Affari&Finanza, Live 40 anni. La diretta dell’evento alla Bocconi di Milano. Donnet (Generali): “Il governo riscriva il Ddl Capitali”

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“Con Affari&Finanza volevamo esserci. Arrivammo noi e nacque un nuovo modo di raccontare l’economia”. Sono le parole di Eugenio Scalfari a incorniciare l’evento A&F Live 40 anni, all’Università Bocconi di Milano: il racconto dei quarant’anni del settimanale economico di Repubblica e una riflessione con i principali esponenti del mondo economico e finanziario (i protagonisti) su L’Italia e l’Europa di domani (il programma).

IL DOSSIER

Donnet (Generali): “Raggiungeremo obiettivi, piano ambizioso”

Abbiamo “creato tanto valore per nostri soci ma c’è ancora upside perché il management è focalizzato su raggiungere risultati piano e sulla preparazione del piano futuro che sarà molto ambizioso e di creare tanto valore per soci e anche per tutti stakeholders e sappiamo che nonostante un altro contesto sfidante saremo in grado di raggiungere obiettivi”. Così il ceo delle Generali. “C’è ancora molto upside sul titolo. Sono soddisfatto dell’andamento degli ultimi 10 anni”, aggiunge Donnet rilevando che il “titolo ha un buon futuro”.

Panajia (Henkel Italia): “Obiettivo 50% di donne in posizioni manageriali entro il 2025”

“Noi ci siamo dati il target di 50% di donne im posizioni manageriali entro il 2025, ora siamo al 40%. questo però non ci frena sulle nostre ambizioni. Già in fase di selezione cerchhiamo di avere il 50% di curricula di uomini e 50% di donne”, sottolinea Mara Panajia presidente e amministratore delegato Henkel Italia. In azienda “Abbiamo raddoppiato il congedo di paternità ma la cosa più difficile è farli prendere, questi giorni”, aggiuge.

Profeta (Bocconi): “”Con parità di tasso di occupazione uomini/donne +12% di Pil”

Se il tasso di occupazione femminile raggiungesse quello maschile si stima un aumento di Pil di dodici punti, ricorda Paola Profeta. C’è poi- aggiunge – “un tema di benessere” ricordando che il tema non riguarda soltanto la crescita economica. “Poi ci sono anche benefici economici più specifici: aprire al talento femminile significa anche aver e punti di vista diversi, persone che portano il loro contributo con diverse angolazioni”, aggiunge.

Profeta (Bocconi): “Italia in coda in Europa per divario di genere”

“Secondo le stime del Wef ci vorranno 113 anni per chiudere il gender gap”, sottolinea Paola Profeta, pro-rettrice dell’Università Bocconi. “In nessun Paese si è chiuso il divario di genere”, ha detto ricordando che l’Italia si colloca all’ultimo posto in Europa”:

Donnet (Generali): “Il governo usi la delega per riscrivere il ddl Capitali, così non fa bene alle aziende italiane”

