Come cambia il lavoro bancario: più soldi e Tfr, un po’ meno ore e più flessibilità “digitale”

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MILANO – Bancario, ti amo ancora. Forse per Luciana Littizzetto, protagonista del celebre spot del 2001, non ci sarà più un revival. Ma il rinnovo del contratto nazionale, che riguarda 270.000 bancari italiani (non i 30 mila delle mutue Bcc) e sarà in vigore fino al 31 marzo 2026, sblocca, a fronte di utili lievitati e vivacità ritrovata del settore, sensibili aumenti retributivi, ridando lustro a una categoria un po’ appannata da un decennio. Le sigle sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uillca, Unisin, accanto a Intesa Sanpaolo (per la prima volta parte giuridica autonoma) e al Comitato affari sindacali dell’Abi lo hanno appena firmato, concordando aumenti di stipendi del 15% nel triennio, come recupero dell’inflazione (circa il 13%) e maggiore produttività (il 2%).

Ma nella nuova intesa non ci sono solo soldi: le banche hanno scritto le nuove regole per traghettare i loro lavoratori nell’era dei servizi digitali. Alle innovazioni tecnologiche è dedicata la “cabina di regia nazionale” fra i datori e le sigle sindacali, e i banchieri si vedono riconoscere le esigenze di flessibilità sul personale, specie i “quadri” intermedi che potranno spostare dalle vecchie filiali ai nuovi servizi remoti senza problemi. Si lavorerà anche meno: mezz’ora alla settimana, limando a 37 ore settimanali, dal settembre 2024.

Gli aumenti retributivi e l’occupazione

L’aumento consente di incassare 1.750 euro lordi mensili in più, per la figura intermedia, dal prossimo mese di dicembre. Alla somma si arriva con la prima tranche degli aumenti (435 euro lordi nel triennio), gli arretrati una tantum per il periodo luglio-novembre di quest’anno, pari a 1.250 euro, e il ripristino pieno della base di calcolo del Tfr dal 1° luglio 2023.

Oltre l’80% degli aumenti sarà accordato nei prossimi nove mesi: 250 euro, pari al 57,5%, a dicembre; 100 euro (23%) a settembre 2024; 50 euro (11,5%) a giugno 2025 e 35 euro (8%) a marzo 2026. Viene ridotto l’orario settimanale, dal 1° settembre 2024, da 37 ore e mezza a 37 ore, mentre salgono da 8 a 13 le ore per la formazione retribuita.

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Spinta per giovani e Mezzogiorno

Per favorire le assunzioni di giovani e la spinta all’occupazione nel Sud, saranno ampliate le possibilità di ricorso al Fondo per l’occupazione (Foc), che riconoscerà 3.500 euro (erano 2.500) annui alle banche che assumono giovani fino a 36 anni (era 32 anni), disabili, disoccupati di lungo periodo, lavoratori in mobilità, cassintegrati. A chi poi accetta la riduzione dell’orario di lavoro pagato, per massimo di 36 mesi, il 25% della differenza di retribuzione. Il Foc, agevolerà poi le assunzioni nelle regioni del Mezzogiorno grazie a un aumento dell’importo annuo, erogato alle banche, che sale da 3.500 euro a 4.500 euro più ulteriori 1.000 euro se la sede di lavoro è nella provincia di residenza.

La cabina di regia sul digitale e la partecipazione

Grandi novità rispetto alle innovazioni tecnologiche: la cabina di regia nazionale, creata nel 2019, estende il suo raggio d’azione alla banca digitale e ambito di confronto permanente fra Abi e sindacati su innovazione, digitalizzazione, nuove mansioni e nuove figure professionali. Funzionale ai cambiamenti tecnologici – ormai i tre quarti dei servizi di banca commerciale sono totalmente digitalizzati anche in Italia – e ai connessi cambiamenti organizzativi adottati dalle banche, è stata concordata la “piena fungibilità” dei quadri direttivi, che oggi hanno quattro livelli ma ora potranno scambiarsi mansioni in modo intercambiabile, pur preservando le retribuzioni. I lavoratori non hanno accolto, invece, le richieste delle banche per allargare il raggio e l’età dei trasferimenti di sede: restano a 52 anni e a 50 chilometri i limiti oltre i quali l’azienda deve ottenere il consenso del dipendente.

Stop alle pressioni commerciali

Due aspetti “etici” si rafforzano, perché sono stati integrati nel nuovo contratto. Il primo sono le tutele per le indebite pressioni commerciali esercitate dai dirigenti sui lavoratori per far vendere prodotti finanziari e assicurativi: l’accordo sulle politiche commerciali del 2017 diventa parte integrante del contratto collettivo. E anche la dichiarazione congiunta sulle molestie e violenze di genere nei luoghi di lavoro, del febbraio 2019, viene inserita nel Ccnl, per rafforzare e diffondere consapevolezza sull’importanza di prevenire, contrastare e troncare ogni comportamento che determini intimidazioni, danni o sofferenze di tipo fisico, sessuale o psicologico. Infine, c’è un’apertura sulla partecipazione dei bancari alle aziende, e il riconoscimento che “contribuisce alla produttività del lavoro, migliora l’ambiente lavorativo e sviluppo sociale delle persone”. In futuro i singoli istituti vedranno come declinare il principio.

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