Covid, Moderna studia un richiamo del vaccino con metà dose

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Mentre è ancora in corso tra difficoltà di approvvigionamenti e rallentamenti la campagna di vaccinazione la piccola ma tecnologica Moderna, il cui vaccino è l’unico a MrNA insieme a quello di Pfizer BionTech, rilancia: non solo con un nuovo vaccino per coprire tutte le varianti ma con la possibilità di poter effettuare il richiamo non con una dose intera ma con mezza dose, quindi 50 microgrammi, se la sua efficacia sarà dimostrata. “Moderna si impegna ad apportare tutti gli aggiornamenti necessari al nostro vaccino finché la pandemia non sarà sotto controllo. Speriamo di dimostrare che le dosi di richiamo, se necessario, possono essere fatte a livelli di dose inferiori, il che ci permetterà di fornire molte più dosi alla comunità globale alla fine del 2021 e nel 2022, se necessario”, ha puntualizzato Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna.

Covid, ai guariti basta una dose sola di vaccino?

Con il fiato sul collo di un virus che sta cambiando velocemente, proprio perché sta cominciando a trovare sulla sua strada tanti ostacoli alla sua replicazione incontrollata, dai guariti dal Covid, che hanno sviluppato la risposta immunitaria naturale, a quelli che invece si sono già vaccinati, anche le aziende cercano di accelerare, non solo sulla produzione dei vaccini già autorizzati dagli enti regolatori ma di quelli che verranno. E Moderna lo fa per prima: “Ieri abbiamo spedito al team di Fauci negli Stati Uniti il primo lotto di vaccini per le varianti, che sarà testato sugli esseri umani”, ha ribadito Bancel, in audizione insieme agli amministratori delegati delle aziende farmaceutiche produttrici del vaccino anti Covid di fronte alle commissioni ENVI e ITRE del Parlamento europeo.

Covid, tre mesi di intervallo tra le dosi e il vaccino Astra diventa più efficace

Bancel ha anche annunciato un aumento della capacità produttiva per il 2022 a 1,4 miliardi di dosi da 100 microgrammi. “Stiamo investendo in questa capacità aggiuntiva per consentire la flessibilità nella produzione di potenziali richiami del vaccino per affrontare le varianti emergenti del virus, ci aspettiamo che i nostri investimenti di capitale aggiuntivi portino la nostra capacità a 1,4 miliardi di dosi per il 2022, assumendo l’attuale dose da 100 microgrammi. Se il nostro richiamo del vaccino variante dovesse richiedere una dose inferiore, per esempio da 50 μg, la metà, potremmo avere più di 2 miliardi di dosi per il 2022”, ha concluso Bancel.

Si tratta ovviamente ancora di una ipotesi, che dovrà essere confermata da studi e poi autorizzata. Ma trattandosi comunque di vaccini nuovi, è naturale che soltanto durante la campagna di vaccinazione si possano mettere in pratica aggiustamenti che da un lato consentono di vaccinare più persone, dall’altra di mantenere la stessa efficacia di protezione. Cosa accaduta del resto qualche giorno fa anche con il vaccino di Astra Zeneca: su Lancet i risultati di uno studio hanno dimostrato come l’efficacia aumenti in modo considerevole passando da un intervallo di sei settimane a uno più lungo di tre mesi nella somministrazione della seconda dose. E come sia efficace anche la dose unica.

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