Mutui per l’acquisto di casa, tassi in risalita all’1,3%. Continua la crescita dei depositi: +161 miliardi a febbraio

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MILANO – Con la ripresa dei rendimenti obbligazionari, spinti sul mercato dalle prospettive di ritorno all’inflazione, anche i mutui registrano un (leggerissimo, per ora) rincaro dei tassi.

Lo ha certificato il bollettino mensile dell’Abi, nell’ambito del quale il tasso medio sul totale dei prestiti è comunque sceso al 2,24% (2,26% il mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007) e si mantiene ai minimi sotrici. Andamento diverso, per, nel tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni che a febbraio si è portato all’1,30%: livello dello scorso agosto, dall’1,27% a gennaio 2021 (era 5,72% a fine 2007). Nelle tabelle dell’Associazione delle banche si rimarca il contesto in cui è avvenuta questa risalita: il tasso euribor a 3 mesi (utile per i mutui variabili) è passato da -0,55 a -0,54 mentre l’Irs a dieci anni (riferimento per i tassi fissi) si è mosso maggiormente passando da -0,22 a -0,06.

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Tra gli altri dati emersi dal rapporto mensile, si segnala che a febbraio i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 5,1% rispetto a un anno fa. A gennaio, continua l’associazione, per i prestiti alle imprese si registra un aumento del 7,2% su base annua. L’aumento è del 2,2% per i prestiti alle famiglie. Continua la forte crescita dello stock di depositi bancari: i soldi custoditi in liquidità dalle banche in febbraio proseguono la loro corsa con una crescita tendenziale del 10,2% e un incremento, in valore assoluto, di 161 miliardi rispetto allo stesso mese del 2020.

Quanto alla qualità del credito, le sofferenze nette bancarie a gennaio 2021 scendono sotto i 20 miliardi a quota 19,9 miliardi di euro, toccando il livello minimo dal giugno 2009. sono in riduzione rispetto ai 20,9 miliardi di dicembre 2020 e ai 26,3 miliardi di gennaio 2020. Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), sottolinea l’associazione bancaria, la riduzione è di circa 69 miliardi (pari a -77,6%).

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