Salvini e la kermesse con la destra filo-Putin. La Ue: “Lega sul carro della propaganda russa”

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ROMA — La Lega? «Noi vediamo che ci sono certe forze che approfittano della situazione di incertezza e saltano sul carro della propaganda russa. Noi dobbiamo spiegare ai cittadini cosa sta succedendo, cosa sta succedendo in Ucraina, e perché è necessario che si faccia un fronte unico» per Kiev. A precisa domanda dell’eurodeputato Fabio Massimo Castaldo, la vicepresidente della Commissione Ue Vera Jourova commenta così i rapporti tra Lega e Russia e il pericolo che queste relazioni rendano inefficace l’azione dell’Unione contro la propaganda di Mosca in vista delle Europee.

Parole che tornano ad alimentare sospetti e polemiche a tre mesi dal voto per il rinnovo dell’europarlamento. E che riaccendono il clima di uno scontro che contrappone Salvini ai vertici della commissione. Ursula von der Leyen, nel discorso che aveva preceduto la sua nomination come ricandidata alla guida del governo europeo, aveva aspramente criticato le forze di Id, gli alleati della Lega nell’europarlamento. La reazione era stata un duro attacco a von der Leyen e all’esecutivo Ue, secondo una linea che è quella dell’ultradestra, decisamente più dura di quella di Meloni. Salvini, negli ultimi giorni, ha rafforzato la sua posizione di distanza delle istituzioni europee: «Non hanno mosso un dito per quattro anni e mezzo sull’immigrazione. C’è un partito che si chiama +Europa. Se io non fossi Lega, mi presenterei con +Italia e -Europa». Il fronte, ora, è di nuovo quello dei legami con Putin. «Nei Paesi membri — dice Jourova — ci sono persone e partiti politici che diffondono falsità sulla guerra della Russia in Ucraina. In alcuni Paesi sono già in Parlamento, e purtroppo anche al governo».

In questo scenario, Salvini torna a organizzare in Italia un raduno di Identità e democrazia, il raggruppamento europeo di Destra al cui interno non mancano dichiarate simpatie filo-putiniane: si svolgerà il 23 marzo a Roma, negli studios di via Tiburtina. Invitati, come nel dicembre scorso a Firenze, tutti i partiti che aderiscono a Id, fra cui i tedeschi di Alternative fur Deutschland e il Rassemblement national di Marine Le Pen. Che ieri non ha partecipato al voto sull’accordo per gli aiuti all’Ucraina. A Roma non dovrebbe esserci Marine Le Pen ma al suo posto arriverà il presidente Jordan Bardella. Eventi analoghi, organizzati dalla Lega per Id, dovrebbero tenersi nei prossimi mesi anche a Milano e Bari.

La convention romana è avvolta ancora da una cortina di riserbo. «Nessuno ne sa nulla, credo ci saranno parecchie defezioni», dice un esponente leghista di primo piano. Ma la manifestazione del 23 marzo è comunque la conferma che Salvini non si ferma nella sua campagna per conquistare voti alla destra di Meloni. Una scommessa difficile. Comunque contraddittoria. Perché, allo stesso tempo, Salvini apre a candidature esterne o centriste. «Ma siamo con Afd o con i democristiani? Qui non si capisce più nulla», dice Paolo Grimoldi, uno dei coordinatori del Comitato Nord di Umberto Bossi. «Mi chiede se vedo il bicchiere mezzo pieno? Bisogna capire pieno di cosa», sbotta un senatore lombardo, additando il recente ingresso nella rosa dei candidati di quelli che sono considerati sempre più “corpi estranei”: il generale Roberto Vannacci, l’eurodeputato ex FI Aldo Patriciello, l’Udc di Cesa, l’Mpa di Raffaele Lombardo.

A creare stupore, nelle ultime ore, la campagna acquisti affidata a Claudio Durigon, luogotenente salviniano inviso ai colonnelli del Nord, che in Campania ha reclutato un gruppo di 75 esponenti del movimento “Sud protagonista”, cui si aggiungono altri sindaci siciliani. Lega alla ricerca di consensi per risalire la china ma gli spazi, nella lista delle Europee, sono ristretti. Anche perché, visto il crollo rispetto al 2019, molti uscenti non potranno essere ricandidati o rieletti. «Con questa gente non andiamo da nessuna parte, FI ci ha superato e rischiamo di scendere sotto lo sbarramento», profetizza un governatore.

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