Legge Zan, Pinotti: “L’omofobia non si combatte con i messaggi sui social. Serve una legge e il Pd la farà approvare”

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Alessandro Zan ha fatto un ottimo lavoro. E il disegno di legge che porta il suo nome, il ddl Zan, è un provvedimento di civiltà. Necessario. Proprio perché i crimini di odio e l’omofobia continuano, anzi aumentano: non possiamo combatterli solo scrivendo messaggi di solidarietà sui social”. Roberta Pinotti, ex ministra della Difesa, senatrice del Pd, porterà avanti la battaglia a Palazzo Madama, affinché la legge, approvata a novembre alla Camera, abbia finalmente il via libera definitivo. 

Legge Zan contro l’omofobia: critiche a sinistra, nasce il contro-manifesto. Ma Letta conferma l’impegno del Pd

Senatrice Pinotti, il Pd tiene fermo l’impegno per portare a casa la legge contro l’omofobia attesa da decenni? 

“Il Pd manterrà l’impegno. Alla Camera è stato fatto un importante lavoro dal promotore, e non solo. A un certo punto c’è stata la preoccupazione che si andasse a intaccare la libertà d’opinione. Ma qui si tratta di punire gli atti di odio, non certo di limitare le opinioni. Comunque è stato chiarito e risolto. Non possiamo solo indignarci, quando vediamo immagini violente, dando sfogo alla nostra protesta sui social. Chi ha il compito di legiferare, ha la responsabilità di portare avanti una legge su cui peraltro si lavora da tanto tempo. Quindi il Pd è completamente impegnato ad approvare questa legge”. 

Ci sono tuttavia critiche nel suo stesso partito. Inoltre un gruppo di intellettuali, di femministe, di associazioni della sinistra ha  proposto un “contro manifesto”, chiedendo di cambiare il testo Zan e ha elencato i propri dubbi. 

“Tutti siamo d’accordo sulla necessità di una legge contro l’omofobia. Dopo di che, si ascolteranno i diversi parere e si presterà attenzione alle differenti ragioni. Non sottovaluto mai i dubbi e le domande poste. Sono altresì convinta che oggi abbiamo il compito di portare a conclusione l’iter di questa legge. Dobbiamo quindi giocare con i tempi dettati da questa necessità. L’obiettivo principale è che il provvedimento contro l’omofobia diventi legge in questa legislatura”. 

Le femministe soprattutto criticano l’idea per cui le donne sono considerate da tutelare al pari di una minoranza, mentre onestamente non lo sono. 

“È una legge contro i reati d’odio come chiede la direttiva europea. Comunque su questo punto discuteremo per sciogliere i dubbi”. 

Il segretario dem Letta ha avvertito: non è tempo di parlare di “benaltrismo” per bloccare la legge Zan, è così? 

“Eccome. Ha ragione. Nessuno di noi sottovaluta la drammaticità del momento sanitario e economico causato dal Covid. Ma immaginare che non dobbiamo parlarne perché c’è “ben altro”, non va bene. Non fermeremo il cammino dei diritti”. 

Le urgenze sono altre? E la legge contro l’omofobia non è una urgenza? 

“Le cose non sono in antitesi. Noi dem continueremo a dare priorità alle misure del governo per la salute, per il piano vaccinale e per i ristori economici, ma non è che gli altri provvedimenti debbano avere uno stop. La commissione Giustizia di Palazzo Madama può lavorare anche su questo tema”. 

Un tema che spacca la maggioranza di governo. Andare avanti significa una scontro con la Lega: il Pd non lo teme? 

“Non dobbiamo dimenticare come nasce questo governo: con un appello del presidente Mattarella per un esecutivo di ampia intesa non connotato politicamente e guidato dal premier Draghi per gestire l’emergenza Covid e impostare il Recovery Plan. L’approvazione della legge contro l’omofobia non è certo d’intralcio all’azione del governo. Inoltre io mi auguro che a una legge di civiltà possano contribuire anche forze politiche ora dubbiose”. 

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 Le divisioni insomma sono trasversali? 

“Non è un tema specificamente divisivo per parti politiche e non mi stupisco che ci siano opinioni differenti che si confrontano all’interno dei singoli partiti”. 

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