Quando Trump disse: “Hitler ha fatto anche cose buone”

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New York — Tutto sommato, «Hitler aveva fatto alcune cose buone». Ormai nulla sorprende di Donald Trump, ma queste convinzioni condivise col generale John Kelly, che l’ex capo di gabinetto della Casa Bianca ha rivelato al giornalista della Cnn Jim Sciutto nel suo libro “The Return of Great Powers” (Il ritorno della grandi potenze”), dovrebbero far riflettere il Partito repubblicano e i suoi elettori sulla natura della persona che vorrebbero riportare alla guida degli Usa.

La conversazione su Hitler era andata così: “Disse: ‘Hitler ha fatto alcune cose buone’. Io risposi: ‘Cosa?’ Lui replicò: ‘Ha ricostruito l’economia’. Ma cosa aveva fatto con quell’economia ricostruita? L’aveva rivolta contro il suo stesso popolo e il mondo. Gli dissi: ‘Signore, non si può mai dire niente di buono su Hitler. Niente. Mussolini era un bravo ragazzo, in confronto”. Quindi Kelly ha aggiunto: “È piuttosto difficile credere che gli fossero sfuggiti l’Olocausto, o i 400.000 soldati americani uccisi nel teatro europeo. Ma penso che si trattasse della volontà di presentarsi come un duro”. Trump, secondo il generale, “si era lamentato del fatto che Hitler mantenesse la lealtà del suo staff, mentre lui spesso non lo faceva. Gli avevo fatto notare che i generali tedeschi come gruppo non erano leali a Hitler e avevano cercato di assassinarlo alcune volte. Ma lui non lo sapeva. Credeva davvero, quando aveva portato nell’amministrazione noi generali, che gli saremmo stati leali e avremmo fatto qualsiasi cosa avesse voluto”.

Secondo Kelly, il presidente “pensava che Putin fosse una persona a posto, così come Kim, e noi avevamo messo la Corea del Nord in un angolo. Per lui era come se stessimo pungolando questi tipi: ’Se non avessimo la Nato, Putin non farebbe queste cose’”. E ancora lo pensa. Infatti il premier ungherese Orban ha rivelato che durante il loro recente incontro a Mar a Lago gli ha confermato che “se verrà rieletto non darà un soldo all’Ucraina”, costringendola così alla sconfitta contro la Russia.

L’ex consigliere per la sicurezza nazionale Bolton ha spiegato che Trump “si considera un pezzo grosso. Perciò gli piace avere a che fare con altri pezzi grossi, e i tipi come Erdogan in Turchia riescono a mettere le persone in prigione senza dover chiedere il permesso a nessuno. In un certo senso gli piace”.

Secondo Kelly, Donald “non è affatto un tipo duro, in realtà è esattamente il contrario. Però così immagina se stesso”. Quindi ha aggiunto: “La mia teoria sul motivo per cui gli piacciono così tanto i dittatori è che lui è fatto così. Ogni presidente entrante è scioccato di avere così poco potere, senza andare al Congresso, il che è positivo. È una lezione di educazione civica, la separazione dei poteri, tre rami di governo uguali. Ma nel suo caso, è rimasto scioccato dal fatto di non avere poteri dittatoriali per inviare le forze armate statunitensi dove voleva o spostare denaro all’interno del bilancio. E considerava Putin, il leader cinese Xi e quel pazzo della Corea del Nord, come persone simili a lui in termini di quanto erano dure”.

Kelly e Bolton erano dovuti intervenire per evitare l’uscita dall’Alleanza Atlantica, ma temono che nessuno riuscirà a fermarlo, se verrà rieletto: “Il punto è che non vedeva assolutamente alcuna utilità nella Nato. Era assolutamente contrario all’avere truppe in Corea del Sud o in Giappone, come forza deterrente”. E proverà a ritirarle.

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