“L’obiettivo iniziale era giustamente di spingere le Pmi familiari a quotarsi in Borsa in Italia” – risponde Donnet alla domanda se il testo del governo sul Ddl Capitali vada nella giusta direzione. “Vedremo se avrà questo impatto. Il problema è che durante la discussione parlamentare sono emerse norme che potrebbero avere l’effetto contrario”. Nel mirino di Donnet va infatti l’articolo 12 che regola la presentazione della lista del cda. La lista del cda “funziona bene in tanti mercati e noi l’abbiamo fatta per la prima volta nel 2022 e funziona benissimo. Ora, l’articolo 12 mette a rischio questa best practice internazionale e la rende impraticabile. In caso di lista del cda, infatti, (l’articolo 12, ndr) dà abnorme importanza alle minoranze. Un piccolo azionista con una quota infima, grazie al ddl Capitali per come è fatto oggi, potrebbe ottenere il 20% dei posti in cda. E questo potrebbe danneggiare la qualità della governance di questa società. L’altra criticità dell’articolo 12 è il secondo voto nominale (il fatto che i componenti della lista cda debbano poi essere avallati uno per volta dall’assemblea, ndr): in una società vigilata, con consiglieri che presentano molti requisiti, potrebbe creare molta confusione. E questo non può funzionare, nel mondo finanziario. Aggiungo – dice Donnet – il fatto che il potere dato alle minoranze apre le porte ai fondi attivisti, ed è pericoloso per le aziende italiane perché questi attivisti potrebbero avere un potere smisurato e contrario all’interesse della maggioranza delle società”. In definitiva, “vedo tante criticità e mi auguro che il governo possa usare la delega per riscrivere l’articolo 12 che oggi non porterebbe nessun vantaggio a questo Paese, ma potrebbe creare tanti problemi. Le grandi istituzioni che rappresentano gli investitori internazionali si sono espresse in modo molto negativo, e non è banale. E anche noi, che siamo il primo investitore italiano, esprimiamo tante criticità. E anche questo non è banale”.

Donnet (Generali): “Tutto il settore finanziario deve essere una leva per trasformare l’economia reale in chiave sostenibile”

E’ possibile avere una finanza sostenibile? “Ad aprile, ci avvicineremo a 800 miliardi di asset in gestione. Sono convinto che tutto il settore finanziario deve esser sostenibile, sia come finanziamento bancario, sia come investimento in capitale, sia come assicurazione. Deve essere una leva importante per stimolare l’economia reale a trasformarsi in modelli di business sempre più inclusivi, sostenibili e verdi. Come Generali ci siamo impegnati in tal senso già anni fa, la sostenibilità è al centro della nostra strategia per guidare le nostre azioni. Abbiamo integrato i criteri Esg nelle nostre attività di investimento e di sottoscrizione dei rischi assicurativi”.

Donnet (Generali): “Troppe tasse, troppe norme”. Sui danni climatici: “Solo 5% delle case è protetto”

“Abbamo un business mix che ci consente di crescere anche con tassi risicati di crescita generale”, dice Donnet riguardo alle stime di avanzamento del Pil dello ‘zerovirgola’. “L’Italia e l’Europa, però, dovrebbero fare di più: il Fisco è troppo pesante, ci sono troppe sovrapposizioni di norme: bisogna abbassare le tasse, ridurre le norme e liberare energie” imprenditoriali. Sul cambiamento climatico e gli impatti degli eventi catastrofali, “sarà un problema per le assicurazioni, ma ancor più per le famiglie, i cittadini, le aziende – sostiene Donnet -. Oggi c’è un protection gap molto importante. Il 75% degli italiani è proprietario di casa, ma solo il 5% del patrimonio è protetto contro eventi catastrofali”. Serve per questo un “partenariato pubblico-privato” per aumentare la protezione.

Donnet (Generali): “Troppe tasse, troppe norme”. Sui danni climatici: “Solo 5% delle case è protetto”

“Abbamo un business mix che ci consente di crescere anche con tassi risicati di crescita generale”, dice Donnet riguardo alle stime di avanzamento del Pil dello ‘zerovirgola’. “L’Italia e l’Europa, però, dovrebbero fare di più: il Fisco è troppo pesante, ci sono troppe sovrapposizioni di norme: bisogna abbassare le tasse, ridurre le norme e liberare energie” imprenditoriali. Sul cambiamento climatico e gli impatti degli eventi catastrofali, “sarà un problema per le assicurazioni, ma ancor più per le famiglie, i cittadini, le aziende – sostiene Donnet -. Oggi c’è un protection gap molto importante. Il 75% degli italiani è proprietario di casa, ma solo il 5% del patrimonio è protetto contro eventi catastrofali”. Serve per questo un “partenariato pubblico-privato” per aumentare la protezione.

