Bernini: “Le università non entrano in guerra, non si schierano nè da una parte nè dall’altra”

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La decisione della Normale di Pisa è “profondamente sbagliata perché le università non si schierano con una parte o con l’altra, le università non entrano in guerra. L’università ha un’arma potentissima, la ricerca scientifica, la formazione, che è un’importante e potente arma di pace”.

La ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, entra nella polemica che da qualche settimana agita il mondo universitario sulla questione palestinese e critica la scelta della Normale e di altre università di riconsiderare gli accordi accademici con Israele.

Rispetto a nuove manifestazioni nelle università “continueremo a mantenere la stessa linea”, ha assicurato la Bernini al Tg1 , “le università sono luoghi dove si può esprimere qualsiasi opinione, anche la più radicale, con un unico limite, imprescindibile e invalicabile: no violenza”. “La situazione”, ha osservato, “è delicata perchè una minoranza, molto rumorosa, vuole confondere le critiche, anche legittime alle politiche di Netanyahu, con Israele e il popolo israeliano. Sono due cose diverse e chi le vuole confondere rischia di entrare in una dimensione di antisemitismo o di sentimento anti-occidentale”.

Nei giorni scorsi la Normale ha comunicato la decisione di interrompere le collaborazioni in atto con gli atenei israeliani in merito ad alcune tecnologie civili che però, secondo l’Università, potrebbero essere utilizzate da Israele nel conflitto in corso. Da qui la richiesta al Ministero degli Esteri “di riconsiderare” il bando emesso il 21 novembre 2023 in attuazione dell’accordo di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica Italia-Israele.

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