Tremila litri di benzina sotto le case da 10 anni, l’appello al Campidoglio: “Cittadini a rischio se carburante nelle falde idriche. Intervenire ora”

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Non ha trovato ancora soluzione la vicenda – svelata da VignaClaraBlog.it e riportata anche da Repubblica a gennaio 2024 – dei tremila litri di benzina giacenti dal 2012 nei serbatoi interrati dell’ex distributore di piazza dei Giuochi Delfici, proprio sotto abitazioni e negozi.

Sempre che nel tempo i serbatoi non si siano deteriorati disperdendo il carburante nelle falde idriche. Con buona pace dell’ambiente.

“Ci sono tremila litri di benzina e 80 di gasolio sotto piazza Giuochi Delfici”: il giallo dello storico distributore chiuso da oltre dieci anni

I fatti, un distributore chiuso da oltre 10 anni

Un distributore chiuso da oltre dieci anni, due pompe rivestite con finta edera, sbarre che delimitano tutta l’area. Siamo in piazza Giuochi Delfici, a Vigna Clara, esattamente al civico 32 sotto il cui suolo ci sono quattro serbatoi dell’ex distributore con oltre tremila litri di carburante al loro interno.

Aperto nel 1961, l’impianto venne chiuso nel 2012 con formale revoca della licenza commerciale da parte del Campidoglio e di quella fiscale da parte dell’Agenzia delle Dogane i cui funzionari sigillarono colonnine e serbatoi.

Il fatto venne messo a verbale esplicitando il quantitativo di carburante giacente e che la proprietà veniva avvertita del fatto che “qualora intendesse estrarre il suddetto prodotto, dovrà preventivamente darne tempestiva comunicazione a questo Ufficio (ndr, Agenzia delle Dogane) al fine di poter dissuggellare il serbatoio interessato”.

Quanto carburante c’era in quel momento? Il verbale parla chiaro: circa tremila e duecento litri di benzina e circa ottanta di gasolio.

Ma nessuna estrazione avviene, nonostante che nel 2012 il Comune abbia imposto alla proprietà di rimuovere le attrezzature interrate e di superficie. L’area venne recintata e chiusa con una sbarra e le due colonnine occultate con della finta vegetazione. E così ancora oggi sono.

E la benzina? E il gasolio? Sono sempre lì, sotto abitazioni e negozi. Nei serbatoi che, come scritto in una relazione del Dipartimento capitolino “Sviluppo Economico e Attività Produttive” di inizio gennaio 2024, “recano ancora i sigilli”.

Una situazione di questo genere richiede attenzione, in quanto implica alcuni rischi, sia di carattere ambientale che per l’incolumità pubblica“, disse il dr Antonio Pepoli, esperto geologo, interpellato in occasione della nostra inchiesta di gennaio 2024 spiegando quali fossero questi rischi non indifferenti (per tutti i dettagli cliccare qui).

Dopo la rivelazione la benzina è ancora lì

Dopo due mesi e il polverone suscitato la situazione è ancora in stand by. Parallelamente alla nostra inchiesta il presidente del Municipio XV, Daniele Torquati, aveva già coinvolto Polizia Locale, il competente Dipartimento capitolino e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per acquisire certezze e avviare l’iter di risanamento ambientale dell’area ex-distributore, ricevendo risposte solo dai primi due.

Nel frattempo, sempre a sua cura, la vicenda approdava anche sul tavolo dell’Osservatorio per la Sicurezza presso la Prefettura, segno della rilevanza della stessa.

Passati due mesi, a smuovere le acque in queste ore è il Dipartimento capitolino “Sviluppo Economico e Attività Produttive” con una lettera all’Agenzia delle Dogane (e in copia i Vigili del Fuoco, il Dipartimento Sicurezza del Campidoglio, la Polizia Locale e l’Osservatorio per la Sicurezza).

Nella stessa, oltre ad avere conferma che “i sigilli a suo tempo apposti risultino ancora in essere” si chiede riscontro alle precedenti comunicazioni rimaste inevase ribadendo “la stringente esigenza di trovare una soluzione alla questione” e ponendo l’attenzione “sulla delicatezza della materia che necessita di risposte tempestive … al fine di consentire agli organi competenti di intimare l’attuazione degli adempimenti necessari per giungere alla rimozione dell’impianto e alla bonifica dell’area”.

“Intimare l’attuazione degli adempimenti”, sarà un passaggio obbligato. Ma fra risposte mancanti e poi, quando arriveranno, fra intimazioni che dovranno essere notificate e soprattutto adempiute (nell’incertezza anche da chi), è forte il rischio che questa vicenda si trascini nel tempo ancora per chissà quanto. Con buona pace dei residenti e delle falde idriche.



*Claudio Cafasso è il direttore della testata giornalistica VignaClaraBlog.it

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