Russia, giornalisti ancora nel mirino. Arrestata Antonina Favorskaja, la reporter che filmò le ultime immagini di Navalny

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MOSCA – Un nuovo giro di vite travolge i giornalisti che hanno avuto contatti con le organizzazioni create dal defunto oppositore Aleksej Navalny. Dopo dieci giorni di arresto amministrativo, la fotoreporter e giornalista Antonina Favorskaja è stata nuovamente arrestata. Questa volta le accuse riguardano il coinvolgimento nelle attività della Fondazione per la lotta alla corruzione, che in Russia dal 2021 è considerata estremista. Rischia fino a 12 anni di carcere. Da tempo si occupava dei procedimenti a carico dell’oppositore più in vista del Paese, di cui era riuscita a riprendere le ultime immagini in vita.

Formazione da giornalista e il sogno di una carriera nella recitazione, Antonina Favorskaja, aveva iniziato a collaborare con la testata indipendente Sota nel 2022, prima dell’avvio dell’operazione militare speciale in Ucraina, ha ricordato la fondatrice di Sota, Aleksandra Ageeva. Inizialmente ha realizzato reportage fotografici di proteste e udienze legate alle norme sulle “fake” sull’esercito russo. Per un particolare “fiuto” giornalistico si è trovata a coprire eventi di particolare rilevanza.

Lo scorso anno ha seguito il processo che ha portato alla condanna in Cecenia di Zarema Musayeva, la madre dell’avvocato e attivista del Comitato contro la tortura Abubakar Jangulbaev. Ha poi assistito a quasi tutte le udienze di Navalny in tribunale, a cui l’oppositore partecipava in videoconferenza e, nel febbraio 2024 lo ha raggiunto nella sua ultima prigione a Kharp. Dal viaggio oltre il Circolo polare artico aveva tratto un reportage, datato 9 febbraio, solo una settimana dalla misteriosa morte dell’attivista. Prima dell’arresto stava raccogliendo materiale per un documentario più ampio.

Il 27 marzo, Favorskaya avrebbe dovuto essere rilasciata dal centro di detenzione speciale, ma mentre usciva è stata nuovamente arrestata e portata a casa sua per una perquisizione. Secondo OVD-Info, è stato aperto un procedimento penale contro la giornalista per aver collaborato con l’organizzazione “estremista” FBK: avrebbe pubblicato materiale sulle piattaforme FBK. La pena prevista da questo articolo può arrivare fino a 12 anni di reclusione. Ageeva sottolinea: Favorskaja non ha mai partecipato a nessun partito o movimento. L’intero programma della giornalista consisteva nel coprire eventi e tribunali, quindi semplicemente non aveva nemmeno un giorno libero, aggiungono i suoi colleghi.

L’arresto è avvenuto all’uscita del centro di detenzione di Sakharovo, vicino Mosca, dove si trovava dal 17 marzo per “resistenza a pubblico ufficiale”. Una violazione del codice amministrativo che gli agenti le avevano contestato dopo una delle numerose visite al cimitero Borisovskoe, dove è sepolto Navalny. Secondo la versione della polizia, Favorskaja si sarebbe rifiutata di mostrare i propri documenti, avrebbe “agitato le braccia con aria di sfida, afferrato l’uniforme e cercato di scappare”.

Ad attenderla al rilascio la sera del 27 marzo a Sakharovo c’era anche la giornalista Anastasia Musatova, presente al momento del fermo, in compagnia della fotografa Aleksandra Astakhova. Entrambe sono state trattenute dalla polizia e interrogate dal Comitato investigativo come testimoni nel procedimento contro l’amica e collega Favorskaja. Le indagini sono proseguite a casa delle tre giornaliste e nell’abitazione dei genitori di Favorskaja, dove la reporter risulta residente.

Durante le perquisizioni sono stati fermati altri due giornalisti: Ekaterina Anikievich di Sotavision e Konstantin Zharov di Rusnews. Quest’ultimo, riferiscono i colleghi di Rusnews, è stato picchiato durante l’arresto. Secondo una fonte della Ong OVD-Info, Zharov sarebbe stato anche minacciato di violenza sessuale. Nell’ambito del procedimento penale per estremismo, il 27 marzo è stata arrestata anche la giornalista di Rusnews Olga Komleva che in passato ha collaborato come volontaria nello staff di Navalny nella città di Ufa, nella regione degli Urali. Come collaboratrice di Rusnews, ha coperto le proteste comprese i movimenti di massa scoppiati a gennaio nella vicina Bajmak, dopo la condanna dell’attivista Fail Alsynov.

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