Migranti, allarme Oim per i naufragi fantasma: “Già 1030 morti, record dal 2017”. Piantedosi a Lussemburgo per strappare almeno rimpatri facili alla Ue

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Quello che passa da Lussemburgo domani rischia di essere l’ultimo treno per l’Italia per raggiungere un seppur piccolo approdo nella infinita e fin qui infruttuosa trattativa con l’Europa sulla gestione dei flussi migratori.

Meteo permettendo, l’estate è ormai arrivata e la prospettiva di arrivi sempre più consistenti da Tunisia, Libia e Turchia è ormai una certezza. Gli oltre 1,100 soccorsi ieri nello Ionio in una megaoperazione condotta dalla Guardia costiera e attesi oggi in diversi porti siciliani e calabresi ne è la conferma.

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E l’Organizzazione internazionale delle migrazioni lancia un nuovo forte allarme sui naufragi fantasma: “Non facciamo mai previsioni sui flussi perchè le dinamiche che stanno dietro le partenze dei migranti sono sempre molto variabili, però chiaramente con l’estate ci si aspetta un aumento di arrivi – dice il portavoce Flavio Di Giacomo -. La diminuzione degli sbarchi a maggio è stata condizionata dal fortissimo maltempo. In questi primi giorni di giugno si è ritornati ad un trend in aumento e quello che preoccupa è che il 65/70 % degli arrivi è su Lampedusa con un numero di morti molto molto alto, con questi barchini che vanno giù senza che nessuno se ne accorga. Abbiamo già raggiunto i 1030 morti, dal 2018 ad oggi sono i primi cinque mesi con più morti nel Mediterraneo. La Tunisia resta il primo Paese di partenza e tutto dipende dal livello di discriminazione dei migranti, sappiamo che da qualche mese c’è una vera e propria caccia al nero e questa tendenza è in continuo aumento. Se questo contesto persiste, c’è da aspettarsi che questi numeri siano molto per difetto, crediamo che siano molti di più i naufragi fantasma e i morti”.

Dalla Ue finora solo promesse

La missione di Giorgia Meloni a Tunisi e la proposta che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi porterà domani sul tavolo del Consiglio Affari interni della Ue alla vigilia di quella che – secondo la commissaria europea Ylva Johansson – potrebbe essere la seduta decisiva per l’approvazione della bozza del nuovo Patto asilo e migrazione sono l’estremo tentativo dell’Italia di strappare qualcosa di più delle promesse che si susseguono ormai da anni e soprattutto qualcosa che garantisca da subito all’Italia di non arrivare a fine estate con sbarchi continui, Lampedusa presa d’assalto dai barchini e i centri di accoglienza di tutta Italia in overbooking.

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La proposta di Piantedosi: subito rimpatri per chi arriva da Paesi sicuri

Ma, parole a parte, di proposte concrete non c’è nulla o quasi. Davanti al chiarimento della presidenza svedese che non ci sarà mai alcun meccanismo di ricollocamento obbligatorio per i 27 Paesi, Piantedosi ha già fatto sapere che, visti i fallimentari risultati dei patti sulla redistribuzione fin qui firmati, il ricollocamento altrove di chi sbarca in Italia non è una formula che interessa Roma. Così come non interessano più di tanto quei 22.000 euro a migrante che si era ipotizzato di rifondere ai paesi costieri che dovessero ritrovarsi con un numero di perone sbarcate superiore alle quote che dovrebbero essere fissate ( valide sia per i movimenti primari che per quelli secondari). Certo, se dovessero arrivare finaziamenti in più l’Italia non storcerà il muso – spiegano fonti del Viminale – ma solo se fanno parte di un pacchetto di misure più ampio nel quale – insisterà Piantedosi – devono trovare posto misure di rimpatrio semplificate soprattutto per i migranti cosiddetti economici che arrivano da Paesi considerati sicuri e che dovrebbero essere respinti alle frontiere con procedure accelerate. Oltre poi a facilitazioni sull’esame delle richieste di asilo e naturalmente accordi con i Paesi d’origine per fermare il più possibile le partenze.

Il Patto asilo e migrazione oggi al voto della Ue

Cosa di tutto questo l’Italia riuscirà concretamente a strappare lo si vedrà domani. Secondo la Johansson, l’intesa tra gli stati Ue potrebbe essere alle porte non fosse altro perchè si voterà a maggioranza qualificata, ovvero basterà il sì del 55% degli Stati membri. “Dobbiamo ricordare che questa è una situazione in cui il Consiglio non è stato in grado di raggiungere un vero accordo su questi temi per sette, otto anni. Ora è arrivato il momento e gli Stati membri sono davvero in uno stato d’animo costruttivo per trovare le soluzioni”, ha rimarcato la commissaria.

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Non ci sarà dunque il ricollocamento obbligatorio, assicura la commissaria, ma una solidarietà obbligatoria verso i paesi più sottoposti alla pressione dei flussi. Quella di corrispondere 22mila euro per ogni migrante non ricollocato è una proposta della presidenza svedese del Consiglio Ue e che non era presente nella versione originaria della Commissione. A pochi giorni della fine del suo mandato, il governo svedese vorrebbe portare a casa l’accordo su un provvedimento così importante, necessario per poter avviare il prima possibile i negoziati col Parlamento, che ha già adottato la sua posizione negoziale sul pacchetto, e arrivare ad approvarla per l’inizio del prossimo anno, prima della fine della legislatura. Due i capitoli su cui si cerca l’intesa: il Regolamento sulla gestione dell’asilo e della migrazione, per gli impegni sui ricollocamenti, i contributi finanziari e il meccanismo di compensazione in caso di insufficienza dei ricollocamenti, e il Regolamento sulla procedura di asilo, con la definizione delle procedure di frontiera, della capacità di accoglienza e di un possibile tetto annuale.

Msf: ” Urgente sistema di ricerca e soccorso, i negoziati europei non siano ostacolo” 

“I negoziati tra gli Stati sulle politiche migratorie non devono mai diventare un impedimento al soccorso in mare, obbligo giuridico oltre che morale. Con l’estate alle porte, è ancor più necessario che l’Europa e i suoi Stati membri mettano in piedi un sistema di ricerca e soccorso adeguato e proattivo nel Mar Mediterraneo. Solo così sarà possibile evitare ulteriori inaccettabili morti e sofferenze in mare che purtroppo continuano a ripetersi” dichiara Juan Matias Gil, capomissione di Medici Senza Frontiere per la ricerca e il soccorso in mare.

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