Segrega la figlia di 15 anni perchè accetti le nozze combinate: “Sei una schiava”. Madre condannata

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Aveva promesso la figlia di 15 anni in sposa a un uomo molto più grande di lei, e aveva segregato la ragazzina perché accettasse il matrimonio. Con l’accusa di maltrattamenti, è stata condannata a un anno e quattro mesi di carcere la madre di Rashida, “sposa bambina” di origini egiziane la cui vicenda era emersa tre anni fa a Torino.

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Il pm Dionigi Tibone aveva chiesto per la donna una pena di due anni. Non c’era solo questa vicenda nei capi d’accusa, ma anche le privazioni a cui la ragazzina veniva costretta: non poteva uscire con le amiche o vestirsi come voleva. Per andare a scuola doveva essere sempre accompagnata da un parente. E negli ultimi tempi, quando aveva cominciato a dare segni di insofferenza per quel matrimonio imposto, la situazione era peggiorata.

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Disperata, dai bagni della scuola, aveva chiamato Telefono Azzurro e chiesto aiuto. “Fra tre giorni mi sposo” aveva detto, confidando la sua preoccupazione per quelle nozze ormai imminenti. Tutto era pronto e organizzato: il banchetto, il vestito rosso da indossare, comprato dal futuro marito che non aveva nemmeno mai visto.

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Era anche emerso che qualche tempo prima aveva tentato di togliersi la vita. Il padre era morto da pochi mesi e la madre riteneva che fosse ora per lei di contrarre matrimonio. La polizia era intervenuta e l’adolescenza era stata allontana da casa.

Dopo un periodo passato in comunità, durante lo scorso lockdown, era stata indotta a tornare a casa perché le era stato detto che la madre avesse problemi di salute. Non era vero. Di nuovo la sua vita sarebbe stata caratterizzata da forti limitazioni della libertà di uscire di casa.

Per queste nuove accuse, la donna è stata assolta. La ragazza, assistita dall’avvocato Isabella Nacci, aveva espresso forte preoccupazione per le conseguenze giudiziarie bei confronto della madre, a cui ha sempre detto di volere molto bene.

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