Ferrari, Leclerc: “Mondiale ormai difficilissimo, ma a Monza possiamo farcela”

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MONZA – Charles nella sua Monza. Ci ha vinto nel 2019, Leclerc. E non se lo dimentica. Il tassista che lo riportò a casa dopo la gara, non lo riconobbe. Oggi non passa inosservato da nessuna parte. E non perché veste di giallo come (in parte) la sua rossa per onorare i colori della casa di Modena. Alla vigilia di un week end che si annuncia difficile per la Ferrari, un po’ per la perdita di performance delle ultime settimane un po’ perché l’Autodromo non si addice alle caratteristiche della macchina, il monegasco non perde la voglia di crederci. A questa gara e anche un po’ al Mondiale che per come si erano messe le cose all’inizio, avrebbe potuto vincerlo. Certo, ai sogni si è ora aggiunta una sana dose di realismo: 109 i punti di distacco da Max Verstappen.

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Quali realistiche speranze ha di vincere?
“E’ molto difficile saperlo, abbiamo lavorato tanto da Spa e trovato qualcosa, siamo migliorati, se è abbastanza per vincere lo vedremo in pista domani. Abbiamo una macchina solida, abbiamo dimostrato a inizio anno che è stata competitiva nella maggior parte delle piste. Però va anche detto che da due gare non va. A Spa ce lo aspettavamo un po’ di più per le caratteristiche del circuito che non si addicono alla nostra macchina come Monza, mentre a Zandvoort è stata un po’ una sorpresa perché in gara abbiamo fatto più fatica di quanto ci aspettassimo. Le power unit nuove? La differenza non è grande in termini di performance”.

Ha sempre detto che finché la matematica non lo vieta, crede al Mondiale. Anche adesso?
“Al Mondiale ci crederò sempre, in un certo senso. Anche se adesso bisogna essere realistici, ci sono più di 100 punti di distacco e abbiamo visto una Red Bull molto forte negli ultimi week end. Quindi più che concentrami sul campionato, mi concentro più gara su gara cercando di massimizzare fino a fine anno, provando a migliorare e portare il maggior numero di vittorie possibili. Il Mondiale adesso sembra molto difficile”.

Può aiutare avere meno pressione adesso?
“Ci giochiamo ancora molte cose nel campionato visto che anche Mercedes è tornata nella battaglia. La pressione è sempre alta in F1, bisogna conviverci”.

Cosa si chiede d’ora in poi?
“Di non mancare le opportunità che avrò. Quest’anno è uno dei più forti che ho fatto, anche se con due miei errori, a Imola e in Francia, so che succedono quando si spinge al limite, però in questa ultima parte di stagione voglio tenere il livello di performance senza sbagliare e massimizzare”.

Che effetto fa tornare in una Monza piena di tifosi?
“Per noi è incredibile, qualsiasi cosa facciamo in Italia ci troviamo attorno tante gente, ieri sono andato al ristorante a Milano e quando sono entrato non c’era nessuno, quando sono uscito c’erano 200 persone fuori. In Italia c’è qualcosa di speciale con la Ferrari che non c’è in nessun’altra parte del mondo. Nel 2019 mi ricordo quanto era incredibile, è stata l’unica volta nella mia vita nella quale negli ultimi due giri facevo fatica a guardare la pista perché guardavo in tribuna quanta follia c’era. Spero che anche quest’anno sia uguale sperando che il risultato sia lo stesso del 2019”.

Più delusione o più fiducia da questo campionato?
“Dopo i due ultimi anni, 2020 e 2021, non credo tante persone si aspettassero un salto così grosso in termini di performance per battagliare per vittorie. Questo mi dà fiducia per il futuro perché sono convinto che abbiamo lavorato benissimo finora e stiamo facendo dei passi avanti. Su una stagione così non posso neanche nascondere non la delusione, ma insomma: ci sono state gare in cui per le ragioni che sappiamo abbiamo fatto fatica a ottenere il risultato finale quando la performance era molto buona”.

Sempre rispettosa la rivalità con Max?
“Il nostro rapporto si è sviluppato tanto, anche se né io né lui in pista ci lasciamo 1 cm. La natura di questo campionato ha fatto sì che le battaglie fossero più pulite di quello che vediamo di solito davanti. Se avessimo dovuto giocarcela nelle ultime 3 o 4 gare credo che sarebbe stato un po’ più teso”.

Qual è stato il momento più alto e più basso?
“Il più alto in Australia, perché lì abbiamo dimostrato che eravamo davvero veloci. Il punto più difficile forse Francia dove ho finito con un errore”.

La macchina di quest’anno è quella che le piace di più in carriera?
“Non c’è una macchina che mi piaccia più dell’altra, a me piace adattare la mia guida. Se c’è un punto debole è il peso, non amo sentire il peso sulla frenata. Sono macchine più rigide e basse, si sente di più quello che sta accadendo sulla strada, c’è meno filtro tra ruote e quello che senti come pilota, però quello non mi disturba. A me piace confrontarmi e sfidarmi nell’adattamento”.

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