“Gasparri presiede una società di cybersicurezza e non lo ha comunicato al Senato”, la nuova rivelazione di Report

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Maurizio Gasparri è presidente dal 2021 di una società che si occupa di sicurezza informatica, ma non lo ha mai rivelato agli uffici del Senato. È la rivelazione di una delle prossime puntate di Report, secondo quanto ha anticipato stamane il quotidiano La Notizia. Nei giorni scorsi, alla notizia del passaggio di Gasparri dal ruolo di vicepresidente del Senato a quello di capogruppo di Forza Italia, in ambienti parlamentari era circolata una voce secondo cui a impensierire il senatore ci sarebbe in queste ore proprio l’inchiesta di Report. Il quotidiano La Notizia ha ricostruito la vicenda su cui il programma di Sigfrido Ranucci sta lavorando.

Dal 2021 Gasparri sarebbe presidente della Cyberealm srl, società con sede a Milano che ha per oggetto sociale l’erogazione di servizi noti come “managed security service provider”, cioè di cybersicurezza. Ma non lo ha mai dichiarato agli uffici di palazzo Madama, come sarebbe tenuto a fare. E così – questa la ricostruzione – ora rischierebbe la decadenza dal seggio.

Tra i dettagli emerge che tra i potenziali clienti della società ci sarebbe anche lo Stato. E che tra i compiti assegnati da statuto a Gasparri ci sarebbe quello di “verificare il potenziale interesse di operatori pubblici e privati nell’acquisizione di servizi“. Cioè di “sponsorizzare” l’azienda con la pubblica amministrazione.

La notizia ha già scatenato diverse reazioni, in particolare dal Movimento 5 stelle. “Gasparri chiarisca immediatamente”, dichiara la vicepresidente del gruppo M5s al Senato Alessandra Majorino. “È vero che Gasparri fa da lobbista presso le istituzioni pubbliche per questa società, i cui manager e collaboratori avrebbero, come sostiene Report, ‘un passato imbarazzante’ e sarebbero ‘legati ai servizi segreti di altri Paesi’?”, domanda. E ancora: “Gasparri siede in commissione di Vigilanza, dove si è reso protagonista di uno show penoso contro Report ben sapendo che stava svolgendo un’inchiesta su di lui, e siede in commissione esteri e difesa, che molto ha a che fare con le decisioni e le commesse in materia di cybersicurezza. Pensa davvero che essersi dimesso da vicepresidente del Senato lo sollevi dal dovere di fare chiarezza sulle proprie attività parallele? Ci sono troppe opacità. Il suo ruolo di senatore impone la massima trasparenza”.

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