Mediterraneo conteso, Molinari: “Perché l’Occidente e i suoi rivali ne hanno bisogno”

Pubblicità
Pubblicità

Tutti vogliono il Mediterraneo (allargato).

Nell’ultimo giorno di Bookcity 2023, il 19 novembre alla Libreria Rizzoli Galleria di Milano, il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e il direttore di Repubblica Maurizio Molinari hanno dialogato su quello che sta succedendo nel nostro mare, moderati da Rolla Scolari. Una conversazione in una sala molto affollata, che è partita dal nuovo libro di Molinari, Mediterraneo conteso (Rizzoli), “Perché l’Occidente e i suoi rivali ne hanno bisogno”. Un volume che contiene anche le mappe che spiegano il mondo che verrà. «Il libro di Maurizio Molinari mi ha consentito di riflettere su questioni centrali del nostro tempo» ha detto il Ministro Sangiuliano.

Molinari: “Tre i grandi attori, Russia, Stati Uniti e Cina”

«Francis Fukuyama aveva teorizzato la fine della Storia. La storia, secondo lui, si era conclusa con la vittoria del mondo liberal-democratico sull’Unione Sovietica. I fatti che stanno avvenendo in Medio Oriente, l’11 settembre, l’aggressione della Russia all’Ucraina, dimostrano quanto improvvida fosse quell’affermazione. Per questo dobbiamo prestare sempre più attenzione anche alla geografia, come avviene in questo volume» ha aggiunto il Ministro, che ha raccontato anche una storia sulle mappe. Il monaco veneto Fra Mauro, prima della scoperta dell’America, le disegnava con le informazioni che raccoglieva dai navigatori veneziani. «La Russia è uno dei grandi attori per la contesa del Mediterraneo. Il secondo sono gli Stati Uniti con l’Occidente. Il terzo la Cina» ha spiegato il direttore, delineando uno scenario geopolitico, geoeconomico, geostorico complesso. Lo spunto di questo libro è stato, come ha sottolineato Molinari, la guerra in Ucraina. «Seguendo la guerra in Ucraina, ci si accorge che l’aggressione russa nasce dalla volontà imperialista di Putin di avere una proiezione egemonica nei mari del sud ovvero nel Mediterraneo» ha aggiunto il direttore.

Una persona del pubblico ha chiesto: «Tornerà Trump?»

«Tutto viene dallo zar Pietro il Grande, dalla Russia imperialista che ha San Pietroburgo sul Baltico e Odessa sul Mar Nero, spicchio della scacchiera del Mediterraneo. Senza questi due porti la Russia non ha una proiezione imperiale. Putin vuole Odessa. Tutto questo pone l’Occidente di fronte alla sfida più grande dalla fine della prima guerra fredda». Per quanto riguarda gli altri attori di questo processo, di questo cambiamento epocale, nel confronto tra il Ministro e il direttore si è parlato anche dei tentativi di dialogo tra Cina e Stati Uniti; dello scarso interesse per la Cina di aggiungere a una crisi finanziaria, in particolare del mercato immobiliare, una crisi militare; al futuro dei repubblicani d’America.

Una persona del pubblico ha chiesto: «Tornerà Trump?». Molinari ha ricordato come il 30% dei repubblicani sia con lui, ma c’è un 70% che potrebbe mettersi d’accordo su un candidato diverso – è emersa Nikki Haley – e sono in corso i processi contro l’ex Presidente americano. Un quadro che deve tenere conto anche della nuova guerra in Medio Oriente e degli altri Paesi coinvolti in questo scenario.

Molinari: “L’attacco di Hamas voleva affondare i negoziati Israele-Arabia saudita”

«L’attacco di Hamas aveva come obiettivo quello di affondare i negoziati tra Israele e Arabia Saudita per allargare i Patti di Abramo, all’interno dei quali era prevista la formazione di uno stato palestinese. Accordi definiti per porre fine al conflitto» ha dichiarato Molinari. «Un progetto, come ha spiegato anche Biden, che voleva creare contiguità tra India, Medio Oriente ed Europa, tra Stati in pace, vicini tra loro. Il progetto rivale della nuova Via della Seta che sta cercando di costruire la Cina. La Cina ha bisogno del Mediterraneo per portare i suoi beni e i suoi servizi in Europa». E poi, la Turchia, che, come ha ricordato il direttore, ha posizioni contrastanti: non aderisce alle sanzioni contro Putin, ma invia armi all’Ucraina; si schiera apertamente dalla parte di Hamas, ma continua a mandare segnali di apertura a Israele. Un Paese, come hanno sottolineato i relatori, dalla vocazione neottomana, che punta ad avere un ruolo di primo piano in questo contesto.

Il ministro Sangiuliano ha citato il Piano Mattei

«L’Iran non solamente vuole distruggere Israele, ma storicamente è rivale del mondo sunnita guidato dall’Arabia Saudita. L’Iran vuole costruire con Iraq, Siria e Libano una mezzaluna sciita che non è mai esistita nella zona dell’Islam, ma che li trasformerebbe in forza dominante, pur essendo una minoranza nel mondo sunnita» ha detto il direttore. L’Italia, in tutto questo, ha un ruolo sempre più importante: dalle migrazioni, dal dramma dei migranti, ai grandi cavi sottomarini per trasmettere i dati in tutto il mondo, che passano dalla Sicilia. Il Ministro Sangiuliano ha citato il Piano Mattei, l’importanza di migliorare la qualità della vita in Africa, il traffico di migranti. A cosa ci possiamo aggrappare, per immaginare e costruire il futuro? Ce lo suggerisce il Ministro: ai valori, ai diritti umani, alle grandi carte internazionali che li sanciscono, ai principi alla base dell’Unione Europea.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *