Voli di Stato come taxi, da Abodi a Santanchè: il record dei ministri del governo Meloni

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Roma — Quanto piace il volo di Stato ai ministri del governo Meloni. Daniela Santanchè domani per andare a Berlino a inaugurare il padiglione dell’Italia alla fiera internazionale del turismo prenderà un volo da Ciampino con un aereo della flotta in dotazione a Palazzo Chigi: un impegno programmato per tempo e in una città che è collegata con voli di linea giornalieri da Roma e Milano. Ma tant’è, la ministra ritornerà con un altro volo di Stato martedì.

Finita l’era dell’austerity e della “lotta” alla casta fatta dai banchi dell’opposizione, adesso i componenti del governo di destracentro risultano essere quelli che di più hanno utilizzato i voli di Stato: 165 volte nel 2023, contro i 157 del 2022 (quasi tutto governo Draghi), i 126 del 2021 (sempre governo Draghi e due mesi di governo Conte II) e, saltando il 2020 anno della pandemia, i 49 voli di Stato del 2019 (governo Conte I).

I ministri che hanno preso più voli di Stato nel 2023 sono Antonio Tajani (45), Adolfo Urso (25), Guido Crosetto (24), Matteo Piantedosi (15), Raffaele Fitto (11), Franceso Lollobrigida (9), Giancarlo Giorgetti (7), Matteo Salvini, Andrea Abodi e Annamaria Bernini ( 5), Giuseppe Valditara e Daniela Santanché (3). Gli altri ministri ne hanno presi uno o due.

Voli, questi, che devono essere autorizzati dopo verifiche stringenti sulla indisponibilità di tratte di linea e di mezzi alternativi come i treni. Soprattutto se si parla di spostamenti interni al Paese: perché se è vero che per il presidente del Consiglio e il capo di Stato i voli speciali sono sempre concessi e hanno un regime particolare, per i ministri la direttiva emanata dall’allora governo Monti con tanto di circolare esplicativa prevede che questi «possano richiedere il volo di Stato» solo in casi «eccezionali»: i voli per i componenti del governo possono essere concessi «per compravate, imprevedibili ed urgenti esigenze di trasferimento connesse all’efficace esercizio delle funzioni istituzionali e l’impossibilità di voli di linea»; e comunque «non è ammessa la concessione del trasporto aereo di Stato per i ministri per le tratte sulle quali sia presente trasporto ferroviario e tale servizio risulti idoneo con gli impegni istituzionali». Il concetto è chiaro: ma le parole «idoneo» e «impegno istituzionale» riferite ai ministri sono così vaghe che alla fine i voli vengono concessi praticamente sempre anche per spostamenti interni, oltre a quelli in capitali dove non mancano aerei di linea, da Parigi a Berlino e soprattutto Bruxelles dove l’aereo di Stato nell’era Meloni fa la spola tre-quattro volte al mese per accompagnare i ministri di turno.

Così accade a esempio che un volo di Stato lo scorso 28 marzo sia partito da Roma alla volta di Rimini (andata e ritorno) perché il ministro dello Sport Andrea Abodi doveva svolgere una visita istituzionale a San Marino.

Il ministro delle Imprese Urso prende spesso i voli di Stato. A esempio lo scorso marzo un aereo è partito da Roma alla volta di Verona perché Urso doveva partecipare alla fiera della logistica LetExpo. Il 18 aprile Urso con l’aereo di Stato è andato da Roma a Foggia, andata e ritorno, per inaugurare lo stabilimento Iveco. Il 23 giugno invece un volo da Roma è partito alla volta di Genova perché Urso doveva partecipare a un convegno dei giovani imprenditori di Confindustria e poi da Genova l’aereo di Stato è andato a Trieste perché il ministro doveva inaugurare il nuovo stabilimento Bat.

Il ministro Valditara il 20 settembre ha chiesto un volo di Stato per andare da Roma a Reggio Calabria perché doveva visitare una scuola a San Luca. Ma davvero non c’erano voli di linea quel giorno per Lamezia Terme o Reggio Calabria? Anche il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani il 17 dicembre ha preso un volo di Stato: doveva andare a Crotone per partecipare all’abbattimento del palazzo Mangeruca a Torre Melissa.

In generale comunque i ministri che hanno preso più voli di Stato, anche legati alla loro delega, sono Tajani agli Esteri e Crosetto alla Difesa. Spesso però anche per tratte interne: l’11 marzo Tajani atterra a Verona per andare a Letexpo (una fiera che ha visto partecipare due ministri arrivati con due diversi voli di Stato). Il 15 settembre il vicepremier forzista vola invece a Trieste per partecipare a un forum Ambrosetti dedicato al mare, al quale partecipa anche Nello Musumeci che non prende però volo di Stato. Il ministro Crosetto il 9 giugno utilizza l’aereo per andare da Roma a Pisa e poi va a La Spezia per partecipare alla festa della Marina Militare. E ritorna con lo stesso volo di Stato a Roma: in serata era atteso anche a Manduria nella tenuta Vespa per essere intervistato all’evento organizzato dal giornalista. Appena insediatosi il ministro Nordio usava prendere l’aereo di Stato per tornare nella sua Treviso e fini suoi giornali. Da allora non ha preso più voli di Stato in tutto il 2023

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