Nuova quarantena, le Regioni al Cts: “Niente isolamento per i vaccinati, i positivi siano liberi dopo 10 giorni senza fare il test”

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Le Regioni non riescono a stare dietro al tracciamento e chiedono al Cts di togliere la quarantena ai contatti a rischio che hanno fatto tre dosi di vaccino oppure due dosi da meno di quattro mesi. Il documento è stato presentato oggi durante una riunione con il ministero della Salute e appunto diventerà un quesito al Comitato tecnico scientifico, che dovrà rispondere sull’accorciamento della quarantena proposto ieri dal dicastero guidato da Roberto Speranza.

Nel testo ci sono vari interventi: secondo le amministrazioni locali i vaccinati che hanno avuto contatti a rischio devono quindi fare l’auto sorveglianza e contattare il medico se hanno sintomi. Non è necessario che facciano la quarantena. Inoltre si chiede di “orientare” il contact tracing solo ai “soggetti non vaccinati e nei contesti a maggior rischio di diffusione, oltre che le comunità chiuse”. Per chi invece non è vaccinato la quarantena è ancora prevista. Riguardo ai test, si propone di mantenere “un’attenzione e una strategia di testing nei contesti a rischio per condizioni di salute (immunocompromissione) o per setting (contesti sanitari o socio-assistenziali)”. Per il resto, non si riesce evidentemente a stare dietro alla enorme domanda di tamponi.

Quarantena per i contatti stretti con un positivo: come funziona e come cambierà

La novità più importante, e inattesa, sarebbe quella che riguarda i positivi. Le Regioni chiedono che l’isolamento di queste persone finisca senza necessità di fare un tampone dopo 10 giorni, se non ci sono stati sintomi negli ultimi tre. Sempre riguardo ai positivi, si propone una “graduale attivazione di meccanismi di automatizzazione per la comunicazione dei provvedimenti di isolamento e quarantena, nonché per la raccolta di informazioni sullo stato clinico e sui contatti”. L’idea è di inviare link dove queste persone possono segnalare i contatti.

Le proposte saranno valutate dal Cts ma dimostrano chiaramente quanto le Regioni siano in difficoltà in questo momento, a cause dell’altissimo numero di casi che peraltro è in crescita, a fare l’attività di tracciamento e ad assicurare la diagnostica. Ci sono decine di migliaia di persone positive che non sono state contattate. Si punta sul fatto che Omicron sembra non dare sintomi importanti a chi ha completato il ciclo di vaccinazione.

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