La Lega contro l’Organizzazione mondiale della sanità: “L’Italia smetta di finanziarla”

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La Lega va all’attacco dell’Oms. Il partito di Matteo Salvini chiede di non finanziarla più e di usare i 100 milioni investiti ogni anno dall’Italia per far parte dell’Organizzazione mondiale alla sanità «per assumere più medici e sostenere l’apertura di ospedali». Due obiettivi molto ambiziosi, vista la cifra bassissima che rientrerebbe nel nostro Paese, briciole per un fondo sanitario nazionale che ha raggiunto i 134 miliardi. E oltretutto si tratta di soldi che non vengono versati tutti dal ministero alla Salute. Il dicastero retto da Orazio Schillaci, infatti, paga meno di 16 milioni l’anno la quota fissa per stare nell’Oms, anche se la prospettiva è che la spesa aumenti fino a raggiungere 30 milioni nel 2029. I Paesi membri sono 193, tra i quali, per esempio, anche la Corea del Nord.

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A quel denaro vanno aggiunti i cosiddetti contributi volontari, stanziati dalla Farnesina, che paga singoli progetti con i fondi per la cooperazione allo sviluppo. Ad esempio per affrontare la tubercolosi o la malaria in Paesi africani. Dalla Farnesina escono 73,2 milioni di dollari. Denaro che se non fosse speso, di certo non verrebbe destinato al sistema sanitario nazionale ma appunto ad altri progetti di cooperazione. Tra l’altro l’Italia dà all’Oms contributi volontari più bassi di altri Paesi. La Germania raggiunge gli 855 milioni, la Francia 160 e così via.

La presa di posizione della Lega segue quanto affermato dal senatore Claudio Borghi, le cui dichiarazioni, identiche a quelle del suo partito, hanno un passaggio in più che chiarisce il perché della sua richiesta. «L’Oms, che ha dato prova della sua “efficacia” durante il Covid, vorrebbe più denaro e più poteri, mano libera per decidere delle nostre vite, magari in accordo con qualche grande finanziatore privato». Quindi l’Organizzazione internazionale è presa di mira per sua la gestione della pandemia. Del resto è stata pure grande sostenitrice, come quasi tutti gli Stati, dei vaccini, fortemente criticati da Borghi.

È un periodo un po’ pesante per la destra sovranista, di governo e non. Ad innervosire molti suoi esponenti prima di tutto è stata la bozza di piano pandemico presentata dal ministero alla Salute. Nel testo ci sono tutte le misure adottate a suo tempo dal nostro Paese, quando molti esponenti della attuale maggioranza erano all’opposizione e gridavano allo scandalo. Mascherine, distanziamento, chiusura delle scuole, delle attività commerciali eccetera sono provvedimenti previsti in tutte le linee guida internazionali, in particolare quelle proprio della odiata Oms, e quindi riprese anche ora che governa la destra. Borghi stesso, come anche esponenti di FdI, ha così fatto un’interrogazione a Schillaci. «Il piano è un documento politico, non tecnico», ha tuonato. Il ministro-tecnico ha promesso cambiamenti ma è impossibile che le misure vengano tolte. Probabilmente si insisterà sul fatto che andranno prese solo in casi eccezionali (cosa scontata ma da ribadire) e si toglierà il passaggio sull’uso dei dpcm per introdurle. Ma resteranno. Dovrà sistemare le cose il direttore della Prevenzione Francesco Vaia, che ha scritto un piano molto simile a quello precedente, del 2021.

Ma la questione dell’Oms tira in ballo anche un altro tema, che sta agitando il mondo di sovranisti e No Vax in tutta Europa. Il solito Borghi nel suo comunicato, dopo aver scritto che l’Organizzazione mondiale della sanità decide delle nostre vite, aggiunge: «Lo fa proponendo un nuovo Trattato pandemico, l’ennesimo di cui i cittadini non sanno nulla». Ecco il punto: a maggio prossimo l’Oms vuole chiudere l’Accordo pandemico (questo è il suo vero nome), che agita i sonni del variegato mondo, un po’ rossobruno, di contrari al vaccino e sovranisti. In queste settimane membri di questo universo hanno intasato le caselle di posta elettronica della premier Giorgia Meloni, della presidenza del consiglio e del ministero alla Salute. Si chiede che l’Italia resti fuori dal “trattato”.

L’Accordo prevede la scrittura di misure (sempre le solite) di prevenzione, preparazione e risposta alle pandemia. Si modificherà il regolamento sanitario internazionale e quindi le indicazioni dell’Oms andranno rispettate dai vari Paesi. Ai sovranisti non piace uno strumento che dà più forza all’architettura sulla quale costruire i Piani pandemici come quello in discussione adesso in Italia. Ma nella dichiarazione conclusiva dei leader dell’ultimo G7, a dicembre, si riafferma «l’impegno a rafforzare la governance, le norme internazionali e i regolamenti, attraverso negoziazioni per futuri patti internazionali su prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie». Nel documento, sottoscritto da tutti i leader e quindi anche da Giorgia Meloni si cita proprio l’Accordo Oms.

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