Un figlio solo se ci sono nonni in pensione. Il welfare italiano frena la natalità

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Nonni sempre più pilastro del welfare delle giovani famiglie. In tutto il sud Europa ma soprattutto in Italia dove sempre più coppie prima di mettere in cantiere un figlio attendono che i genitori vadano in pensione per riservare loro un futuro di nonni a tempo pieno.

L’assenza di numeri adeguati di asilo e di servizi per l’infanzia ma anche di sostegni economici per chi mette al mondo un bimbo contribuiscono sempre di più ad affossare la natalità dell’Italia.

Lo confermano i dati Istat. Ma il graduale innalzamento dell’età pensionabile negli Stati più indebitati complica terribilmente le cose: sia per l’uomo che per la donna il momento di ritirarsi dal mondo del lavoro si sposta sempre più in avanti, allontanando così anche la disponibilità a diventare nonni.

Ad analizzare il rapporto tra l’aumento dell’età per la pensione e l’andamento delle nascite è un paper di Bankitalia, in cui si sottolinea come le riforme previdenziali degli ultimi decenni hanno avuto ed hanno tuttora un impatto negativo sulla crescita demografica di alcuni Paesi.

Un nipote a due anni dalla pensione

Lo studio evidenzia come proprio nei Paesi dell’area del Mediterraneo l’innalzamento dell’età pensionabile ha un effetto collaterale indesiderato: quello di far calare, in alcuni casi drasticamente, il tasso di fecondità, vale a dire il numero medio di figli per donna in età feconda.

In Italia, più che in altri Paesi, l’obiettivo delle giovani coppie diventa quello di sopperire alla debolezza del welfare solo con la certezza di potersi appoggiare quasi totalmente sulle spalle dei nonni. E – si spiega nello studio –  statisticamente questo avviene in maniera decisa dopo due anni dal pensionamento di almeno uno dei nonni. Specialmente se questi ultimi sono in salute e abitano nei paraggi.

In Italia nido solo per un bambino su tre sotto i 3 anni

L’incidenza dell’età per la pensione sul tasso di natalità, invece, è quasi pari allo zero nei Paesi del nord e del centro dell’Europa. A fare la differenza, ancora una volta, sono in gran parte le politiche e i servizi per l’infanzia. Dai dati aggiornati di Eurostat, la percentuale di bambini sotto i tre anni che frequentano un nido in Olanda è pari al 74,2%, in Danimarca al 69,1%, in Francia al 57,1%. L’Italia è solo al 33,4%. I numeri dell’Istat certificano come in Italia stenta a salire la spesa per gli asili, mentre continuano ad aumentare i costi e le difficoltà delle famiglie nel pagare le rette, specialmente in un periodo di alta inflazione come quello attuale.

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