Selvaggia Lucarelli, se la battaglia per la verità rischia di essere bullismo

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A volte scappa la mano, a volte ci scappa il morto, sono i social, bellezza. Selvaggia Lucarelli, italian writer and gattara, come si legge sul suo profilo Instagram, è una specie di Zorro che combatte sempre per la verità. La sua spada è intinta in quel particolare veleno scuro che si chiama inchiostro. Ora sta con un fidanzato, Lorenzo Biagiarelli, italian food blogger, televolto dell’ora di pranzo, che invece di pensare al soffritto è andato ad analizzare il post controverso di quella povera donna. Entrambi sono convinti di avere fatto “debunking”, cioè disvelamento, e se invece fosse cyberbullismo? Mica ci provano solo i compagni di classe cattivi e smanettoni con quelli grassottelli o con quelle un po’ bruttine.

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Chissà cosa si diranno a cena la webnauta e lo chef. “Caro, mi passi il sale?” “Tesoro, chi sputtaniamo domani?” Certo che lui, rispetto a lei, è ancora all’alberghiero: un apprendista della shitstorm. Lei sì che è una fuoriclasse. Un pescecane mangia una gamba a un ragazzo italiano in Australia? Selvaggia (assolutamente sì, moltissimo) mette in dubbio l’opportunità della raccolta fondi per aiutarlo (il ragazzo è benestante), e il malcapitato alla fine chiosa: «Il vero squalo è lei».

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Dalla bidella pendolare al tassista barese senza pos, dai rifiuti in strada a Noto al pandoro della Ferragni, da Ilary Blasi a Elly Schlein non c’è angolo di cronaca che la Lucarelli non sbirci per poi giudicare, dando il voto al prossimo come quando alza la paletta di giurata a “Ballando con le stelle”. Lei, semmai, si esibisce a “bollando con le stille” (di arsenico), anche se nella sua lunga pagina su Wikipedia (autoprodotta?) si legge un curriculum infinito: opinionista, giornalista, blogger, scrittrice, conduttrice radiofonica, commediografa e attrice teatrale, una via di mezzo tra Oriana Fallaci ed Eleonora Duse. In effetti, i suoi libri sono capisaldi della cultura italiana, come non ricordare Dieci piccoli infami o Falso in bilancia?

Da una ventina d’anni la sua Stanza Selvaggia non risparmia nessuno, così come ai telespettatori non sono state risparmiate la partecipazione (da concorrente) a “La fattoria” e neppure, ma come opinionista, all’“Isola dei famosi” dove conobbe il suo primo marito, Laerte Pappalardo, figlio del mitologico Adriano.

Siccome Zorra ama vendicare, ristabilire giustizia e verità ma soprattutto giudicare, eccola appunto in giuria a “Notti sul ghiaccio” (forse lo portava lei, svuotandoselo direttamente dal cuore) e a “The Bachelor – L’uomo dei sogni”. Ma è a “Ballando con le stelle” che Selvaggia ha raggiunto la vera popolarità, litigando con Iva Zanicchi. Quella volta nessuno si è fatto male, anche perché il fidanzato Lorenzo era rimasto buono buono a casa a scolare la carbonara, anziché importunare con dubbi e sospetti una persona forse fragile e indifesa.

Nelle imprese dell’impavida paladina della verità sorprende l’assoluta assenza di misericordia, anche in queste drammatiche ore in cui una famiglia piange una madre che non c’è più. Scrive dunque Selvaggia Lucarelli: «Se decidiamo che dire la verità è sbagliato e decidiamo che fa uccidere le persone, ok, continuate pure» (voi giornalisti). Agghiacciante il riferimento ai «pregressi» e alla «storia personale» nel suicidio di Giovanna Pedretti: la Lucarelli non nomina il fratello della donna che si uccise dieci anni fa, ma il riferimento è chiaro. Se qualcuno si ammazza, non ci sta con la testa. I pregressi, appunto. Senza dirlo chiaro: alludendo.

L’odio social? Colpa dei media, di sicuro. «Siamo arrivati al punto che dare una notizia non è una responsabilità, correggerla sì», scrive ancora Lucarelli. Giornali e televisioni, secondo lei, non verificano le informazioni prima di diffonderle, al contrario del cuoco Lorenzo, una fonte impeccabile non si capisce a quale titolo. Ma, soprattutto, cosa distingue il vero dal falso? Cosa separa un blogger da un bullo, uno chef da un opinionista, una gattara da una giudice dell’universo mondo? Meglio restare ai fatti. E i fatti dicono che una povera donna è morta.

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