La Settimana corta entra in Parlamento e abbatte il muro delle 40 ore. Ecco le proposte sul tavolo

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La Settimana corta è entrata ufficialmente nell’agenda del Parlamento, con tre proposte di Avs (Fratoianni), M5s (Conte) e Pd (Scotto) incardinate alla Commissione Lavoro della Camera. Tre testi diversi che puntano alla riduzione dell’orario di lavoro, a parità di salario, con livelli prescrittivi differenti. A cominciare dall’individuare un nuovo monte-ore da sostituire alle attuali quaranta: Avs parla di 34, il M5s di 32 mentre la proposta del Partito Democratico si mantiene su una più cauta indicazione di un periodo di sperimentazione senza troppi paletti e con l’allargamento del raggio d’azione del Fondo nuove competenze per incentivare le aziende.

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Il primo firmatario Dem, Arturo Scotto, ha lanciato un appello al governo: “Ci ascolti. Se è vero che tutta Europa va nella direzione della riduzione dell’orario di lavoro, occorre che l’Italia non arrivi per l’ennesima volta in ritardo”. Per il capogruppo in commissione Lavoro il testo di partenza “è una base snella, vicina alle esperienze maturate all’estero e che può esser di supporto ai tentativi di inserire la riduzione dell’orario lavorativo nella contrattazione collettiva, come nel caso dei metalmeccanici che nella loro piattaforma propongono le 35 ore”.

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Da Avs, il capogruppo in commissione Lavoro, Franco Mari, invoca una proposta unitaria sulla falsariga del salario minimo. Nel testo di Avs c’è anche una patrimoniale per finanziare la misura. Apertura da Scotto: “Siamo pronti a discutere con tutti, anzi ci auguriamo di coinvolgere anche l’opposizione di centro: la nostra impostazione è difficilmente contestabile dal governo”. Ora partiranno le audizioni. Il presidente della Commissione Lavoro, Walter Rizzetto (Fdi), le ha calendarizzate dopo l’incardinamento delle tre proposte di legge, giovedì scorso, ma va coi piedi di piombo: “È un tema molto attuale – ammette, per poi aggiungere – ma penso che il traguardo da raggiungere sia prima l’aumento della produttività delle nostre aziende”. Dissente Scotto: “Da anni siamo primi nelle classifiche Ocse per ore lavorate e ultimi per aumento della produttività. E’ un tema che investe altri ambiti: precarizzazione, scarsa propensione all’innovazione. La riduzione dell’orario invece offre un dividendo in termini di conciliazione vita-lavoro, salvaguardia dei posti a fronte dell’avanzata dell’Intelligenza artificiale e ambientali, per la riduzione degli spostamenti e il decongestionamento delle città”. Per Scotto, in sintesi, “il mercato sta andando da solo verso nuove organizzazioni del lavoro, è ora che il Parlamento faccia la sua parte”.

Ma cosa dicono in concreto le tre proposte? Ecco il dettaglio delle previsioni, dagli orari ridotti agli interventi su straordinari e permessi, passando per i costi e le sanzioni.

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