L’opa di Salvini sull’Udc in vista delle Europee divide la Lega: “Arrivano i democristianoni”

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Non è solo un accordo elettorale, ma una scalata con uomini suoi che verrebbero “prestati” allo Scudocrociato per tenerne le redini soprattutto in Parlamento e creare magari qualche sgambetto alla premier Meloni e a Fratelli d’Italia. Matteo Salvini vuole “prendersi” l’Udc con i favori di Lorenzo Cesa, che dal canto suo tornerebbe in campo con il suo simbolo e nuova agibilità politica dopo aver “subito” l’opa di Maurizio Lupi e Saverio Romano in Noi moderati. Anche se, per presentare le liste con il simbolo Noi Moderati Lupi e compagnia hanno bisogno della firma di Cesa.

A breve comunque sarà annunciata l’intesa elettorale in vista delle Europee tra Cesa e Salvini. Il leader della Lega punta al tutto per tutto pur di confermare almeno l’8 per cento dei consensi e al Sud si affida così ai centristi: in Sicilia aveva già siglato un accordo con Raffaele Lombardo dell’Mpa, adesso con Cesa punta ad altre regioni. A fare da intermediario su tutta la trattativa il presidente della commissione Difesa Nino Minardo: ex forzista entrato nella Lega due anni fa, moderato, mai una parola di troppo. Il volto ideale per tessere accordi con il mondo centrista. Dalla Lega arriverebbero anche uno o due deputati per consentire a Cesa di costruire una componente all’interno del gruppo Misto, in cambio però Salvini vorrebbe indicare anche ruoli di guida del partito con il simbolo dello Scudocrociato. Sul fronte elettorale, per le Europee si candiderà con la Lega, via Udc, Aldo Patriciello, si parla anche della figlia dell’ex ministro Salvatore Cardinale, Daniela, e su altri volti moderati al Sud soprattutto.

Ma non mancano i malumori in casa Lega, in particolare tra i dirigenti del Nord che ricordano bene come il partito fondato da Umberto Bossi dei valori antidemocristiani abbia fatto un vanto. “Arrivano i democristianoni, come li chiamavano ai tempi di Bossi”, dicono i leghisti in Parlamento. Il più scettico sul piano Salvini-Cesa è proprio il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari. Ma non è il solo: Claudio Borghi, Stefano Candiani e altri lumbard non sono proprio entusiasti dell’accordo. Ma per Salvini tutto fa brodo in vista della prova di forza con Giorgia Meloni alle urne per l’Europarlamento. Dall’esito del voto di questa estate dipenderà anche il futuro assetto del governo e Salvini con i suoi è stato chiaro: “Se andiamo male non posso garantire nessuno anche se del Nord”. Tradotto: Cesa val bene una turata di naso se aiuta a raccogliere anche l’uno o il due per cento nel Mezzogiorno.

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