Raz Degan: “Soffro con Israele. Mio padre non vuole lasciare il paese e una ragazza della mia famiglia è andata al rave e non è tornata”

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Raz Degan ospite di Silvia Toffanin a Verissimo parla della sua famiglia colpita dagli attacchi di Hamas in Israele: “Sono giorni orribili per l’umanità intera. Per noi in Israele sono giorni da incubo, dall’Olocausto non abbiamo mai vissuto qualcosa di così grave. Ho sempre collaborato per la pace e mi sono impegnato in progetti di solidarietà, ad esempio per i bambini della Siria. E vedere che la pistola e la spada sono purtroppo più forti della voce del cambiamento, fa male all’anima. Tutto è così terrificante che ho paura a parlarne al pubblico italiano, non è umano”.

Il modello e attore ha spiegato la situazione dei suoi familiari: “Mio padre ha 80 anni e anche se il nostro kibbutz è stato evacuato, lui non lascia la casa, il 90% delle persone se ne sono andate. Mio Non vuole andarsene, dice che quello è il suo posto. Una nostra parente di 22 anni è andata al rave e non è tornata a casa, è già passata una settimana. Nella tradizione ebraica quando muore qualcuno si sta a casa per sette giorni ma i genitori non sanno dove sia, se sia viva o morta. I cadaveri sono così tanti e non si riescono a distinguere i volti, tanti sono stati bruciati. Ogni giorno mi chiamano amici per raccontarmi atrocità inimmaginabili. Tutto questo è al di là della politica, al di là dei diritti. Questo è l’incubo infernale del terrore”.

Degan ha raccontato che sua sorella è riuscita a trovare un volo e sta arrivando in Italia con i suoi quattro figli “ma gli uomini non vogliono andarsene”. “Il nostro kibbutz si trova a Nord, al confine tra Siria e Libano – ha raccontato – Lo hanno fondato i miei nonni, che erano sopravvissuti dell’Olocausto”.

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