Borsa: Europa debole, l’attacco di Hamas spinge oro e petrolio

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I mercati azionari europei sono deboli dopo l’attacco di Hamas a Israele, con il rischio di una escalation del conflitto. Resta alta l’attenzione sui titoli di Stato mentre è in corso la riunione in Marocco della Banca Mondiale e del Fondo monetario, con l’intervento dei banchieri centrali che offriranno spunti sulle prossime decisioni sulla politica monetaria. Chiuso oggi il mercato obbligazionario statunitense per il Columbus Day.
    Tra i principali listini sono in calo Parigi e Francoforte (-0,6%), anche alla luce del dato in calo della produzione industriale tedesca, Madrid (-0,5%) mentre sale Londra (+0,2%).
    Sul fronte valutario il dollaro torna ad apprezzarsi sull’euro e sulla sterlina. In particolare la moneta unica scende a 1,0532 sul biglietto verde. In forte calo lo shekel israeliano, con la Banca centrale che ha lanciato un programma di vendite di dollari fino a 30 miliardi per “calmiera la volatilità del mercato”, spiegano gli economisti di Mps market strategy.
    L’attacco militare, intanto, spinge gli acquisti delle materie prime. L’oro è oggetto di acquisti in ottica di bene rifugio e guadagna l’1,5% a 1.849 dollari l’oncia. Il petrolio beneficia dei rischi di destabilizzazione in Medio Oriente, in particolare se il conflitto si estendesse all’Iran. Il Wti sale del 3%, dopo una fiammata a +5%, a 85,33 dollari al barile. In aumento anche il Brent a 86,9 dollari (+2,8%). In aumento il gas che risente sia del conflitto in Israele e sia delle minacce di sciopero dei lavoratori di alcuni impianti di Gnl in Australia.
    Inoltre, è stata trovata una perdita sospetta in un gasdotto sottomarino che collega Finlandia e Estonia. Ad Amsterdam le quotazioni salgono del 6,7% a 40,8 euro al megawattora.
   

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