L’Inps fa un passo indietro: Carlo Antonini, malato di Sla, non dovrà restituire i mille euro di rimborso per l’accompagnamento

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Carlo Antonini, 58enne di Sarezzo (nel Bresciano) malato di Sla, non dovrà restituire all’Inps i mille euro che nei giorni scorsi l’ente gli aveva chiesto di rimborsare per il lungo ricovero del 2021, quando l’uomo aveva trascorso due mesi al Centro clinico Nemo per le malattie neuromuscolari dell’ospedale Niguarda a Milano per sottoporsi a una tracheotomia.

“Merito dell’associazione ‘I nodi d’amore’ presieduta da Giovanni Gravili – ha raccontato lo stesso Antonini su Facebook tramite un comunicatore oculare – In due giorni hanno risolto tutto. Io e la mia famiglia ne siamo felici e vogliamo ringraziare pubblicamente l’associazione”.

Il post in cui il 58enne spiegava cosa gli fosse accaduto aveva fatto il giro d’Italia: secondo le normative dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, l’uomo nel 2021 aveva perso il diritto all’accompagnamento per aver trascorso un periodo di oltre 29 giorni “a totale carico di strutture pubbliche”.

Ma anche durante il ricovero, date le sue particolari condizioni di salute, Antonini aveva avuto necessità di costante assistenza h24 da parte della sua caregiver, la moglie Valentina Epis, come certificato da un documento rilasciato dal centro Nemo, che però all’Inps non era evidentemente mai arrivato.

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È ancora il diretto interessato a fare chiarezza: “La colpevole è quella carta del Nemo che dice che avevo bisogno di assistenza h24, che non ha fatto il suo lavoro – scrive Carlo Antonini – Non si sa chi possa averla persa, se il patronato o l’Inps oppure magari anch’io e mia moglie. Chi si ricorda dopo due anni?”.

In ogni caso, il 58enne di Sarezzo vuole trarre spunto da questa situazione ormai “pressoché risolta” per lanciare un appello a favore delle numerose altre persone nella sua stessa condizione: “Tanti malati mi hanno scritto perché è successa anche a loro la stessa cosa e altri ancora devono fare la mia stessa operazione e mi hanno chiesto cosa fare perché non gli capiti quello che è accaduto a me – si legge ancora nel post – Quand’ero in ospedale, io non stavo bene e mia moglie era accanto a me preoccupata. In quei momenti, chi va a pensare di fare una carta? E questo succede per qualsiasi malattia”.

Ecco quindi il suggerimento da parte di chi ha vissuto sulla propria pelle gli inconvenienti (spesso paradossali) creati dagli intoppi della burocrazia: “Io penso che in certe situazioni l’ospedale potrebbe comunicare direttamente all’Inps che il malato ha bisogno di assistenza h24 – continua – Per questa operazione semplice non ci sarebbero costi, ma in quel momento difficile si toglierebbe un pensiero ai familiari delle persone ricoverate”.

Ha annunciato il passo indietro dell’Inps sui propri canali social anche l’europarlamentare leghista Angelo Ciocca, che è stato a fare visita al malato di Sla: “Una grande vittoria di civiltà per Carlo Antonini, un cittadino di Brescia che ha lottato contro una decisione ingiusta dell’Inps, che quest’oggi ha annullato la sua richiesta – ha scritto – segnando un importante passo avanti per i diritti dei cittadini che si trovano ad affrontare situazioni simili”.

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