Il fronte degli atenei: flashmob, assemblee e scioperi in 25 università contro il bando Italia-Israele

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Si è aperta una nuova settimana di mobilitazione negli atenei italiani in vista, domani, mercoledì 10 aprile, della scadenza del bando Maeci (ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) per l’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele che gli studenti chiedono agli atenei di non sottoscrivere.

Il presidio davanti alla Farnesina

Sono sul piede di guerra già da settimane e oggi martedì 9 alle ore 15 hanno previsto un presidio davanti alla Farnesina e uno sciopero universitario che punta a coinvolgere professori, ricercatori e personale di almeno una ventina di atenei. Allo sciopero di oggi aderisce anche il sindacato Usb: la protesta partirà dalle ore 12:00 a fine turno per il personale tecnico amministrativo, bibliotecario e per il personale docente delle Università, mentre sarà per l’intera giornata per il personale delle Università di Roma. Sempre oggi è prevista una seduta straordinaria del Senato accademico all’Università di Bari proprio per discutere del contestato bando Maeci.

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L’appello a Firenze

All’Università di Firenze sono oltre 200 tra professori, assegnisti, dottorandi e tecnici-amministrativi ad aver sottoscritto un appello per chiedere ai propri rappresentanti di non aderire al bando. Invitano anche i propri colleghi a “opporsi all’approvazione di eventuali progetti redatti in risposta al bando Maeci nei propri dipartimenti”.

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Le richieste di Pisa

Richiesta condivisa anche dall’ateneo pisano, dove in un documento 25 persone, tra dottorandi e assegnisti di ricerca del dipartimento di Scienze politiche, chiedono “all’università di Pisa, in linea con quanto fatto dall’università di Torino e dalla Normale, di non partecipare al bando Maeci tra Italia e Israele”.

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Seduta straordinaria a Bari

Situazione sospesa anche a Bari è prevista una seduta straordinaria del Senato accademico per discutere dell’accordo. Il rettore dell’università si è inoltre dimesso dalla Fondazione Med-Or. E intanto continuano a crescere anche le firme alla lettera aperta nazionale indirizzata al ministero degli Affari Esteri: sono arrivate quasi a 2.500.

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Il rettorato occupato a Napoli

Ieri la Federico II di Napoli si è invece svegliata con il rettorato occupato per dire “basta agli accordi con Israele”, come già accaduto a Roma e a Bologna soltanto poche settimane fa.

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