A Zaki la cittadinanza italiana: pressing di 58 parlamentari sul Governo

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Non si ferma la campagna per la liberazione di Patrick Zaki, lo studente iscritto al master Gemma in Studi di genere all’univerità di Bologna, da più di un anno incarcerato in Egitto. Una delle strade per la sua liberazione, che servirebbe a fare pressione, è quella della richiesta di cittadinanza italiana. Una proposta lanciata con una petizione online che ha raggiunto 160mila firme, già sostenuta da molti sindaci in Italia tra cui Virginio Merola di Bologna. Ora sono 58 parlamentari della Camera dei deputati che hanno firmato una mozione per chiedere al Governo italiano di “adottare le iniziative di competenza per il conferimento della cittadinanza italiana”. 

La mozione è sottoscritta da deputati che appartengono in maggioranza al Partito democratico, ma tra i nomi ci sono anche alcuni senatori di Liberi uguali, Movimento 5 stelle, gruppo Misto e tre esponenti di Forza Italia. La mozione (agli atti della seduta di ieri della Camera), presentata dalla deputata del Partito democratico, Lia Quartapelle, impegna il Governo ad agire per la liberazione dello studente e attivista egiziano per i diritti umani.

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Al primo punto c’è la questione della cittadinanza italiana. Non solo, i firmatari chiedono di “continuare a monitorare, con la presenza in aula della appresentanza diplomatica italiana al Cairo, lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione”. Ancora, i deputati sollecitano il Governo a “continuare a sostenere, nei rapporti bilaterali con l’Egitto e in tutti i consessi europei ed internazionali, l’immediato rilascio di Patrick Zaki e di tutti i prigionieri di coscienza: difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici finiti in carcere solo per aver esercitato in modo pacifico i loro diritti fondamentali”.

Infine, la mozione spinge il Governo a “continuare ad adottare iniziative affinche’ le autorita’ egiziane rispettino i diritti alla liberta’ d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica e spezzino il circolo dell’impunita’ per le gravi violazioni dei diritti umani in corso nel Paese”.

Zaki, la petizione per la cittadinanza

La richiesta di concedere a Patrick Zaki la cittadinanza italiana onoraria è partita da un gruppo di attivisti emiliano-romagnoli ed è rivolta al presidente Mattarella. “Siamo partiti dal nulla” osserva Moreno Zoli, tecnico informatico e scrittore, di Forlì. È uno del gruppo “Station to station” che ha promosso la petizione. Sono in sette gli autori della proposta, sono di Imola, Rimini, Maranello e Piacenza.

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Si sono conosciuti nei gruppi delle Sardine, hanno continuato la strada dell’impegno con il Quarantennale della strage alla stazione di Bologna, quando hanno promosso una presenza simbolica in ogni stazione in Italia. “A gennaio abbiamo studiato il caso Zaki e giuridicamente abbiamo capito che era possibile chiedere la cittadinanza italiana onoraria per lui, un modo per arrivare alla sua liberazione – spiega Moreno Zoli, 53 anni – è una procedura artificiosa, ma fattibile. Per noi il 2 Agosto è in ogni luogo dove non c’è libertà di pensiero, dove ci sono ingiustizie e barbarie, il 2 Agosto in questo momento è Patrick, è in Egitto”.

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