Aslan nato un mese fa è già in carcere con la madre. Appello da Torino: “Il ministro Nordio intervenga”

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“Mi appello al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, affinchè intervenga subito visto che nella casa circondariale ‘Lorusso e Cotugno’ di Torino è detenuto, con la sua giovane madre terrorizzata, un bimbo di appena un mese. E’ una situazione inaccettabile che va sanata immediatamente”. A dirlo è il deputato di Alleanza Verde Sinistra, Marco Grimaldi, parlando con i giornalisti all’uscita del carcere. “Siamo qui – spiega – perché abbiamo raccolto un appello da parte delle donne detenute nella sezione femminile. Chiedono aiuto. Basta madri con figli così piccoli dietro le sbarre“.

In teoria, racconta ancora Grimaldi, il bambino dovrebbe restare in carcere fino al pronunciamento del magistrato “e questa è una cosa inaccettabile. Questa giovane donna è spaventata e il bambino ha bisogno di cure e di assistenza. Non può restare in un posto del genere a lungo. Nordio deve intervenire al più presto”.

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Aslan – sottolinea il deputato di Avs – come già detto, ha appena un mese ed è entrato ieri con sua madre nella sezione femminile della Casa circondariale. Quel bambino, come tutti i figli di detenuti e detenute, non dovrebbe trovarsi dietro le sbarre. Chiediamo al governo e alla maggioranza di tornare indietro sul veto alla proposta di legge che lo prevede per tutte le carceri italiane”.

In Commissione Giustizia della Camera, infatti, il Pd pochi mesi fa è stato costretto a ritirare la sua proposta di legge che prevedeva la possibilità per le donne detenute con figli entro i 3 anni di stare in case famiglia anziché negli istituti penitenziari. Il centrodestra, ricorda ancora Grimaldi, “invece di votarla, all’ultimo momento presentò degli emendamenti decisamente peggiorativi del testo” come ad esempio quello che prevedeva la perdita della patria potestà in caso di recidiva”. E le opposizioni decisero così di rinunciare ad un provvedimento che già nella precedente legislatura era stato ad un passo dall’approvazione finale. “Abbiamo evitato che le cose peggiorassero ulteriormente”, commenta Grimaldi.

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“Le detenute madri, costrette nonostante i figli piccolissimi a stare dietro le sbarre – aggiunge Sara Diena, consigliera comunale di Sinistra Ecologista – chiedono maggiori colloqui e videochiamate, oltre alle 6 previste dal regolamento”. “Lanciamo dunque un appello a Nordio – incalzano Grimaldi e Diena – per riportare alla legalità la Casa circondariale più complessa d’Italia: 1448 detenuti a fronte di una capienza massima di 1118“. “Se si decongestionasse la struttura – osservano – si potrebbe prevedere la ristrutturazione dell’intero padiglione B, il più fatiscente della struttura, dove infiltrazioni e muffa sono il minimo comune denominatore di quel blocco di cemento marcio”.

Oltre alla mamma di Aslan, sottolinea ancora il deputato, c’è anche un’altra donna che è qui detenuta con i suoi due figli di 1 e 3 anni. Stava rientrando in Italia dal Belgio, ma, “visto che aveva delle denunce pendenti, è stata prontamente arrestata”. “Lei potrebbe chiedere i domiciliari, ma vivendo in un campo nomadi, questo non è possibile. La legge prevede, infatti, che non si possano concedere se si vive in prossimità di altri che già li stanno scontando. Così, resta in carcere anche lei con due bimbi troppo piccoli per stare dietro le sbarre in quelle condizioni”.

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