Niente Oscar per Matteo Garrone e ‘Io capitano’: “Il nostro film prosegue il suo viaggio in Africa”

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In un anno pieno di bellissimi film, era stata una vittoria – meritata – l’essere nella cinquina di candidati al miglior film internazionale. Non ce l’ha fatta Io capitano, ad agguantare l’Oscar, battuto dal favorito La zona d’interesse di Jonathan Glazer, ma è stato comunque meraviglioso il viaggio del film, partito dalla Mostra di Venezia con il Gran premio della giuria e poi acclamato di festival in festival.

Matteo Garrone e ‘Io capitano’: “Un’altra storia di migrazione rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere”

Il film di Matteo Garrone aveva senza dubbio una forza d’impatto emotivo più forte del raggelante, potente film di Glazier, l’Olocausto separato da un muro, la normalità di una famiglia nazista a pochi metri dal lager. Ma la macchina degli Oscar è fatta di tanti elementi. Sicuramente ha contato anche la potenza di fuoco dei votanti britannici, che dopo aver assegnato al film sia il Bafta per miglior film britannico gli ha dato anche quello come film internazionale, essendo girato in polacco, tedesco e yiddish. Sono novecento i membri votanti, contro l’ottantina dei votanti italiani – ammesso che ciascuno voti il candidato del proprio Paese. E anche gli altri candidati erano notevoli, dal tedesco La sala dei professori, allo spagnolo La società della neve, al gioiello firmato da Wim Wenders, Perfect days, a rappresentare il Giappone.

Garrone sul tappeto rosso aveva detto: “Siamo contenti di essere qui, la forza di questo film è dovuta alla straordinaria interpretazione di questi due eroi contemporanei. E’ un film che riesce a toccare il cuore in tutto il mondo, dietro i protagonisti ci sono veri migranti che erano veri superstiti. C’è tanta Italia dietro, ma anche tanta Africa”. Con il regista i due protagonisti di Io capitano avevano sfilato al Dolby Theater di Los Angeles per la notte degli Oscar: Seydou Sarr e Moustapha Fall, nel ruolo di due giovani che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa, un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare. Il regista aveva spiegato che il film nasce dall’idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa.

‘Io capitano’, il film di Garrone nell’inferno della Libia

Paolo Del Brocco, ad di Rai cinema: “Essere arrivati fin qui è un risultato straordinario ed ora, nella notte più emozionante, tornano alla mente gli applausi e la commozione raccolti negli ultimi mesi in giro per il mondo. E come un lungo abbraccio continueranno ad accompagnarci nel viaggio che proseguirà il film, ora che ha raggiunto una risonanza mondiale. Festeggiamo con tutti i reali protagonisti di questa storia, con Mamadou Kouassi e Fofana Amara, con i due giovanissimi e straordinari attori Seydou Sarr e Moustapha Fall, e con Matteo Garrone questo bellissimo traguardo, a loro va il nostro più grande ringraziamento e le nostre congratulazioni”.

Una scena di 'Io capitano'

Matteo Garrone, grazie al suo enorme talento, ha acceso ancora una volta nel mondo i riflettori sul cinema italiano. Ha portato di nuovo l’Italia a competere con le eccellenze della cinematografia internazionale fino alle battute finali, un risultato che ha qualcosa di prodigioso, visto che abbiamo gareggiato contro le forze smisurate delle grandi piattaforme e dei grandi distributori con budget a disposizione molto più sostanziosi.

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