Donnet (Generali): “Tassi ora aumentano la profittabilità. Ma non era normale avere i tassi negativi”

“Da Brext al Covid, gli ultimi anni sono stati carichi di eventi che non si possono immaginare. Ci hanno insegnato che bisogna prepararsi, così come ai cambiamenti repentini dello scenario economico: pensiamo al rialzo brutale dei tassi d’interesse e la nuova situazione che si è creata con l’inflazione. E’ un nuovo mondo, un nuovo contesto. L’Italia ha resistito bene”. Così Philippe Donnet ha descritto gli ultimi anni, intervistato da Walter Galbiati. “Siamo ora in una situazione gestibile, anzi per le assicurazioni Vita lo scenario è positivo. Avevamo una profittabilità importante a tassi zero, ora con questi tassi sarà ancora maggiore. L’anomalia è stata vivere quindici anni a tassi zero”.

Castagna sul risiko bancario: “Se qualcuno sarà interessato a noi, farà la sua offerta”

“Siamo soggetto della nostra crescita, di quel che abbiamo fatto in questi anni trasformando una somma di banche regionali nel terzo gruppo italiano con obiettivi di crescita di ricavi e profitti anche nei prossimi anni. Poi, siamo una public company per cui se qualcuno penserà che siamo un oggetto interessante farà la sua offerta. Per noi è importante continuare a far crescere il valore del titolo. Quando hai il vento in poppa, quando pensi di crescere, devi pensare bene e fare eventualmente operazioni solo che hanno senso”. Così Castagna sulle ipotesi di risiko bancario.

Castagna (Banco Bpm): “Investitori italiani scommettano sulle banche italiane. Con discesa tassi ripartiranno investimenti”

La metà dei soci delle banche italiane sono investitori stranieri, cui andrà una parte importante della ricchezza generata dagli istituti. “Questo dato – dice Castagna – deve essere uno stimolo ai nostri investitori perché scommettano sugli istituti. Noi diamo dividendi attraenti ed è normale esser oggetto di attenzione da parte degli stranieri”. Quanto agli impieghi, “il 2023 è stato il primo anno di riduzione degli impieghi, con i tassi che sono cresciuti costantemente e gli imprenditori – che avevano accumulato liquidità – hanno aspettato a rifinanziare vecchie operazioni”. Ora, “con l’abbassamento dei tassi che speriamo ci sia nella seconda parte dell’anno, speriamo che si stimoli di nuovo la crescita degli investimenti e dunque delle erogazioni”.

Castagna (Banco Bpm): “Bilanci migliorati grazie alle pulizie, alla crescita e ai tassi”

“Tutti abbiamo dato una grande pulizia ai bilanci, durante la pandemia sono stati anni complicati. Ora, grazie alla ripartenza post-Covid in cui l’Italia è stata tra i primi per crescita in Europa, e quindi con l’uscita dall’incubo dei tassi negativi, tutti i nostri bilanci sono migliorati”. Così il numero uno del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, intervistato dal direttore di Affari&Finanza, Roberto Rho, fotografa il momento del credito tricolore. “Tutti speriamo che i tassi tornino intorno al desiderato dell’inflazione – ha aggiunto – perché lì si può fare bene banca e anche far bene impresa”. Sul margine esploso grazie al delta tra interessi applicati ai prestiti e quello applicato alla raccolta, Castagna ha spiegato che “un incremento c’è stato anche sui c/c, ma è ovvio che sarebbe sbagliato dare l’idea ai risparmiatori che il tasso sul conto corrente sia il modo in cui remunerare i loro investimenti. Tutti siamo attrezzati per offrire soluzioni a rendimenti più interessanti, non è con i conti correnti che si spera di prendere rendimenti importanti”. E ancora, sulla sostenibilità di lungo termine dei 25 miliardi di profitti registrati quest’anno: “Siamo riusciti a creare fabbriche prodotto, per esempio nel ramo delle assicurazioni Vita, che è uno degli elementi che ci dà spazio per compensare minori utili da un settore con maggiore da un altro”.

Confalone (Novartis): “Su medicina territoriale impostazione Pnrr è corretta, ma tema è implementazione”

“Sulla medicina territoriale l’impostazione del Pnrr è corretta, ma il punto è l’implementazione”, ha detto l’ad di Novartis Italia Valentino Confalone. “La verità è che il Pnrr prevede che il grosso della spesa sia sulle infrastrutture , ma manca la gestione del personale”, ha detto ancora.

Cimbri: “Su sfida demografica non c’à la bacchetta magica ma serve l’immigrazione”

Su demografia “non ‘è una bacchetta magica” ma “occorre lavorare su molti aspetti”, ha detto il presidente di Unipol Carlo Cimbri, ricordando che con l’aumento della ricchezza in tutto il mondo la natalità tende a calare. “Anche con politiche straordinarie”, ha detto, ci vorrebbero molti anni per avere un effetto. “L’immigrazione viene sempre trattata in maniera negativa”, ha detto ancora. “Per me è altro: costruire le base per una società che si sviluppa in maniera armonica anche con provenienze diverse. E’ questo che ci serve per il futuro”

Cimbri: “Ancora in pochi ricorrono a previdenza integrativa”

“Da tantissimi anni si parla di sostenere la previdenza integrativa però sono ancora in pochi a farla, spesso chi non ne ha bisogno” ha spiegato il presidente di Unipol Carlo Cimbri, sottolineando però che c’è un tema di redditi. “Diventa difficile dire: ‘fai una pensione integrativa’ se prendi 1500 euro mese”, ha aggiunto.

Boeri: “Evitare di fare deragliare il sistema con le quote. Con questo governo requisiti pensionistici più duri”

Occorre- secondo Boeri “evitare di fare deragliare il sistema” con “il meccanismo delle quote”. Molte promesse fatte durante la campagna elettorale “sono state rimangiae”. Anzi, ha aggiunto Boeri, “questo governo ha indurito i requisiti rispetto alla stessa riforma Fornero”

Boeri: “Problema non è longevità ma declino della natalità”

“Il problema che abbiamo davanti non è legato alla longevità”, ha spiegato il professor Tito Boeri. “Il problema è nei tassi di fecondità. Il declino della natalità è un problema per tutti i sistemi pensionistici a ripartizione”. ha aggiunto. “Le proiezioni ci dicono che nel 2050 avremo un pensionato per lavoratore”, ha sottolineato Boeri.

Maioli: “Quote rosa hanno funzionato solo nei cda”

“Le quote rosa hanno funzionato sui consigli di amministrazione”, ha sottolineato Maioli, rimarcando però che nei livelli dirigenziali la quota di donne è ancora molto inferiore a quella degli uomini

Maioli: “Nelle banche ricambio generazionale imponente”

“Nelle banche c’è stato un ricambio generazionale imponente”, ha detto l’ad di Credit Agicole Italia Giampiero Maioli ricordando le 1100 assunzioni nel 2023. “E’ cambiato l’approccio dei giovani al mondo del lavoro”, ha aggiunto. “Sempre di più sarà la manodopera qualificata a dettare le condizioni”, ha detto ancora Maioli.

Billari: “Immigrati servono non solo come lavoratori ma come famiglie”

“E’ inevitabile che serva anche la leva immigrazione” per contrastare il calo demografico. Lo ha detto il rettore della Bocconi Francesco Billari. “Abbiamo bisogno di immigrati non solo come lavoratori ma come famiglie”, ha aggiunto

Maioli: “Non si risolve tema demografico con bonus bebé o allarmismi”

“Non sono bonus bebé o allarmismi che risolveranno il tema demografico”, dice Maioli. “E’ un passaggio culturale” per cui “servirà moltissimo tempo”, ha aggiunto.

Maioli: “Da calo demografico impatto devastante sull’economia”

“L’impatto del calo demografico sull’economia è devastante con un effetto diretto sul Pil”, spiega l’ad di Credit Agricole Italia Giampiero Maioli, con “un impatto diretto sui consumi” molto forte. SI affaccia poi secondo Maioli anche un tema immobiliare, con molte abitazioni vuote legate allo spopolamento.

Billari: “Sempre meno nati in Italia, in Euopa stuazione eterogenea”

“Il trend di lungo periodo è un un trend in cui in Italia nascono sempre meno bambini. Stiamo partendo dal picco di un milione del baby boom a meno di 400 mila nati all’anno. Sono cambiate tante cose nel frattempo. Si allungata la speranza di vita di una ventina d’anni, sono arrivati gli immigrati, ma cala il numero di diciottenni. IN Europa la situazione è eterogenea. CI sono Paesi nell’est con una situazione ancora più problematica dell’Italia. Europa è stagnante ma con mix di situazioni.In Italia c’è un tema nel Mezzogiorno per la velocità di spopolamento. Che signfica scuole che chiudono, paesi che si svuotano “ Lo ha detto il rettore della Bocconi Francesco Villari

Spence sui tassi d’interesse: “Serviranno almeno un paio d’anni per normalizzare la situazione”

“Dopo la grande crisi economica degli anni passati, le Banche centrali hanno rimesso la situazione a posto – spiega il professor Spence –. Purtroppo, dopo la pandemia la situazione non è rientrata nella ‘norma’. Siamo ancora in una situazione di eccesso di domanda rispetto all’offerta. Le Banche centrali hanno pensato che fosse un problema transitorio, hanno avuto un approccio in ritardo. Comunque non ci sono recessioni alle porte, le economie sembrano sane. Credo che ci vorranno però almeno due anni per tornare in una situazione normalizzata, la discesa dei tassi e dell’inflazione richiederà ancora tempo”.

Il Nobel Spence, il direttore Molinari e la professoressa Cartabia sul palco

Cartabia: “Il cedimento dello Stato di diritto sta interessando molte democrazie. Europa laboratorio di avanguardia per le soluzioni”

“Il cedimento dello Stato di diritto sta interessando molte democrazie e la tenuta e indipendenza del sistema giudiziario preoccupa gli operatori economici e finanziari, come elemento di instabilità. Ma l’Unione europea sta mettendo in campo contromisure importanti”, spiega Marta Cartabia. “La ‘cattura’ delle Corti supreme in Ungheria e Polonia ha fatto scattare un meccanismo che toglie diritti di partecipazione ai membri che non rispettano lo Stato di diritto. Ma non ha funzionato, per il veto di alcuni Paesi: è inapplicabile. Se l’elemento politico non ha funzionato, ci si è rivolti alle Corti. Che hanno fatto la loro parte, pronunciando condanne di violazione dei Trattati ma poco hanno potuto fare per mettere in moto un meccanismo di risanamento. E qui, il terzo tentativo molto interessante, vede il connubio tra lo strumento finanziario e giuridico: il meccanismo più efficace che ha rimesso in moto un cambiamento nei Paesi in maggiore difficoltà è stato l’uso dello strumento della ‘condizionalità finanziaria’: si subordina l’erogazione dei fondi Ue al raggiungimento di riforme e alle garanzie del riconoscimento dello Stato di diritto. All’Ungheria non sono stati forniti finanziamenti finché non sono state messe in cantiere determinate riforme. Questi anni di grande crisi dello Stato di diritto hanno reso l’Europa un laboratorio di avanguardia su come affrontare e arginare questi problemi”.

Cartabia e la regolamentazione del digitale: “Con mezzo mondo al voto, sarà un anno di stress test per le piattaforme”

“Tra Europa e Stati Uniti c’è stata una distanza siderale nella regolamentazione dell’Ia – sostiene Marta Cartabia interrogata dal direttore Molinari sulla regolamentazione digitale – L’approccio dell’Europa è stato molto ‘ansiogeno’, improntato al controllo; quello americano diverso. Ora c’è stato un cambio di paradigma. Gli Stati Uniti, dopo importanti momenti di tensione legati agli appuntamenti elettorali, hanno cominciato a prevedere forme di autoregolamentazione, la moderazione di contenuti e via dicendo. Sarà tema fondamentale in un anno in cui mezzo mondo è chiamato alle urne: sarà un anno di stress test per le piattaforme su cui circola l’informazione”, spiega Cartabia. Quanto alla convergenza tra i sistemi: “Credo che manterremo approcci diversi tra Europa e Stati Uniti, noi contiamo molto su regolatori terzi che fanno da autorità del settore, mentre negli Usa c’è più un aspetto di auto-regolamentazione. Ma il dialogo è possibile”.

Spence: “L’intelligenza artificiale non è solo rischi. Le norme servono, ma anche per potenziarne i vantaggi”

“L’intelligenza artificiale va normata, ma sono necessarie anche politiche che possono consentire non solo di contenere i rischi, che creano molte paura, ma anche potenziare i vantaggi. Questi sistemi vanno considerati come ‘assistenti digitali’, non solo elementi che sostituiranno il lavoro dell’uomo”, sostiene il Nobel Spence. “L’errore che non bisogna commettere è che possano sostituire l’essere umano quando ci sono da prendere decisioni sui rischi da prendere: medici, avvocati, professionisti di questo tipo. Questo è il limite dell’Intelligenza artificiale”.

Intelligenza artificiale, Spence: “Cocktail vincente è che sono multidisciplinari e facilmente accessibili”

“I grandi modelli linguistici che hanno consentito lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale generativa avranno un impatto notevole e dovranno trattare un enorme numero di parametri, fino a 1 trilione insieme. Per il momento, i computer che sono in grado di elaborare questa mole di informazioni sono limitati, negli Usa e in Cina tra le maggiori aziende. Tuttavia l’aspetto molto importante di questi sistemi – sostiene il premio Nobel Spence – è che possono passare da una disciplina all’altra senza difficoltà: un aspetto che li accomuna agli esseri umani, che possono passare dal Rinascimento all’inflazione e dare una risposta. Il secondo aspetto importantissimo è che non serve particolare formazione da parte delle persone per poterli utilizzare. Il cocktail vincente è che questi sistemi gestiscono una mole enorme di informazioni in modo multidisciplinare e insieme sono molto accessibili”.

Intelligenza artificiale, Spence: “La produttività può aumentare in modo fenomenale”

Il premio Nobel Spence sul futuro dell’Intelligenza artificiale: “Il potenziale dell’Ia generativa è evidente, secondo le stime di McKinsey parliamo di un aumento della produttività del 15-20% per coloro che hanno meno esperienza nel settore in cui operano, che può arrivare al 40%. Molti leader di aziende del settore testimoniano questo fatto. I sistemi mettono insieme diverse conoscenze e aiutano chi non è esperto, portando ad aumentare le proprie performance in modo fenomenale”.

Cartabia, le priorità dell’Europa per il 2030

L’Unione europea deve necessariamente trovarsi pronta per il 2030 – quando un importante numero di Paesi potrebbe entrare – con alcuni cambiamenti di cui si parla da tempo: il primo è rimuovere la regola dell’unanimità delle decisioni in una serie di ambiti, che aveva senso quando i sei fondatori iniziavano a muovere i primi passi. Man mano che c’è stato l’allargamento, l’unanimità diventa un potere di veto a qualche Paese riottoso e quindi un ostacolo. Altra priorità ineludibile è di pensare come riformare le istituzioni: finora sono state ‘allargate’ ad ogni nuovo Stato membro, ma non si può pensare di andare avanti per addizione di nuovi pezzi. E poi c’è il grande dibattito sul futuro dell’immagine della Ue: allargare o approfondire? O forse l’uno e l’altro? Ci sono proposte da valutare, ad esempio l’idea di ‘cerchi concentrici’ che darebbe ordine a quel che nei fatti è accaduto: un’Europa che si è sviluppata a geometrie variabili, pensiamo all’euro che non riguarda tutti i Paesi. Serve una architettura istituzionale che tenga dentro tutti, forse recuperare qualcuno che è uscito, ma non frenare la cooperazione più stretta dei Paesi che la desiderano”.

