Liberty Media compra la MotoGp: “Faremo un grande show, molto americano, come la F1”. Più Gp negli Usa e spazio agli influencer

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“Sarà una MotoGp ispirata alla nuova F1. Emozioni in pista e fuori: tra sport e social, tv, influencer, musica, video, glamour, cinema. Più corse, più sfide, sempre in diretta. Tutti immersi in uno spettacolo da impazzire, ma ancorato alla realtà. Un grande show, molto americano: vi divertirete”. Dan Rossomondo viene dal New Jersey e dalla Nba: da un anno è responsabile commerciale di Dorna Sports, che ieri è stata ufficialmente comprata da Liberty Media. Dorna detiene i diritti anche di Moto2, Moto3, MotoE, Superbike, Supersport e Superstock. La compagnia Usa ha annunciato di aver rilevato per 4,2 miliardi di euro circa l’86% di quote azionarie, subentrando a Bridgepoint e al fondo canadese Cpp: Carmelo Ezpeleta, il catalano da 30 anni padre-padrone del motomondiale, si è tenuto una piccola fetta sufficiente a fargli ancora gestire formalmente il giocattolo.

MotoGp a Liberty Media, è ufficiale. Operazione da oltre 4 miliardi di euro

Più gp in America

Sette stagioni fa, il colosso americano si era preso la F1: da allora l’ha progressivamente stravolta, facendola crescere enormemente in popolarità e profitti, grazie anche alla serie televisiva Drive to Survive e all’inserimento nel calendario delle gare di Miami e Las Vegas. Con Austin, oggi sono 3 i gp a stelle e strisce di Verstappen & Co. Sulla stessa pista di Austin farà tappa tra 10 giorni la MotoGp. Ci sono buone ragioni per credere che anche la creatura di don Carmelo sarà sempre più americana. Da quest’anno in griglia c’è un team statunitense (Trackhouse). E Dan Rossomondo è arrivato in tempi non sospetti. Greg Maffei, ceo di Liberty Media, si dice “entusiasta”: spiega che “l’obiettivo è far crescere ancora la MotoGp per la soddisfazione del pubblico, delle squadre, dei partner commerciali e dei nostri azionisti”. Ezpeleta parla di “passaggio epocale per il paddock e i nostri tifosi”. Ma se volete sapere cosa accadrà al motomondiale, è Dan la persona giusta. «Io mi ispiro già al flusso creativo della F1: negli Usa hanno fatto un miracolo, hanno avuto un incredibile successo grazie a uno show tv ma la cosa più importante è che hanno capitalizzato questa crescita permettendo al pubblico — attraverso i social — di continuare a seguire ed essere parte di una comunità». Un video con Aleix Espargaró che tira un pugno sul casco a Morbidellli è stato visto da 30 milioni di persone. “Il pubblico non si annoia mai, è sempre direttamente coinvolto: vede lo spettacolo e ci si immerge dall’inizio alla fine”.

Più influencer, più gare, più show

Rossomondo sta invitando nel paddock gli influencer più “influenti” del mondo. Con le sprint del sabato le gare sono raddoppiate, i piloti si prestano ai selfie nel paddock, sfilano la domenica mattina per mostrarsi agli spettatori. Però gli atleti non sono mica schiavi. “Non mi risulta si siano mai lamentati, e comunque abbiamo ridotto altri impegni. Sanno benissimo che oggi lo sport è anche marketing”. Rafforzate le relazioni con le tv. «Non ci limitiamo a vendere servizi. Broadcaster come l’italiana Sky fanno già un lavoro eccellente: non è semplice mettere d’accordo gli spettatori puristi con i turisti, quelli che si stanno avvicinando allo spettacolo. Noi vogliamo collaborare con loro, per un prodotto ancora migliore». Gli sponsor. «Un brand può investire anche se non direttamente legato ai motori». Le parole business, promotion, marketing, rischiano di suonare più forte di: race, gara. “No. La MotoGp è e rimarrà incredibilmente emozionante, con tanti campioni e una imprevedibilità che la F1 ci invidia”. Grande attenzione sui mercati Usa e britannico. Dal prossimo anno ci saranno 22 gp e almeno un’altra tappa americana (Tennessee?), ma non necessariamente piloti di oltreoceano. “Uno sport internazionale non ha bisogno di eroi nazionali. La Premier League inglese è seguitissima negli Stati Uniti. È più importante che nel paddock si parli di sostenibilità, innovazione, tecnologia. Lo sport è diventato anche marketing. Restiamo sulla cresta dell’onda. E divertiamoci”.

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