Nuovo contratto, aumenti e tutele. Il premio di Meloni alle forze di polizia

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Roma — La convocazione ufficiale è arrivata ieri sera: mercoledi a Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ragioneranno con i sindacati di polizia sulle «iniziative legislative in itinere in materia di ordinamento e organizzazione delle forze di polizia con funzione di controllo del territorio». Il riferimento è al pacchetto sicurezza all’esame del Parlamento che prevede anche l’inasprimento delle pene per violenza o resistenza alle forze dell’ordine.

Un confronto che segna l’apertura di un tavolo di trattative, non a caso annunciato giovedì al Senato da Piantedosi prima dell’informativa sui fatti di Pisa, che porterà all’atteso rinnovo del contratto di lavoro per una platea di oltre 450.000 persone e alla concretizzazione di interventi più volte annunciati per la copertura degli organici e istituti previdenziali. Una saldatura strategica, che vale un miliardo e mezzo, quella tra governo e forze dell’ordine, in un momento particolarmente delicato per la tenuta della sicurezza pubblica, alla vigilia di appuntamenti importanti come le elezioni europee e il G7.

Timori per la tenuta delle piazze nel weekend

Difficile pensare che, a quel tavolo, non si parlerà della gestione delle piazze. Sempre sperando che il weekend, con le manifestazioni annunciate da collettivi studenteschi ancora a Pisa e Firenze, ma anche a Roma, Milano e Torino e lunedì a Genova con Salvini e Piantedosi, passi senza ulteriori incidenti. Il lancio di vernice rossa ieri a Bologna contro il muro della prefettura e il rogo delle foto di Meloni, Salvini e Netanyah non depone bene.

A Pisa gli agenti si autoidentificano

E per stemperare la tensione e dimostrare la massima collaborazione, ieri gli agenti protagonisti degli scontri di Pisa hanno fatto un passo avanti e si sono autoidentificati. «Quello sotto quel casco, quello dietro quello scudo sono io», hanno detto ai propri superiori consentendo così di attribuire più facilmente eventuali responsabilità penali o disciplinari e di identificare chi ha alzato i manganelli contro i ragazzi. Nomi che sono finiti in un’informativa che Digos e squadra mobile di Pisa hanno già inviato alla Procura.

L‘aumento delle tutele per gli agenti

E però, proprio nel momento in cui l’approccio securitario delle forze dell’ordine fa temere una contrazione delle libertà di manifestare il dissenso e scalda le piazze, il governo ( e la premier in prima persona) riporta in cima all’agenda l’aumento delle tutele degli uomini in divisa impegnati nelle piazze e apre i cordoni della borsa per dare una risposta concreta a promesse disattese per anni nei confronti di una categoria con stipendi medi fissi ( 1.700 euro) più bassi almeno del 30 % degli altri Paesi europei e con voci accessorie pagate una miseria ( 5 euro l’ora lo straordinario di un poliziotto).

«Non siamo più disponibili a passerelle. Il nudo e crudo messaggio di attenzione ci interessa poco, abbiamo bisogno di fatti e risorse aggiuntive, quelle stanziate non bastano neanche a coprire l’inflazione che si è mangiato un mese e mezzo di stipendio annuo per ogni poliziotto», dice Pietro Colapietro, segretario generale del Silp Cgil.

Aumenti, previdenza e assunzioni straordinarie

Al tavolo il governo si presenta con 1,4 miliardi nella legge di bilancio per il rinnovo del contratto scaduto da quasi tre anni, mentre quello per i dirigenti non è mai partito. Per indennità, straordinari, servizi esterni, notti, festivi sono previsti 60 milioni e altri 15 (in aggiunta ai 60 stanziati dal governo Draghi e mai spesi) per la previdenza dedicata che dovrebbe in parte affievolire il taglio del 40 % (rispetto al già scarno stipendio) che un poliziotto si ritrova nella pensione. E poi c’è il nodo degli organici, con un buco di 10-15.000 unità, che le 3.500 assunzioni straordinarie annunciate da Piantedosi non riescono a colmare visto il forte turnover. Anche a causa della mancanza delle scuole che non riescono a formare il personale.

Al tavolo i sindacati proveranno a tenersi uniti ma le sensibilità, ovviamente, sono ben diverse. «Per noi – dice Stefano Paoloni, segretario generale del Sap, sindacato vicino alle posizioni della maggioranza – quello del governo è un segnale di grande attenzione in un momento in cui abbiamo assistito a prese di posizione che hanno delegittimato il ruolo e la funzione delle forze dell’ordine. Il mettere in discussione il nostro agire ha portato all’escalation della tensione nelle piazze».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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