Spara all’ex moglie davanti alle figlie e si suicida. “Capirai quando ti farà male l’anima come a me”: le parole che annunciavano la tragedia

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È stato un gesto premeditato quello di Maurizio Beghé, il 61enne originario di Carrara che venerdì 5 maggio ha prima sparato al volto alla ex compagna 32enne – riuscendo fortunatamente a colpirla solo di striscio allo zigomo – e poi rivolto la pistola (una Beretta 6.35) contro di sé, uccidendosi nella casa in cui entrambi abitavano con le due figlie di 8 e 6 anni a Cremnago (frazione di Inverigo, nel Comasco) prima della separazione: lo dimostrano la lettera d’addio che l’uomo aveva lasciato in un armadio, nascosta tra i vestiti delle bambine e alcuni post sui social che, letti a posteriori, fanno ancora più spavento. Come questo: “Mi capirai solo quando ti farà male l’anima come a me”. Proprio il 5 maggio era infatti arrivata per l’uomo – accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza delle figlie minori e lesioni – l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, che stava per essere eseguita.

Nel biglietto, come riporta la Provincia di Como, aveva scritto “Il vostro papà vi vuole bene. Mamma e papà da lassù vi proteggeranno sempre” prima di commettere quello che aveva pianificato come un omicidio-suicidio: è stata la stessa donna, che si è salvata scappando per le scale e rifugiandosi a casa dei vicini, a trovare il messaggio, dal quale emerge che Beghé non avrebbe avuto intenzione di fare del male alle figlie.

La situazione della famiglia era già seguita dai carabinieri di Lurago d’Erba, dato che la donna aveva denunciato l’uomo per violenza domestica: in base a quanto ricostruito dalle forze dell’ordine anche grazie alle testimonianze dei vicini di casa, il rapporto tra i due era da tempo burrascoso, ma la 32enne era sempre rimasta con il compagno, probabilmente per garantire una maggior stabilità alle due figlie della coppia.

Spara all’ex compagna e poi si suicida: era entrato di nascosto nella casa dove non viveva più

Il 61enne non aveva più le chiavi di casa, ma è comunque riuscito a intrufolarsi nell’abitazione mentre l’ex compagna era fuori con le bambine e l’ha aspettata. Dopo averle sparato, si è barricato in casa con le figlie e infine si è chiuso in camera da letto per suicidarsi: solo per questo le bambine non hanno assistito alla scena, ma hanno capito tutto quello che stava avvenendo tra i genitori.

Peraltro già nella serata del giorno precedente la tragedia l’uomo aveva postato su Facebook degli sfoghi annunciando almeno parzialmente le proprie intenzioni e insultando la ex compagna, secondo lui colpevole di aver “distrutto la famiglia” e di non fargli vedere le bambine: tutte accuse, ovviamente, non provate. Beghé aveva poi preannunciato ad “amici e non, conoscenti e non” che “non mi vedrete più né su Facebook né da altre parti. Spero che alcuni ogni tanto mi ricorderanno. Vi voglio bene”. A nulla sono valsi i messaggi degli amici: “Le ho provate tutte, adesso non ce la faccio più. Il mio cervello è stanco e vuole spegnersi per riposare”.

La situazione ultimamente era degenerata al punto tale da indurla a interrompere la convivenza a gennaio di quest’anno e da allora c’erano stati più episodi di scontri e di violenza: alla fine di aprile l’uomo aveva seguito la compagna nel parcheggio di un supermercato e l’aveva malmenata e strattonata, sottraendole anche il cellulare e le chiavi dell’auto. Proprio il 5 maggio era infatti arrivata per Maurizio Beghé – accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza delle figlie minori e lesioni – l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, che stava per essere eseguita.

“Noi auguriamo a nostro padre di aver trovato finalmente la pace e la serenità che cercava da tempo e che possa vegliare su tutti e quattro i suoi figli, nonostante tutto” hanno dichiarato a Il Tirreno Sabrina e Mirco Beghé, i due figli nati da un precedente matrimonio del 61enne. Sono stati loro a raccontare che il padre aveva lasciato la Toscana trasferendosi nel Comasco “per amore” e che tutto era andato bene per 22 anni. In seguito Beghé aveva incontrato la compagna, a sua volta originaria di Carrara, con la quale era tornato per un periodo a vivere lungo la costa toscana: “Però il padre di lei non accettava quella relazione visti i precedenti penali di nostro padre e gli anni di differenza” hanno detto i due figli maggiori al quotidiano toscano. Da lì la decisione di tornare in Lombardia e poi la nascita delle bambine: “Ha subìto un grosso trauma psicologico ed è caduto in depressione perché non poteva più vederle” è la versione raccontata dai figli maggiori.

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