A casa di Angelo Bucarelli. Pezzi d’arte, righe e colori ma la camera è bianca per dormire meglio: “E il terrazzo è un palco”

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Due cani neri dall’aria aggressiva sembrano muoversi nel salotto. Dobermann in poliuretano talmente leggeri che il loro padrone li sposta a suo piacimento. A fare simbolicamente da guardia alla casa a Testaccio dell’artista e critico d’arte Angelo Bucarelli sono le sculture di Paolo Grassino. Ogni ambiente un colore diverso: celeste nel soggiorno, rosso nella sala pranzo, grigio nei passaggi e bianco nello studio, ma soprattutto in camera da letto. «Il colore è comunicazione – spiega l’art director che ha fatto del comunicare la sua filosofia di vita – e ha il potere di cambiare l’umore. La notte bisogna dormire in pace: alle pareti niente quadri, solo colori tenui. Chi viene in questa casa si rallegra e per me è motivo di soddisfazione».

Niente quadri in camera da letto, per il resto tutto è un’opera d’arte. E righe qua e là. Nel soggiorno, una tempera del Chrysler Building di Tom Slaugher della Factory di Warhol che Bucarelli frequentò negli anni vissuti a New York, una formica in alluminio del vietnamita Dinh Cong Dat, un disegno del Valadier, un bianco personaggio di Mimmo Paladino e la scultura di Marino Mazzacurati che ritrae la zia Palma Bucarelli: prima donna italiana a essere direttrice di un museo – la Galleria nazionale d’arte Moderna dal 1942 – raffinata antesignana del femminismo, tra le più grandi personalità legate all’arte del Novecento. Di lei c’è anche una foto di Milton Gendel, proprio sotto l’elica gigante in legno che fu di Filippo Bucarelli, nonno di Angelo, pioniere dell’aviazione italiana, amico del pilota Lindbergh.

«Mia zia è stata una musa nella mia vita che è improntata alla ricerca della raffinatezza e del bello. Per me la casa è come un vestito, rappresenta quello che vuoi essere: sia che l’abbia concepita chi ci vive, come nel mio caso, sia che l’abbia pensata un architetto. Gli spazi vanno interpretati rispettando chi li abita, altrimenti si può perdere il piacere di viverci. Anche in albergo sposto tutto, rendo le stanze a mia immagine. Questa terrazza è un palcoscenico sulla storia di Testaccio: i resti dell’Emporium dell’antico porto fluviale, il monte dei Cocci costruito con le anfore rotte, l’Aventino sullo sfondo e la chiesa di Santa Maria Liberatrice. Il condominio fa parte di quell’edilizia popolare firmata Magni. Proprio nel cortile accanto, che a differenza del mio non è stato ristrutturato, Paola Cortellesi ha girato il suo film».

Se la casa è come un abito, le sue camicie sono rigorosamente a righe orizzontali. Il motivo? «Ho cominciato negli anni Settanta perché volevo essere notato ed è diventato un tratto personale. Mi piace vestirmi colorato, dare allegria. Ma non sono affatto un dandy, perché il dandy lo associo a una figura decadente, mentre io sono allegro e positivo».

