Usa 2024, scintille tra gli sfidanti di Trump. Ma l’ex presidente vince senza esserci

Pubblicità
Pubblicità

New York – Diciamo che nella corsa al secondo posto, il governatore della Florida Ron DeSantis e l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Haley stanno emergendo come i due contendenti più solidi. Che uno di loro però riesca davvero ad ostacolare la corsa di Donald Trump verso la candidatura repubblicana, per tornare alla Casa Bianca, resta assai difficile da immaginare. La sostanza del dibattito di ieri sera a Miami tra i cinque candidati rimasti in pista nelle primarie del Gop, a parte l’ex presidente, è questa. Il resto è interessante forse per capire gli umori della dissidenza repubblicana, ma con un favorito che sta avanti di 30 o 40 punti nella maggior parte dei sondaggi, serviva altro per scuotere la platea e cambiare il destino segnato della competizione.

Tutti contro tutti, nessuno contro Trump

Momenti elettrici per la verità ce ne sono stati. Come quando l’imprenditore biotecnologico Vivek Ramaswamy ha accusato Haley di essere un’ipocrita, perché critica la Cina per lo spionaggio attraverso il social TikTok, ma poi lascia che la figlia lo usi: “Prima di dare lezioni agli altri, dovresti mettere ordine in casa tua”. L’ex ambasciatrice lo ha fulminato: “Lascia mia figlia fuori dalle tue parole. Sei solo feccia!”.

Il punto però è che attaccandosi tra loro i “cinque nani” rimasti, DeSantis, Haley, Ramaswamy, Chris Christie e Tim Scott, possono forse sperare di farsi notare come spalle, ma se vogliono diventare protagonisti e vincere devono attaccare Trump, e nessuno ha il coraggio di farlo sul serio perché tutti sanno che la base elettorale di cui avrebbero bisogno sta con lui.

La prima domanda posta dai moderatori della televisione Nbc, infatti, è stata proprio perché uno di loro farebbe il presidente meglio di Trump, e le risposte non sono state convincenti. Nessuno si è azzardato a notare che Donald ha subito quattro incriminazioni per processi criminali, tra cui quello per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, e lunedì ha testimoniato nel procedimento civile in corso a Manhattan contro la sua compagnia accusata di frode. DeSantis ha detto che “Trump dovrebbe essere qui a spiegare perché meriterebbe un altro mandato, visto che non ha costruito il muro, ha aumentato il debito nazionale di otto trilioni, non ha fermato la Cina”. Poco altro però è emerso, e se i rivali che vorrebbero prendere il suo posto non sanno spiegare il perché, è difficile che lo facciano gli elettori della base trumpista al loro posto.

Sconfitte pesanti

Il problema dovrebbe essere serio, anche per i repubblicani, perché martedì hanno nuovamente perso le elezioni locali in Ohio, Virginia, Kentucky e altri Stati. DeSantis e Ramaswamy hanno ammesso che sono stanchi di perdere, senza però puntare il dito contro Trump, che del partito è ormai il leader indiscusso e quindi ne determina la linea. Ma se i suoi rivali non hanno il coraggio di rinfacciargli la scelta di una direzione perdente, a maggior ragione non lo faranno i suoi seguaci. Ad esempio sull’aborto, grande tema all’origine della sconfitta di martedì. Tutti i candidati si sono professati pro life, perché alle primarie hanno bisogno del voto della destra evangelica, e solo Haley ha avuto il coraggio di prendere una posizione più realistica, che potrebbe pagare nelle elezioni nazionali.

Presidenziali Usa, la tentazione dem: trasformarle in un referendum su aborto e democrazia

Divisi sull’Ucraina

Ampia parte del dibattito è stata dedicata alla politica estera, dove su Israele ci sono poche divergenze. I candidati hanno fatto a gara a chi esprimeva il sostegno più incondizionato a Benjamin Netanyahu, che dovrebbe “farla finita una volta per tutte con Hamas”. Diverso è il discorso sull’Ucraina, dove Haley ha rinfacciato a Trump di aver smarrito la strada. Ramaswamy ha ripetuto le posizioni dell’ex presidente, dicendo che non continuerebbe ad aiutare Kiev, e allora Haley lo ha infilzato: “Putin e Xi stanno salivando all’idea che uno come te possa andare alla Casa Bianca”. Quasi tutti poi hanno promesso che farebbero pagare direttamente all’Iran il suo appoggio per i terroristi, lasciando supporre che sarebbero pronti anche ad accettare la guerra regionale o il peggio che ne seguirebbe.

Il nuovo Speaker della Camera Usa Johnson confessa: “Io e mio figlio ci monitoriamo a vicenda per tenerci lontani dai siti porno”

Ricette poco convincenti

Per contrastare il traffico di oppiacei verso gli Stati Uniti, Haley ha minacciato di “mandare le forze speciali in Messico” e “bloccare tutti i commerci con la Cina fino a quando non smetterà di produrre e inviare da noi il Fentanyl”.

Tutti rilancerebbero l’economia eliminando le regole ambientaliste o di altro genere imposte da Biden, e alcuni alzerebbero l’età pensionabile per salvare il sistema previdenziale dalla bancarotta. Non molto, per entusiasmare.

Il dibattito è stato più serio e profondo nei contenuti rispetto ai primi due. Resta però da vedere se ce ne sarà un quarto, considerando il vantaggio siderale di Trump nei sondaggi, e la sostanziale inutilità di questi confronti per scalfirlo.

Pubblicità

Pubblicità

Go to Source

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *