Ciclismo, Giro: Campenaerts vince a Gorizia. Pioggia, cadute e ritiri. Bernal resta in rosa

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L’importanza del gioco di squadra. Victor Campenaerts non è uno qualunque, non può esserlo chi detiene il record dell’ora. Il belga però non aveva mai vinto al Giro, con una collezione di quattro secondi posti. La squadra dicevamo, la Qhubeka-Assos, la stessa di Nizzolo, che a Verona dopo una maledizione che sembrava infinita si era sbloccato. Oltre a Campenaerts, Walscheid e Wisniowski: una superiorità numerica che in un drappello in fuga di 15 unità si fanno sentire. Un successo voluto, conquistato in un derby finale senza esclusione di colpi con l’olandese Riesebeek: scatti e controscatti, fino ad un epilogo reso problematico da una sorta di diluvio universale che si è scatenato su Gorizia e dintorni. Una situazione che ha invitato alla prudenza Bernal e gli altri big, che sono arrivati con pedalata turistica.

<<La cronaca della quindicesima tappa>>

Del resto non esistono tappe facili in questo Giro, anzi non esistono km facili: per mezz’ora la Grado-Gorizia è stata neutralizzata. Una caduta brutta, di quelle con i corridori che vanno a tutta, ha impegnato ammiraglie e medici nei soccorsi. Ne sono usciti malissimo Buchmann (sesto in classifica, il suo posto viene preso da Ciccone), van Emden, Berhane e Guerreiro. La loro avventura finisce qui. Insomma, tanto stress, fisico e mentale: non il massimo alla vigilia di un’altra tappa micidiale, con Marmolada, Pordoi e Giau, dove come se non bastasse il maltempo non si annuncia clemente.

Tre salite in Slovenia

A parte le cadute e il maltempo, il giorno dello sconfinamento in Slovenia, non è semplicissimo neanche altimetricamente: 147 km, il momento più complicato nella tripla ascesa al muro di Gornje Cerovo (1.7 km  con punte del 15%), l’ultima a 17 km dall’arrivo. Oltre al tris Qhubeka, ci sono anche delle coppie: De Bondt e Riesebeek (Alpecin-Fenix), Vanhoucke e Oldani (Lotto Soudal), Cataldo e Torres (Movistar). Ci sono anche isolati di gran nome, vedere Mollema.

Lavora Walscheid, poi è sfida a due

Walscheid è quello che lavora di più, Campenaerts è motivato da sfiorare il nervosismo: ha uno screzio con Oldani, poi piazza la stoccata a circa 20 km dal  traguardo. Con lui Riesebeek e Torres. L’ultima salita è fatale a Torres, l’ultima discesa a sembra esserlo per Riesebeek, che però rientra sul belga. L’olandese sulla carta è il più veloce, eppure cerca di liberarsi di Campenaerts che ‘rende’ il favore. Alla fine comunque è volata: la imposta lunghissima Riesebeek, che aveva pure imboccato il rettilineo nella posizione ideale. Un errore tattico, ed al Giro cade un’altra maledizione.

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