Anche la sua compagna Pinar Dogru, nata a Istanbul, è stata contagiata dalle righe e per la foto insieme si accomodano sul divano accanto a una grande opera. È di Angelo Bucarelli e ritrae la secondogenita delle sue tre figlie, nate dal matrimonio con Nina zu Fürstenberg: Cosima, Palma, Sirai. «Metà volto è di Palma e metà è di una mula che in friulano vuol dire ragazza. Quadro che ho infatti realizzato per una mostra a Trieste. Insieme a Pinar, per ArtCloud Network International, sto collaborando a progetti museali in Azerbaijan e in Turchia. Mi diverte fare anche il direttore creativo di feste e matrimoni». Come nome d’arte ha scelto Buc e Buc è ricamato persino sui canovacci della cucina. Sopra il frigo c’è una curiosa macelleria napoletana, opera in cera di Marco Ferrigno e che idealmente richiama l’antico mattatoio del quartiere. Il frigo, con vasetti di vetro che contengono prugne, olive e capperi, insieme a vino e parmigiano, è ordinato ma abbastanza vuoto. E un motivo c’è: «Prima di pranzo vado al mercato di Testaccio e compro piatti belli e pronti. Mi piacciono i fiori anche se ho il pollice killer». Nello studio carico di oggetti c’è un’installazione che ha a che fare con l’arte di comunicare: «È la scritta PIANO in bianco e nero, con sopra una mensola di alluminio. Ognuno ci legge ciò che vuole: i tasti di un pianoforte, l’andare piano. Sopra ci stanno bene due monaci buddisti e una bici. Piano come il sentimento di accoglienza di una casa che piano ti accoglie e ti fa tirare un sospiro di sollievo».



La casa di Angelo Bucarelli è la 71esima puntata del nostro viaggio nelle abitazioni romane dei personaggi. Siamo stati negli appartamenti di Licia Colò, Imma Battaglia ed Eva Grimaldi, di Giampiero Ingrassia, Simona Quadarella, Fabio Canino, Luigi De Laurentiis, Roberta Bruzzone, Massimo Lopez, Massimiliano Rosolino e in quello di Jesús Guillermo Mariotto, a Centocelle dalle drag queen Karma B, e in quella del fisico Valerio Rossi Albertini Tiranni. Ma anche nella casa in affitto di Anna Falchi e in quello di Barbara Alberti. Siamo entrati e abbiamo ogni volta fotografato quelle di Fulco Pratesi, Tosca D’Aquino, Marisa Laurito, Pino Strabioli, Mario Ceroli, Luca Barbarossa. Siamo stati a casa di Francesco Pannofino, Dario Aita, Pilar Fogliati, Giuliano Montaldo, Francesca Fagnani, alla Tognazza, da Carl Brave,siamo entrati dalla porta di Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia, Alessio Lapice, Mogol, Alda Fendi, Nichi Vendola, Paolo Bonolis, di Enrico Lucherini, Alessandro Orrei e poi ospiti di Emanuela Fanelli e Leo Gassmann.

Da Laura Boldrini, Mario Tozzi, Leo Gullotta, Vittorio Sgarbitra Corso Vittorio e Corso Rinascimento, da Vladimir Luxuria al Pigneto, Pier Ferdinando Casini, Claudia Gerinie Valeria Marini, Giancarlo de Cataldo e da Bruno Vespa nel suo maestoso affaccio su Trinità dei Monti.

Nel rifugio jazz in campagna di Stefano Fresi, l’abitazione di Enrico Vanzina, la casa di Emma Bonino in Campo dè Fiori,quella di Eleonora Abbagnato, Dacia Maraini al Flaminio, Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo, quella di Nino Frassica, Walter Ricciardi, di Corrado Augias, Lunetta Savino, di Renzo Musemeci Greco e Novella Calligaris, dell’architetto Massimiliano Fuksas, del regista Pupi Avati, nel cuore di Roma, l’omaggio al compianto Piero Angela, la casa di Erri De Luca nella campagna di Bracciano, la villa all’Eur di Francesco Rutelli.

Siamo andati anche nell’appartamento di Franco Nero e Vanessa Redgrave sull’Aurelia, il rifugio di Simona Izzo e Ricky Tognazzi, la casa di Ema Stokholma, l’attico in cui aveva vissuto con Ilaria Occhini lo scrittore Raffaele La Capria, l’abitazione di Gianrico Carofiglioa Campo Marzio, la casa di Stefano Bollanivicino a Santa Maria Maggiore, dopo aver aperto le porte magiche dell’appartamento di Renzo Arbore vicino alla Cassia Antica e aver fatto visita al leader di Azione, Carlo Calendanel Rione Trevi.

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