Valditara attacca sulla scuola di Pioltello che chiude per il Ramadan: “Risultati formativi sotto la media lombarda, i ragazzi in questi istituti restano indietro”

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E l’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha fatto sapere di aver riscontrato alcune “irregolarità” nella delibera con cui L’istituto Iqbal Masih di Pioltello (Milano) ha deciso di chiudere il 10 aprile, giorno della festa di fine ramadan. Per questo motivo ha chiesto al dirigente scolastico di “valutare la disapplicazione della delibera e la possibilità dell’annullamento”

Una comunicazione che arriva nello stesso giorno in cui il ministro Valditara punta il dito contro la scuola di Pioltello che avrebbe “risultati formativi che sono enormemente inferiori rispetto a quelli della media lombarda”. DIchiarazioni arrivate dal ministro a margine dell’apertura di Fiera Didacta a Firenze e dopo aver ordinato una ispezione nella scuola.

Chi era Iqbal Masih, il ragazzino pakistano diventato un simbolo a cui è dedicata la scuola di Pioltello che chiude per la festa di Ramadan

“Nonostante gli sforzi notevoli dei professori e del preside – ha detto Valditara -, il livello di competenze in italiano, di competenze con risultati deboli L1 e L2, nella scuola di Pioltello è, al termine della scuola media, il 50,5%, mentre invece la media lombarda è 33,3%. Il livello di competenze deboli in matematica è il 45%, contro un 35,4% della media lombarda. Invece le competenze di alto profilo sono il 49,6% in italiano e 66,7% la media lombarda, il 54% in matematica e il 64% invece la media lombarda”. Un confronto, quello che fa il ministro, che però non fa i conti con il fatto che la scuola ha metà degli studenti che provengono da famiglie immigrate e che quasi sempre a casa non parlano italiano ma la loro lingua d’origine.

Per Valditara “è su questo che noi dobbiamo lavorare, cioè dobbiamo far sì che scuole così complesse abbiano la possibilità di garantire un futuro di eccellenza a tutti i giovani, che siano immigrati o che siano italiani, ma a tutti i giovani, perché purtroppo in scuole di questo tipo molti ragazzi perdono circa un anno rispetto ai loro coetanei che studiano in altre scuole”.

Un modo, sembra, per spostare il fuoco dalla polemica politica che va avanti da giorni e anche dalle minacce che il preside ha ricevuto dopo aver comunicato la sua decisione, approvata invece anche dalla Diocesi di Milano.

“E’ su questo che vorrei che l’opinione pubblica si concentrasse. Dobbiamo aiutare queste scuole, che possiamo considerare di frontiera, a recuperare i risultati formativi proprio per non pregiudicare quei tanti giovani, che siano italiani o che siano stranieri”, sostiene Valditara, che conclude: “L’ufficio scolastico deciderà in totale autonomia: io ho posto un problema di rispetto della legge, della legalità, delle regole più che altro. Ribadisco che ogni provvedimento deve essere motivato; che se la Regione Lombardia fissa tre giorni di deroga devono essere tre e non possono essere di più; che le scuole non possono creare nuove festività ma possono legittimamente derogare al calendario per motivi di carattere didattico”. Il preside aveva però già assicurato che il giorno perso sarebbe stato recuperato in altra data.

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