M5S, la Finanza a casa di Giuseppe Conte e nello studio dell’avvocato Alpa

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Un’acquisizione di documenti da parte della Guardia di finanza avvenuta nelle scorse settimane a casa e nello studio di Giuseppe Conte e del professor Guido Alpa nell’ambito dell’inchiesta sul crac di Acqua Marcia. Nessuno è indagato ma la notizia – pubblicata da Domani – contribuisce ad agitare il clima nel mondo dei 5 Stelle alle prese con il caso Belloni che ha fatto esplodere la contesa dei leader.

Prima il pranzo con il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, in un ristorante nel centro di Roma. Poi un incontro a Palazzo Chigi con il sottosegretario alla Presidenza, con delega all’intelligence, Franco Gabrielli. Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dis, ha voluto cominciare la settimana rinunciando alla discrezione che ha caratterizzato i suoi 30 anni di carriera alla Farnesina prima e ai Servizi poi, e lanciando invece alla politica ma anche all’ambiente degli apparati, da giorni in subbuglio, un messaggio pubblico: quello della donna delle istituzioni che non si fa tirare nelle beghe di partito e che riprende il lavoro, dopo il tritacarne della corsa al Quirinale, con due dei suoi interlocutori naturali e diretti. In realtà, però, il messaggio è stato letto con lenti differenti. E, per il Movimento, ha avuto per esempio l’effetto di una deflagrazione.

M5S, Di Maio e Raggi marciano assieme: lungo incontro alla Farnesina. E il ministro pranza con Belloni

In questi giorni, infatti, il nome della Belloni era stato usato da Giuseppe Conte come una clava contro Di Maio nell’ottica della guerra interna al Movimento. In sostanza, il ministero degli Esteri era stato accusato dall’ex premier di aver sabotato l’elezione della direttrice del Dis al Quirinale, come Conte e lo stesso Beppe Grillo avrebbero invece voluto. Tradendo così il Movimento. “E oggi Luigi – commentava, ieri sera, sconsolato uno dei deputati più vicini a Conte – risponde con una foto proprio con la Belloni con tanto di parole della direttrice del Dis: “Con il ministro Di Maio c’è un’amicizia sempre più solida. Di Maio è sempre leale “. Praticamente un colpo da ko per chi accusava Di Maio di tradimento “. Così è. Tanto che anche Italia Viva ha fatto sapere di essere “sconcertata” per le parole della Belloni riportate nel post di Di Maio.

“Siamo al paradosso che un ministro sia giudicato leale o meno da un funzionario”, hanno detto “fonti ufficiali” del partito di Renzi. Eppure – ragiona un funzionario dell’intelligence – nelle intenzioni della nostra numero uno dei Servizi non c’era sicuramente alcuna intenzione di entrare nel dibattito interno di un partito, meglio di un Movimento. Ma, al contrario, quello di affermare la propria terzietà dalla politica. E la sua unica interlocuzione con le istituzioni. Perché, è vero che la Belloni ha sempre avuto un ottimo rapporto con il ministro Di Maio alla Farnesina (ma lo stesso aveva fatto con Paolo Gentiloni e prima anche con i governi di centrodestra), ma è anche vero che nella sua interpretazione del ruolo al Dis – dove sicurezza fa rima con relazioni internazionali e lettura dei fenomeni gepolitici – il ministro degli Esteri ha un ruolo cruciale.

Non a caso, dopo l’incontro con Di Maio, e dopo la pubblicazione su Facebook della fotografia con didascalia, la Belloni è salita a Palazzo Chigi per incontrare l’altro suo interlocutore naturale, l’autorità delegata, il sottosegretario Gabrielli. La necessità era anche tranquillizzare il mondo degli apparati in subbuglio negli ultimi giorni: dopo i mesi complessi della gestione Vecchione, dopo l’uscita di una figura ingombrante come quella di Marco Mancini, tutto il sistema intelligence era alla ricerca di una normalità. E riappacificazione. La tribolata corsa al Quirinale ha riacceso antichi fuochi che sembravano ormai spenti e rilanciato antichi veleni. Un clima reso ancora più complesso dalla notizia della perquisizione di Conte.

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