Conto alla rovescia per Expo 2030. Ma Meloni e Rocca non volano a Parigi con Gualtieri. E Riad prepara già la festa

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Le ultime chiamate per fare il punto sulla sfida di Roma alla saudita Riad e alla coreana Busan, poi la partenza. Sapendo bene che domani, giorno decisivo, le strade dei protagonisti della rincorsa a Expo 2030 non porteranno tutte a Parigi.

In Francia, ospite del Bureau international des Expositions, ci sarà il sindaco Roberto Gualtieri. Da solo. Giorgia Meloni resterà a Roma. La premier vedrà Francesco Rocca, governatore del Lazio in quota Fratelli d’Italia, questo pomeriggio in Regione. Poi al Bie, salvo stravolgimenti dell’ultima ora, spedirà la sottosegretaria agli Affari esteri, la forzista Maria Tripodi.

Expo 2030, Meloni abbandona la sua Roma (e Gualtieri): la premier non sarà a Parigi per il voto finale

Si diceva di Rocca. Il presidente domani sarà a sua volta a Roma, pronto però a partire per Dubai per la conferenza sul clima Cop 26. Al suo posto a Parigi ci sarà la vice Roberta Angelilli.

Vittima dell’isolamento generato dal disimpegno del centrodestra e con il rischio di sentirsi additare come unico responsabile del fallimento in caso di sconfitta, il Campidoglio tiene il profilo basso. Nessuna lamentela. Meglio — per ora — concentrarsi sul voto: ci sono 182 preferenze a disposizione, ma fare previsioni è impossibile.

L’unica certezza è che a Riad, dove evidentemente la scaramanzia non è di casa, i principi sauditi hanno già preparato i fuochi d’artificio per festeggiare la vittoria. Pagati con quei «petroldollari» particolarmente indigesti a Gualtieri.

Il progetto presentato al Bie da Roma punta sulla sostenibilità, su un’idea di comunità. Riad punta su un portafogli virtualmente illimitato, mentre Busan ha schierato i big del tech, da Samsung a Lg. Insomma, ognuno ha fatto campagna elettorale a modo proprio.

Ma veniamo alle certezze: Roma può contare sui voti di Stati Uniti, Brasile, Slovenia, Haiti e una buona parte di Paesi africani. Ha incassato anche il supporto dell’Unione Europea. Ma non della Francia, legata a Riad. Almeno al primo turno. Al ballottaggio, obiettivo della Capitale, può cambiare tutto. O almeno così sperano al Comitato promotore, da giorni a Parigi per finire gli incontri diplomatici, e in Campidoglio. A palazzo Senatorio c’è anche l’auspicio di veder partire almeno un ministro alla volta di Parigi. Di avere un ultimo segnale di supporto dal governo Meloni.

Oggi partirà ufficialmente il conto alla rovescia. Prima il sindaco presenterà il concerto evento di Fabi, Silvestri e Gazzè. Poi sarà alla prima dell’Opera. Quindi il volo. Lui sì, direzione Parigi.

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