Sanità, firmato il contratto dei 130mila dirigenti medici della sanità pubblica: 289 euro in più e stop alle ore di lavoro “regalate”

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Un aumento dello stipendio, con 289 euro lorde al mese in più e fino a 10mila euro di arretrati procapite, ma anche percorsi di carriera ed un netto miglioramento delle condizioni di lavoro. A partire dallo stop all’orario illimitato ed alle ore in più non pagate e ‘regalate’ alle aziende. Il nuovo contratto della dirigenza medica e sanitaria 2019-22, firmato oggi all’Aran dopo 7 mesi di trattative serrate, rappresenta un grande passo avanti, affermano i sindacati medici che hanno siglato l’accordo all’unanimità. Ma alla soddisfazione si affianca una richiesta: avviare subito la trattativa per il nuovo contratto 2022-24 per il quale però, affermano le organizzazione mediche, le risorse “ancora non ci sono”.

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“La grande attenzione del governo per la sanità pubblica”

Il contratto riguarda 135mila camici bianchi del Servizio sanitario nazionale (120.063 medici e 14.573 dirigenti sanitari non medici.) e le risorse ammontano a 618 milioni di euro. Il governo, ha commentato il ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, “conferma in questo modo la sua grande attenzione per la salute pubblica”. Anche per il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, sono state sanciti “importanti elementi di novità”, ma ora “occorre un ulteriore passo a livello normativo, con provvedimenti in grado di aumentare l’attrattività del Ssn per i professionisti”.

La questione dell’orario di lavoro

Ma oltre alla parte economica, ha sottolineato il presidente dell’Aran (l’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni), Antonio Naddeo, questo contratto “segna un importante passo avanti per il miglioramento delle condizioni di lavoro dei medici”. A partire dall’orario, uno dei punti più caldamente dibattuto. La questione riguarda il comma 3 dell’art. 27 relativo appunto all’orario di lavoro, grazie al quale, spiega il presidente del sindacato degli anestesisti rianimatori (Aaroi) Alessandro Vergallo, “viene di fatto ristretta l’applicabilità del comma 3 dell’art. 15 della Legge 502/92. Un articolato che rendeva possibili da parte delle Amministrazioni aziendali interpretazioni tali da portare alla cancellazione per i medici, in quanto dirigenti, di centinaia di ore lavorate oltre alle 34 + 4 contrattualmente dovute”.

I “risultati storici”

Non sarà più così: “È stato sancito il diritto del dipendente a recuperare le eventuali ore che si fanno in più. Le ore vanno necessariamente recuperate. Abbiamo sancito dunque che non c’è un orario di lavoro illimitato. Questo aspetto non chiaro – ha detto Naddeo – ora si è trasformato in un diritto chiaro”. E soddisfazione per lo stop alle “ore di lavoro regalate alle aziende” arriva da tutte le sigle. Non solo. I sindacati parlano di “risultati storici” anche per altre novità, dopo oltre tre anni di attesa: sono stati assicurati percorsi di carriera e riposi, definite le regole per i medici in formazione assunti nel Ssn; è stato ricondotto alla normalità il lavoro quotidiano dei dirigenti medici e sanitari evitando i medici ‘globetrotter’ definendo la loro sede di lavoro, e sono state ridotte guardie e reperibilità. Prima della firma finale, il testo dovrà ora passare le verifiche di competenza per entrare in vigore verosimilmente a inizio 2024.

“Subito la trattativa per il prossimo contratto 2022-24”

L’attenzione è però già rivolta al prossimo contratto 2022-24: i sindacati chiedono che si apra subito la trattativa ponendo fine alla prassi di firmare contratti scaduti da anni. Le risorse ancora non ci sono, affermano le organizzazioni mediche, ma Naddeo ha precisato che “il ministro dell’Economia Giorgetti ha dichiarato che ci saranno le risorse per il rinnovo dei contratti del Pubblico impiego 2022-24. Dobbiamo aspettare e vedere le risorse in legge di bilancio. Siamo fiduciosi”.

Frenare la fuga dei camici bianchi dal Ssn

L’obiettivo è innanzitutto quello di frenare la fuga dei camici bianchi dal Ssn. La firma di oggi, avverte la Fp Cgil, “è una prima restituzione di diritti e salario, ma chiediamo risposte nella legge di bilancio”. Per questo, conferma il segretario Pierino Di Silverio, “saremo in piazza il 7 ottobre e come Fp Cgil siamo pronti alla mobilitazione”.

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