Regno Unito, la tragica storia di Bronson, morto di fame a due anni in braccio al padre

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LONDRA – È una delle storie più tragiche e tristi di questo Paese in era recente, ed è capitata nel nord-est dell’Inghilterra, nel Lincolnshire, durante le feste natalizie. È morto un bambino, Bronson Battersby, di soli due anni. Il piccolo è spirato per fame, di disidratazione e di stenti, perché suo papà Kenneth, 60 anni, intanto era stato fulminato da un infarto. Probabilmente il 29 dicembre, o poco dopo. E per giorni nessuno se n’è accorto né li ha aiutati.

Alla fine, il 9 gennaio, è stato trovato il corpo non solo del padre ma anche del piccolo Bronson, senza vita accovacciato al padre. La madre Sarah Piesse, disperata, ha riferito ai tabloid che Bronson era così debilitato che non è riuscita a prendere il suo cadavere in braccio perché troppo debole.

L’Inghilterra è sotto shock, Downing Street commenta che “si tratta di un episodio sconvolgente su cui andrà fatta luce”, il leader dell’opposizione laburista Sir Keir Starmer lamenta “la tragedia indicibile occorsa”, mentre le autorità locali di Skegness, ossia il Lincolnshire County Council, annunciano che sarà lanciata una inchiesta ufficiale.

Perché in questa storia restano ancora tanti misteri che dovranno essere appurati. Per esempio, perché gli assistenti sociali non si sono resi conto per tempo di quanto stesse accadendo? Kenneth e la 43enne Sarah vivevano oramai separati, e dopo l’ennesimo litigio, avvenuto prima di Natale, la donna ha abbandonato la casa di Skegness dove viveva, lasciando Kenneth e il piccolo Bronson da soli.

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Da allora, per motivi ancora non chiariti, la madre non si sarebbe mai accertata di come stessero l’ex partner e tantomeno suo figlio, nonostante il litigio tra la coppia avvenuto nei giorni precedenti. Oggi però Sarah incolpa gli assistenti sociali: “Se avessero fatto il loro lavoro, Bronson sarebbe ancora vivo, non riesco a crederci”, ha detto la madre al tabloid Sun.

Gli assistenti sociali avrebbero dovuto essere in contatto con il signor Battersby il 2 gennaio scorso, perché il bambino era classificato come “vulnerable” data la situazione familiare ed economica in cui si trovava, e dunque sottoposto a visite settimanali dai rappresentanti delle autorità locali. Ma questi non avendo ricevuto risposta al campanello, quel giorno, avrebbero avvertito la polizia, senza successo. Lo stesso avvenne il 4 gennaio e anche stavolta nessuno intervenne. Fino al 9 gennaio, quando finalmente gli assistenti sociali riescono ad entrare in casa dei Battersby grazie a una chiave fornita dal loro padrone di casa: in quel momento scoprono i cadaveri di Kenneth e del piccolo Bronson. Un cucciolo di cane boxer che viveva con loro è stato trovato disidratato e gravemente indebolito, ma è ancora vivo.

Heather Sands, a capo degli assistenti sociali locali per bambini, dice al Daily Mail: “È stato un tragico incidente e abbiamo lanciato una inchiesta interna per capire cosa sia successo”. La polizia dichiara di essere venuta a conoscenza della presenza di due corpi in casa il 9 gennaio e per ora non conferma di essere stata contattata nei giorni precedenti. Mentre Melanie Battersby, sorella di Bronson, scrive su Facebook: “Piccolo, meritavi molto di più in questo mondo. Ti amerò per sempre, fratellino mio”.

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