Ndrangheta, anche la famiglia di ‘Ringhio’ Gattuso sotto estorsione. “Questa cosa la poteva risolvere solo lui”

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Anche la famiglia di Rino Gattuso, oggi allenatore dell’Olympique Marsiglia e campione del mondo con gli Azzurri nel 2006, è finita nel mirino della ‘ndrangheta. Per convincere il padre del calciatore, Francesco, a pagare una mazzetta da 3mila euro, il boss di Schiavonea Aldo Abbruzzese, per due volte ha ordinato a un suo uomo di incendiare l’auto della sorella di “Ringhio”, Ida. Al primo danneggiamento, 17 ottobre, lei cade dalle nuvole. Il 15 dicembre invece ai carabinieri dà una pista e la formalizza in un esposto.

La famiglia sta lavorando alla realizzazione di un impianto fotovoltaico, ha ottenuto un finanziamento importante – 80mila euro – la notizia a Corigliano Calabro si è diffusa, il clan vuole una fetta. La richiesta “scaturiva dal fatto – si legge nell’esposto che Ida Gattuso formalizza – che in paese la mia famiglia è conosciuta in quanto mio fratello Gennaro è il noto calciatore”.

L’indagine viene aperta ma nel frattempo la famiglia, sostiene la procura, cede. Sono spaventati, il boss Abbruzzese e i suoi sono considerati pericolosi, “questi – si legge nelle carte che riportano le conversazioni registrate nel corso dell’indagine – ammazzano per cento euro”. È in questa fase che inizia a saltare fuori il nome del campione del mondo. Che sa quello che sta succedendo, la famiglia lo informa. Ma non interviene direttamente.

Per gli inquirenti, il campione si sarebbe affidato a un amico storico, Salvatore Pipieri. Lo chiamano “Il tedesco” perché nato a Monaco di Baviera, sebbene cresciuto in Calabria. A “Ringhio” Gattuso è sempre stato molto vicino.
Secondo quanto emerso dall’inchiesta sarebbe intervenuto già a dicembre, ma il suo coinvolgimento emergerà solo a gennio. Il 10 Piperi parte da Milano, atterra a Lamezia Terma, da lì va subito a Corigliano Calabro, paese natale di Gattuso, dove la famiglia ancora vive. Nel pomeriggio, ricostruisce l’inchiesta, incontra un emissario del clan Abbruzzese che poche ore più tardi viene perquisito. Gli trovano addosso “1500 euro composte da 30 banconote da 50”. Per gli investigatori è la seconda parte della mazzetta.

Secondo la procura, che ha chiesto e ottenuto l’arresto del boss e di Mustapha Hamil, l’autore materiale dei due danneggiamenti, la “tregua” sarebbe stata trovata a metà dicembre, quando Pipieri, “dopo aver preso accordi per il versamento con Aldo Abbruzzese, incontrava Ida Gattuso e, senza proferire parola per timore di un eventuale ascolto indiretto da parte delle forze dell’ordine, faceva leggere alla donna un messaggio che aveva provveduto a scrivere sul proprio telefono cellulare”.

È intercettata Ida Gattuso, ma probabilmente neanche lo immagina. Ecco perché le sue chiacchierate diventano strumento prezioso per arrivare a una ricostruzione completa. All’ex marito racconta di aver parlato con Piperi. “Mi ha detto puoi dormire su sette cuscini che oramai non è successo niente, mi ha scritto un messaggio sul suo cellulare me lo ha fatto leggere, ‘stai tranquilla è tutto finito, ho risolto tutto, abbiamo risolto tutto’”. Il resto gli investigatori lo capiscono dalla conversazione della sorella del campione del mondo con un’amica. “Salvatore… è andato là. Ha risolto tutto… quindi ora non succederà più niente ok?”. E specifica “lo ha mandato mio fratello, è tutto a posto comunque”. L’amica ascolta, poi le dà manforte. “Ma cosa ti ho detto stamattina? Questa storia solo tuo fratello la poteva risolvere e nessuno più”.

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