Tim, scattano i rincari automatici legati all’inflazione. I consumatori: “Decisione contro le indicazioni Agcom”

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Tim ha annunciato rincari automatici legati all’inflazione sulle offerte di rete fissa scatenando la rivolta dei consumatori. Lo si legge in una nota congiunta delle associazioni Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon.
 

Il punto, secondo i consumatori, è che questi rincari sono più svantaggiosi per gli utenti rispetto a quanto indicato dall’Autorità di settore (Agcom) in una recente delibera, che però entrerà in vigore solo fra qualche mese. Tim, interepellata sulla questione, non ha voluto commentare.

Economia

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I rincari di Tim

“I cambiamenti dello scenario macroeconomico recentemente intervenuti, con particolare riferimento ai costi energetici e delle materie prime, incidono negativamente sull’equilibrio economico dei servizi forniti da Tim”, si legge in un annuncio dell’operatore, “rendendo quindi necessario, così come avvenuto in altri settori dell’economia italiana, prevedere un meccanismo predeterminato di adeguamento annuale dei prezzi praticati ai clienti finali”.

Ecco perché “il canone mensile di alcune offerte di rete fissa TIM sarà incrementato, con cadenza annuale, in misura percentuale pari all’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’Istat, non tenendo conto di eventuali valori negativi dello stesso, maggiorato di un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali. L’incremento percentuale annuo del canone mensile dell’Offerta, dato dalla somma dell’IPCA e di detto coefficiente di maggiorazione, non potrà complessivamente superare il valore del 10%”.

Gli aumenti scatteranno ad aprile di ogni anno, a partire dal 2024. “La prima variazione annuale del canone mensile dell’Offerta sarà effettuata a partire dal 1° aprile 2024, con riferimento al valore dell’IPCA rilevato per l’anno solare 2023, aumentato del suddetto coefficiente di maggiorazione”.

 

“Tim, con almeno 30 giorni di anticipo rispetto alla data di applicazione dei nuovi prezzi, pubblicherà sul proprio sito Web uno specifico avviso, recante l’indicazione del valore percentuale dell’aumento che sarà applicato con le suddette modalità. La variazione del canone mensile dell’Offerta sarà, inoltre, comunicata, per ciascun anno di riferimento, mediante apposito messaggio sui canali digitali (SMS, e-mail, App MyTIM) comunicati dal cliente stesso, ovvero, in mancanza, tramite messaggio in fattura”, spiega l’operatore.

“I clienti interessati dalla suddetta variazione contrattuale sono stati informati con una specifica comunicazione, pubblicata nella fattura di linea fissa TIM recapitata a luglio 2023”.

“I clienti che non intendano accettare la variazione contrattuale sopra indicata, ai sensi dell’art.98-septies decies, comma 5 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche hanno il diritto di recedere dal contratto o di passare ad altro operatore, senza penali né costi di disattivazione, dandone comunicazione entro il 30 settembre 2023, secondo le modalità indicate nel paragrafo sottostante”.

La protesta dei consumatori

“Le Associazioni Consumatori sottolineano che tali modifiche si profilano in potenziale contrasto con le riflessioni esposte dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e nella Delibera 89/23/CONS”, si legge nella nota congiunta. Due sarebbero i motivi: non si prevede un calo dei prezzi in caso di inflazione negativa e “non viene richiesto un consenso esplicito da parte del consumatore. L’unica possibilità per i clienti coinvolti di sottrarsi alla modifica è recedere entro il 30 settembre prossimo”.

Era quanto indicato da Agcom nella delibera, che ora è in bozza essendo aperta alla consultazione pubblica.

Se l’ipotesi di un’inflazione negativa è piuttosto remota nell’attuale scenario economico, più concreto è il punto sul consenso esplicito.

Secondo Agcom infatti nei contratti che non prevedevano già in origine questo automatismo, gli operatori non possono inserirlo con una semplice comunicazione all’utente. Si tratta infatti di un cambio di natura contrattuale, quindi può essere attuata solo dopo esplicita accettazione, in forma scritta, da parte dell’utente finale.

Gli utenti sono liberi di rifiutare la modifica e tenersi il contratto fino alla sua naturale scadenza.

Bisogna vedere ora Agcom – già interpellata dai consumatori sulla vicenda – se deciderà di aprire un procedimento per bloccare Tim nelle more dell’entrata in vigore della delibera.

Lo scenario economico

L’azione dell’operatore va contestualizzata in una situazione di mercato particolarmente negativa per gli operatori, come emerso anche nell’ultima relazione annuale di Agcom. I ricavi 2022 segnano ulteriori cali, a causa soprattutto della grande pressione competitiva sul mobile (per via di Iliad, si legge nella relazione). I profitti sono colpiti dai rincari energetici e delle materie prime.

Le offerte banda ultra larga e i servizi innovativi su rete diventano più diffusi, ma con troppa lentezza; e non consentono ancora agli operatori di invertire la tendenza negativa. In questo scenario, l’unica via che sembra disponibile agli operatori per migliorare i conti, nel breve periodo, è aumentare le tariffe. Anche a costo, come si vede, di andare allo scontro con i consumatori e, forse, anche con l’Autorità.

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