro la Nato, annunciando la mobilitazione generale: i suoi portavoce smentiscono che sia questa l’intenzione del presidente, ma la guerra ha dimostrato, se esistessero ancora dubbi, che non ci si può fidare della sincerità delle dichiarazioni russe. L’impressione è che il conflitto potrebbe andare avanti per tutta l’estate, anche perché, come già notato, è la stagione migliore per combattere: quando torneranno il freddo, la pioggia e la neve diventerà più difficile mandare avanti l’invasione terrestre. La speranza è che, davanti ai segnali di fermezza occidentali a sostegno dell’Ucraina, a un certo punto Putin si fermi, decida di avere ottenuto abbastanza e accetti un cessate il fuoco e un vero negoziato. L’intensità con cui ha ripreso ad attaccare l’acciaieria di Mariupol, dopo avere ordinato in diretta tivù al suo ministro della Difesa di non attaccarla (tanto per restare sul tema della sincerità delle affermazioni di Mosca), potrebbe suggerire che il leader russo voglia annunciare il 9 maggio di avere sgominato la Brigata Azov, da lui indicata come la principale prova di una presunta “nazificazione” dell’Ucraina, cogliendo almeno uno dei suoi obiettivi. Ma se si fermerebbe eventualmente lì o meno, lo sa soltanto lui.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *