Premierato, autonomia e par condicio, il Pd accusa: “Deriva orbaniana di Meloni”

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Lo scambio tra Autonomia e premierato, la par condicio che favorisce la comunicazione del governo, ma anche la mancata comunicazione dei numeri del Def. Così dal Pd accusano il governo di voler “restringere la democrazia italiana”. In quella che viene definita la “deriva orbaniana di Meloni”. Ecco dunque un post sui canali social del Partito democratico con tanto di fotomontaggio che ritrae la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente ungherese Viktor Orbán.

“Il Parlamento assoggettato al Governo che impone l’Autonomia, il Premierato e la vergognosa modifica sulla par condicio – si legge nel post – . Uno stravolgimento delle regole istituzionali, dalla mancata trasmissione dei numeri del Def al continuo ricorso a condoni e concordati in favore di furbetti ed evasori. Una stretta securitaria contro le proteste e le difficoltà sociali, arrivando ad usare la forza nelle piazze. Piano piano la destra sta restringendo la democrazia italiana”. “È la deriva Orbaniana di Meloni”, conclude il Pd.

“Una deriva – ha dichiarato il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia – imposta dal governo Meloni che ha reso schiavo il Parlamento della volontà della maggioranza”.

“Dopo più di 20 anni – continua Boccia – viene cambiato, votato solo a maggioranza, il regolamento della par condicio, che per la prima volta si discosta in modo eclatante dalle indicazioni dell’Agcom, favorendo la distorsione informativa a favore del governo stesso. Un governo che usa discrezionalmente il suo potere per colpire e indebolire gli altri livelli istituzionali. Che impone con la forza riforme su autonomia e premierato che indeboliranno l’unità del Paese e il ruolo del Capo dello Stato sfasciando le nostre istituzioni. Che, con arroganza, non trasmette i numeri programmatici del Def al Parlamento, rinvia tutto a settembre come se le Camere fossero sciolte fregandosene della procedura d’infrazione a cui ci sottoporrà l’Europa e lasciando nell’incertezza imprese e cittadini. Nel frattempo cerca di fare cassa con concordati fiscali e condoni edilizi”.

“Il Parlamento ormai è diventato ‘on demand’ rispetto alle esigenze del governo”, conclude Boccia.

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