Schlein a Conte: “Qualche problema c’è, la nostra gente stufa delle liti tra vicini”

Pubblicità
Pubblicità

Roma — «Il campo largo non è morto» e lotta insieme a noi. Non si rassegna Elly Schlein. Nonostante le bordate di Giuseppe Conte sul bubbone pugliese, a dispetto della sfida lanciata dal M5S sulla questione morale che è elemento fondante della constituency democratica — non per caso si è deciso di dedicare a Enrico Berlinguer la nuova tessera del partito nel quarantennale della morte — la segretaria del Pd insiste a dichiararsi «testardamente unitaria», a lavorare per consolidare l’alleanza coi grillini su cui tanti, anche dentro il Nazareno, cominciano a dubitare.

Un sentiero che va restringendosi ogni giorno di più, minato dalle provocazioni che anche ieri l’ex premier giallorosso non ha risparmiato: «Se supereremo il Pd alle Europee non lo farò valere come motivo di leadership, il mondo dem si rilassi», ha punzecchiato l’avvocato in tour in Calabria. «La leadership, per me, passa dai valori che persegui».

Ma Schlein lascia intendere di non volere battibeccare per un punto in più nei sondaggi: «La nostra gente è stufa delle liti condominiali fra vicini», chiosa illustrando alla stampa estera la campagna per Bruxelles, una serie di card con i punti salienti del programma, dal salario minimo alla sanità universale, dai migranti alla famiglia alla pace. Davanti ai giornalisti stranieri, la leader della minoranza non si sottrae alle domande, evitando cadute di stile nei confronti del suo principale competitor. Al quale recapita un messaggio piuttosto chiaro. «Il Pd da un anno ha un obiettivo: ricostruire un’identità forte, comprensibile, univoca e costruire l’alternativa alle destre. Io non vorrei fosse un problema soltanto nostro, ma una responsabilità condivisa da tutte le forze di opposizione». Il che, ovviamente, non significa nascondere la polvere sotto il tappeto: «Qualche problema c’è», ammette lei stessa, ma va superato «tenendo a mente che l’avversario è questo governo, altrimenti non ce ne libereremo».

Nessuno può fare a meno dell’altro — è il ragionamento — né il Pd del M5S, né viceversa: «È quasi un elogio della matematica», incalza. E il bello è che anche i grillini lo sanno: «Vorrei segnalare che al di là delle Europee dove ognuno va per sé e si vede», spiega infatti Schlein, «abbiamo stretto questa alleanza in 4 regioni su 5 da quando ci sono io; su 27 comuni capoluogo che vanno al voto il 9 giugno in 22 o c’è già l’accordo o lo stiamo definendo. Non mi sembra così morta la costruzione di un’alternativa, fortunatamente per l’Italia».

La segretaria invitando a ignorare quel che a molti, nel Partito democratico, appare come il gioco delle tre carte dell’ex premier Conte. Lei, lascia intendere, non cadrà nella trappola: «Non ci interessa ingaggiare una polemica con le altre opposizioni mentre il governo spacca il Paese con l’Autonomia differenziata, smantella la repubblica parlamentare, taglia la sanità, aumenta le tasse, taglia le pensioni e nega l’emergenza climatica», accusa.

Poi, certo, c’è un Pd da cambiare e rilanciare. Missione da completare partendo dalle liste per le Europee, che verranno varate domenica in direzione: «Dopo la sconfitta alle politiche, molti si chiedevano se il Pd avrebbe retto o si sarebbe spaccato», ricorda. E invece: «Siamo tornati sopra il 20%, gli iscritti sono aumentati del 10% e pure il 2xmille. In 13 dei 17 capoluoghi dove si è votato il Pd è primo partito. Idem in Sardegna, mentre in Abruzzo è secondo, ma ha raddoppiato i voti assoluti. Oggi siamo noi il perno della costruzione dell’alternativa», rivendica.

Certo, il futuro è pieno di incognite. La prima è il risultato alle Europee, che avrà un peso sul suo destino. Perciò Schlein evita di sbilanciarsi: «Non metto asticelle», sorride, «perché le asticelle portano iella».

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *