L’attacco a J.K. Rowling: “E’ la scrittrice più cattiva del Regno Unito”

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LONDRA – “La scrittrice più cattiva del Regno Unito”. È l’etichetta affibbiata a J.K. Rowling dal New Statesman, storico settimanale laburista, che in una recensione dei gialli firmati dall’autrice di Harry Potter con lo pseudonimo Robert Galbraith la accusa di descrivere una Gran Bretagna “popolata da pedofili, abusatori domestici, violentatori e terroristi”. In sostanza, un’immagine troppo negativa del proprio Paese.

Beninteso, lo Statesman riconosce le qualità letterarie di Rowling, che con i thriller firmati Galbraith ha conquistato legioni di nuovi lettori, più adulti rispetto a quelli del maghetto grazie ai quali è diventata la scrittrice vivente più popolare del pianeta. Ma recensendo l’ultimo noir di questo genere, uscito in Italia con il titolo Un cuore nero inchiostro, il raffinato periodico della sinistra britannica intinge per così dire la penna nel veleno. L’imputazione è “la cattiveria” delle sue trame gialle, che dipingono una nazione di sadici, perversi, violenti. “Abusi di bambini, omicidi e torture avevano un ruolo di primo piano anche nei libri su Harry Potter”, scrive il settimanale, “ma nei gialli l’elemento della cattiveria emerge come lava fuoriuscita da un vulcano”.

A dire il vero tutti i gialli raccontano delitti, serial-killer e cattivi di varia natura, per cui un’accusa di questo genere può suonare ingenerosa. Lo Statesman, in effetti, sembra accoppiarla alle polemiche che hanno accompagnato J.K. negli ultimi anni per le sue posizioni critiche, dunque politicamente scorrette, sui diritti dei transgender, facendola transitare “da tesoro nazionale a paria dei liberal, alienandole il sostegno dei millennial di sinistra”. Avere detto che un transgender non può essere considerato una donna, insomma, le avrebbe fatto perdere le simpatie della stampa progressista che un tempo la lodava per le sue idee di sinistra su tutte le altre questioni.

Non è forse un caso che ora a difenderla intervenga un quotidiano filo conservatore come il Daily Telegraph, che definisce l’articolo del New Statesman come “un attacco misogino”, una specie di vendetta contro la donna che ha osato prendere un atteggiamento tradizionalista su un tema Lgbt più comunemente associato con la sinistra. Dal punto di vista delle vendite è probabile che non cambi molto, perché dopo il successo mondiale della serie sul maghetto Harry anche i romanzi gialli usciti con la firma Robert Galbraith sono diventati tutti best-seller, per lo più assai apprezzati anche dai critici. La polemica rivela soprattutto che, fuori dai suoi libri, ormai J.K. Rowling è diventata un simbolo di dissidio politico, odiata o esaltata a seconda delle simpatie ideologiche, perciò strumentalizzata da giornali di sinistra come da giornali di destra. Ci vorrebbe una magia degna di Harry Potter per spezzare questo incantesimo, chissà se la sua autrice in futuro ne sarà capace.

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