Lega contro Salvini in Piemonte: vuole votare la legge fine vita. Prova di forza con Fd

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In Consiglio regionale il centrodestra nega ancora la discussione della legge sul suicidio assistito, ma per la prima volta la Lega apre uno spiraglio significativo. Fuori ci sono Marco Cappato e l’associazione Luca Coscioni a chiedere l’esame del testo, dentro prende la parola il capogruppo del Carroccio Alberto Preioni: «Siamo in tanti in quest’aula ad avere una visione simile a quella di chi protesta fuori, non escludo che prima di fine legislatura possa esserci la votazione». Anche perché «è in ballo il futuro di alcuni diritti fondamentali, c’è una sentenza della Corte costituzionale e manca oggi una normativa nazionale, che andrebbe magari stimolata. Non è vero che vogliamo bloccare la legge».

Un’uscita che qualcuno interpreta come nulla più di un avvertimento nei confronti degli alleati di Fratelli d’Italia (contrari alla proposta), che la scorsa settimana hanno fatto passare a tradimento l’emendamento anti-Askatasuna. D’altronde Palazzo Lascaris si appresta ad affrontare l’ultimo bilancio della legislatura e in maggioranza non mancano le tensioni. Ed è proprio per privilegiare la discussione sul bilancio e sull’omnibus che ieri la maggioranza ha bocciato l’inversione dell’ordine del giorno che avrebbe consentito di trattare immediatamente il suicidio assistito prima delle altre leggi. Salvo poi naufragare sull’istituzione (mancata) del Parco dei 5 laghi di Ivrea, che ha bloccato il Consiglio per mezza giornata fra pasticci e ripensamenti, con il risultato di far slittare il resto a oggi.

Il tempo è quindi pochissimo. Ma il segnale lanciato dal capogruppo della Lega non è banale. Perché se, come sembra, un buon numero dei 20 consiglieri del Carroccio fossepronto ad approvare la legge sul fine vita (e anche fra i 6 di Forza Italia c’è libertà di coscienza sul tema), i numeri per far passare il provvedimento ci sarebbero. Anche perché nel centrosinistra – 18 consiglieri – è scontato il no di Silvio Magliano dei Moderati e possibile la non partecipazione al voto di cattolici Pd come Monica Canalis, ma per il resto c’è sufficiente compattezza. Raggiungere la quota di 26, la maggioranza dell’aula, potrebbe essere possibile. Fermo restando che nella Lega milita il primo oppositore del provvedimento, il presidente del Consiglio Stefano Allasia che si è battuto per fermare l’iter fin da subito. Il Piemonte nel caso sarebbe la prima regione italiana a varare la legge presentata dall’associazione Coscioni nei Consigli regionali, con l’obiettivo di regolamentare le procedure per l’accesso al suicidio medicalmente assistito sulla base della sentenza della Corte costituzionale e in assenza di un provvedimento nazionale. Il Veneto sulla spinta di Zaia – ma con la contrarietà di Salvini – è arrivato a un passo dall’approvazione, sfumata per un voto a causa delle spaccature in maggioranza ma anche dell’astensione di una consigliera dem. Durante il presidio, Cappato si è detto «disponibile fino all’ultimo minuto a un dialogo sulla legge» con la maggioranza.

Nei giorni scorsi il comitato promotore ha avviato una raccolta firme cui hanno aderito, fra gli altri, Luciana Littizzetto, Piergiorgio Odifreddi, Vladimiro Zagrebelsky, i Subsonica, Giovanni Fornero, Luca Mercalli. Nel frattempo la Lega ha perso un consigliere, il rivarolese Claudio Leone, passato al gruppo misto accusando il partito di aver smarrito il legame con il territorio. Ad esempio, «nella localizzazione del nuovo ospedale del Canavese» o nella questione del parco dei 5 laghi (su cui la maggioranza ha poi fatto marcia indietro). «Da più di due anni era impegnato in assidui tentativi di passare in Fdi», attaccano i segretari della Lega di Rivarolo e del Canavese, Frjia e Sento, insieme al deputato Giglio Vigna. Leone non esclude una ricandidatura alle regionali: ci sarebbero contatti oltre che con Fdi anche con la lista civica di Cirio.

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