Cartabia. Europa, le quattro riforme in agenda: istituzioni, geografia, competenze e budget

“Siamo in un momento molto particolare dell’Europa perché non si può fare a meno di pensare a un orizzonte di riforme complesse. Quattro settori in cui l’Ue deve misurarsi con un cambiamento: la struttura istituzionale, la geografia (dieci Paesi sono in pipeline per entrare in Europa, e tutti a Est), le competenze e le riforme del budget in generale. Ci sono riflessioni molto mature e i costi delle non riforme sarebbero troppo alti”. Le parole di Marta Cartabia, ex ministra della Giustizia, docente in Bocconi e prima presidente della Corte costituzionale sul palco con il premio Nobel Michael Spence e il direttore di Repubblica, Maurizio Molinari. “Mi permetto di suggerire – aggiunge Cartabia – di iniziare a portarle nel dibattito pubblico anche come tema del futuro appuntamento elettorale. Molto spesso in Italia le elezioni europee sono dei test per il governo nazionale. Sicuramente sarà così anche quest’anno, ma non può essere solo quello: bisogna iniziare a parlare con i cittadini e chiedere loro che Europa vogliono. E quale Europa stanno portando avanti le forze politiche? E’ un esercizio di democrazia europea, e si può fare moltissimo.”

Sironi (Bocconi): “Rigore, trasparenza e responsabilità sono valori che ci caratterizzano”

Il presidente dell’Università Bocconi, Andrea Sironi, vede l’ateneo e il settimanale come istituzioni che hanno due tratti in comune: “In Università creiamo conoscenza e la trasferiamo agli studenti. Voi la diffondete. Entrambi dobbiamo distinguere i fatti, ciò che è oggettivo, dalle opinioni. Rigore, trasparenza, responsabilità sono valori che ci caratterizzano entrambi. La seconda considerazione è che entrambi non siamo solo cresciuti dimensionalmente, ma come ambito di attività. La Bocconi era storicamente molto economia e finanza, voi nascete come Affari&Finanza. Nel tempo ci siamo evoluti e i dibattiti di oggi riguardano tantissimi temi: dalla sfida climatica a quella digitale a quella digitale. E lo stesso è accaduto per la Bocconi, con le scienze sociali, l’ambito giuridico, le scienze politiche, la sociologia, la demografia”.

Il sindaco Sala: “Crescita di Milano a disposizione di chi è in difficoltà e del Paese”

“Milano è una città che nel suo Dna ha la volontà di trovare sempre un modello di crescita. Ma se non la pianifichi, sei fermo. E il crescere, creare ricchezza, serve per aiutare chi è più in difficoltà e la parte di popolazione che è in difficoltà è sempre più larga. E nei nostri 26 secoli di storia abbiamo sempre fatto così, nell’ottica di mettere questa crescita a disposizione del Paese”. Così il sindaco di Milano, Beppe Sala, introduce i lavori di A&F Live.

Molinari: “Un anno di montagne russe”

“Siamo di fronte a un anno di montagne russe, l’imperativo per tutti noi è comprendere quali sono le sfide che incombono su di noi e le riforme di cui l’Italia ha bisogno, ma anche di come possiamo rendere l’Europa più integrata”. Così Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, in apertura dell’evento spiegando il titolo L’Italia e l’Europa di domani.

Affari&Finanza attraverso le parole dei suoi direttori

L’inserto economico compie 40 anni. Chi lo ha guidato racconta come l’ispirazione, partita da Scalfari e Turani, sia stata tramandata nel tempo.

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